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Saturday, March 23, 2013

Brucato, l'astrobiologo che va a caccia di alieni

L'UNIVERSO. Platea entusiasta dei racconti sulle esplorazioni spaziali «Cerchiamo tutti quei composti chimici e organici che hanno creato le forme di vita primordiali» 

L'astrobiologo John Brucato ieri alla Gran Guardia FOTO MARCHIORI

 Non solo Marte. La vita nello spazio, e nel nostro sistema solare, potrebbe essere anche altrove. Ma non aspettatevi alieni antropomorfi e astronavi ipertecnologiche: «Quello che cerchiamo sono composti chimici e organici, quei "mattoni" che hanno contribuito alla costruzione degli organismi viventi primordiali. Composti che, come fisici, crediamo che siano arrivati dallo spazio e che sulla terra abbiano trovato le condizioni adatte per originare la vita. Li stiamo cercando anche su altri pianeti: sappiamo dove potrebbero essere e stiamo preparando le missioni per verificarne l'esistenza». Parola di John Brucato, astrobiologo dell'Inaf, Osservatorio astrofisico di Arcetri, che ieri ha entusiasmato il curioso pubblico di Infinitamente con il racconto delle esplorazioni spaziali. Quelle partite con il «passo» compiuto da Armstrong e che proseguono anche oggi con la sonda Curiosity, che ci invia informazioni in tempo reale da Marte. «Grazie a una di queste abbiamo scoperto che la Galassia è "dolce"», afferma Brucato: «abbiamo trovato la molecola della glicoaldeide, che contiene zuccheri e forma l'Rna, acido ribonucleico, un polimero organico molto simile al Dna. E l'abbiamo trovata a 26mila anni luce da noi. Ecco perché pensiamo che la vita venga dallo spazio». A portarcene notizia sono comete e asteroidi, che mantengono le caratteristiche chimiche di quando questo si è formato, tanto che studiarli aiuta gli scienziati a capire com'era composto il "brodo primordiale". E poi c'è la polvere interplanetaria: ogni anno, sulla terra, ne "piovono" 30mila tonnellate senza che ce ne accorgiamo e che sono ricche di materia organica». Non è un caso secondo il ricercatore, che la vita sulla terra, con i primi batteri, sia nata 3,8 miliardi di anni fa, proprio in corrispondenza di un grande «bombardamento» di asteroidi. E come sulla Terra, potrebbe essere arrivata altrove. Dove? «Conosciamo 800 pianeti che girano intorno a diverse stelle nella nostra galassia», prosegue Brucato, «stiamo cercando di capire quali possano presentare acqua allo stato liquido». E nel sistema solare? «Su Titano, satellite di Giove, la sonda Cassino ha scoperto dei laghi, ma di metano ed etano, e l'acqua non è allo stato liquido. Se del materiale organico si fosse depositato lì, qualcosa in passato avrebbe potuto accadere. La superficie di Europa, satellite di Giove, è di ghiaccio ma lascia immaginare che sotto l'acqua possa essere liquida e contenere forme di vita. Su Marte? Oggi l'acqua non c'è più ma sicuramente, a giudicare dalle dune, dai canali e dai sedimenti, c'è stata. E con essa, forse, la vita. Ce lo dirà il mini-suv Curiosity. E lo scoprirà, ancora di più la sonda europea Exomars, che potrà scavare fino a due metri di profondità, il cui lancio è previsto nel 2018. L'uomo? Ci andrà non prima del 2030, perché il problema non è tanto arrivarci, nonostante gli otto mesi di viaggio, ma tornare indietro».E.PAS.

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