Secondo la Teoria degli Antichi Astronauti, in un passato remoto, viaggiatori extraterrestri hanno visitato i nostri antenati influenzando la naturale evoluzione della specie umana.
Gli alieni, hanno davvero ispirato e aiutato i nostri antenati a costruire templi antichi megalitici e piramidi?
E se sono venuti qui, ci hanno lasciato delle conoscenze avanzate di fisica, astronomia e matematica? In tal caso, ne rimane qualche prova oggi?
La Macchina di Anticitera
Un esempio potrebbe essere un oggetto
spesso definito come il primo computer meccanico del mondo. Risale a più
di 2mila anni fa. La "Macchina di Anticitera"
fu rinvenuta nel 1900 da alcuni raccoglitori di spugne, mentre si
immergevano al largo di una piccola isola dell'Egeo chiamata Anticitera.
Trovarono un relitto sul fondo del mare e
al suo interno una scatola incrostata dai coralli, composta di una lega
metallica. Fu portata al museo di Atene, dove solo 50 anni dopo fu possibile fare una scansione della scatola ai raggi X e
distinguere delle rotelle dentellate a incastro collegate fra di loro,
dandoci una buona immagine di cosa fosse questo dispositivo: un
computer, una macchina davvero sofisticata.
Il mistero della macchina è tutto in questa sua precisione fuori dall'ordinario. E' infatti costruita con materiali comuni per il tempo e le misurazioni sono limitate ai pianeti visibili dalla terra senza ausilio di strumenti particolari. Ma il livello di dettaglio rimane stupefacente: è confermata la capacità del dispositivo di calcolare persino i ritardi nei movimenti lunari, per via dell'orbita ellittica, con un opportuna progettazione e un ingranaggio dedicato.
Nelle iscrizioni sulla macchina ci sono i nomi di Venere e Mercurio, ma ci sono studiosi che sostengono che la macchina di Anticitera possa in realtà rivelare informazioni anche su altri pianeti. La macchina viene definita dalla scienza come tecnicamente molto più complessa di ogni altro dispositivo ipotizzabile e rinvenuto per almeno mille anni successivi alla sua datazione.
Un tale livello di complessità può significare che chi l'ha costruita fosse ad uso a questo tipo di lavoro: non sarebbe quindi un esemplare unico, ma qualcosa che inevitabilmente viene da una storia lunga. [Vedi articolo su Repubblica]. Si pensa che l'oggetto risalga al 200 a.C. Data la sua complessità, superiore a qualsiasi orologio svizzero contemporaneo, la Macchina di Anticitera è da considerarsi un'anomalia. Chi può averlo creato? E per cosa veniva usato?
Quando gli archeologi cominciarono ad esaminarlo negli anni '50, dissero che era inconcepibile che gli antichi greci avessero realizzato una macchina così complicata. Dissero che era come trovare un jet a reazione nella tomba di Tutankhamon.
Le lampade di Dendera
Le raffigurazioni si trovano in una cripta sotterranea segreta, alla quale solo i più alti sacerdoti avevano accesso. La cripta è un posto molto angusto, con il soffitto molto basso e con una temperatura ambientale molto alta. Sulle pareti della cripta ci sono alcuni rilievi che sembrano rappresentare quelle che sembrano delle enormi lampade a filamento. Guardando le immagini e considerando l'oscurità della cripta, la domanda sorge spontanea: "Gli egizi come illuminavano l'interno delle loro tombe?"
Secondo l'archeologia tradizionale, gli antichi egizi usavano delle torce per illuminare le camere di tombe e templi. Eppure, sui soffitti non c'è la minima traccia di fuliggine o residui di fumo. Inoltre, all'interno di quelle tombe, non c'è ossigeno a sufficienza per alimentare la fiamma di una torcia. Ma se non usavano le torce, in che modo illuminavano i vani e i lunghi corridoi oscuri?
Un'altra teoria era che la luce del sole veniva direzionata dall'esterno con l'ausilio di specchi di rame. Alcuni archeologi provarono a riprodurre la tecnica proposta da questa teoria, ma purtroppo fallirono perché dopo pochi angoli la luce del sole si dissipava completamente, in quanto gli specchi di rame non erano in grado di riflettere pienamente la luce del sole.
E allora, come erano illuminati gli interni degli edifici egizi? L'unica soluzione a cui possiamo pensare è a una qualche fonte di luce artificiale, per esempio una lampadina ad incandescenza. Nella cripta sotterranea di Dendera, troviamo dei rilievi che raffigurano tali lampadine.
Anche perchè il principio di funzionamento di una lampadina ad incandescenza non è così complicato come si crede: c'è bisogno di una corrente elettrica che attraversi un materiale metallico che, scaldandosi, emette una radiazione luminosa. Il filamento delle nostre lampadine è di tungsteno il quale, al passaggio delle corrente, si scalda fino a produrre una radiazione luminosa molto intensa.
La Batteria di Baghdad
La Batteria di Baghdad è un manufatto risalente alla dinastia dei Parti (150 a.C.–226 d.C.) in Persia, e probabilmente scoperto nel 1936 vicino al villaggio di Khujut Rabu, presso Baghdad, Iraq. L'oggetto divenne noto all'opinione pubblica solo nel 1938, quando il tedesco Wilhelm König, direttore del Museo nazionale dell'Iraq, lo trovò nella collezione dell'ente da lui diretto.
Gli studiosi di oggi ritengono impossibile che gli antichi utilizzassero l'elettricità o le lampadine, perciò, quando guardano la dozzina di esemplari di questa antica batteria rinvenuta in Iraq, l'unica teoria che propongono è che gli antichi le utilizzassero per placcare elettricamente i gioielli in metallo.
Due principali sostenitori della Teoria degli Antichi Astronauti, Jason Martell e Giorgio A. Tsoukalos, utilizzando una riproduzione moderna della batteria di Baghdad, hanno dimostrato come questo antico accumulatore sia capace di generare basse tensioni utilizzabili.
L'Uccello di Saqqara
E' qui che nel 1891 alcuni archeologi francesi riportano alla luce una tomba antica contenente i resti di Pa-di-Imen, un funzionario di corte del III secolo a.C. Fra i vari reperti, viene ritrovato un piccolo modellino in legno di quello che sembra un uccello, vicino ad un papiro su cui era scritto "voglio volare".
Il manufatto viene inviato al museo del Cairo dove le autorità lo sistemano insieme ad altre statuette di uccelli. Lì vi rimane, senza suscitare particolare attenzione, fino al 1969 quando l'egittologo Khalil Messiha, esaminando la collezione di uccelli, non nota che nell'uccello di Saqqara c'è qualcosa di molto diverso dagli altri.
Da una parte sembrerebbe un uccello, con gli occhi e il becco tipici di un volatile. Dall'altra, le ali non sono quelle di un uccello, infatti sono modellate verso il basso e, il loro spesso tende a diventare più sottile verso l'estremità. E' un design aerodinamico molto moderno. Infine, gli uccelli non hanno il timone in quanto non ne hanno bisogno a causa della loro conformazione aerodinamica, perciò si pensa che questo manufatto non rappresenti un uccello, bensì una macchina volante, un aeroplano!
Anche alcuni modelli informatici confermerebbero l'idoneità al volo dell'Uccello di Saqqara. Ma c'è un altro problema da considerare: se l'aliante era in grado di volare, in che modo avveniva il lancio? Oggi viene utilizzato un aereoplano da traino, che trascina l'aliante in aria e poi lo sgancia raggiunta l'altitudine necessaria. Come avrebbero fatto gli antichi egizi a far volare l'uccello di Saqqara?
Ma se l'Uccello di Saqqara può volare, gli antichi egizi come acquisirono una tecnologia simile? Secondo i Teorici degli Antichi Astronauti, l'Uccello di Saqqara è una delle prove più rilevanti del fatto che in passato, antichi viaggiatori alieni, abbiano incontrato i nostri antenati e trasmesso cultura, tecnologia e conoscenza, passando da una cultura primitiva, ad un più altamente sviluppata.
Ma l'Uccello di Saqqara, come la Macchina di Anticitera, le Lampade di Dendera e la Batteria di Baghdad, potrebbe anche essere l'ultimo simbolo di una ancestrale civiltà umana antidiluviana, andata distrutta in un qualche cataclisma cosmico di migliaia di anni fa. I superstiti di questa civiltà "atlantidea" avrebbero potuto trasmettere la conoscenza e la cultura alle generazioni primitive post-diluviane, nel tentativo di ricostruire la civiltà umana. Tutte queste possibilità, cambiano di molto il nostro punto di vista sulle civiltà antiche. [Postato in Antichi Astronauti].
Fonte
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