Grande manifestazione a 3 anni da peggiore crisi dopo Cernobyl
di Antonio Fatiguso
Migliaia di persone per dire "no e per sempre" all'energia nucleare, insieme al 'No nukes Day'.
Nell'imminenza del terzo anniversario dello scoppio della crisi di Fukushima, lontana dall'essere risolta, le associazioni e i movimenti di cittadini anti-atomo si sono dati appuntamento nel pomeriggio a Tokyo, nel centralissimo parco di Hibiya, prima di dare vita al lungo corteo che ha finito il suo percorso alla Kantei, ufficio del primo ministro, e alla sede del Parlamento.
Al rumore assordante di tamburi (diversi ricavati da bidoni di petrolio) e al suono di chitarre e sassofoni, in migliaia, tra singolari travestimenti, slogan e tante bandiere "Sayonara Nucleare", hanno chiesto che "Fukushima non si ripeta ancora".
E hanno promesso di bloccare i piani del premier conservatore Shinzo Abe, intenzionato a riavviare i reattori fermati nel dopo Fukushima, almeno quella parte dei 48 attualmente esistenti in Giappone che avranno superato i test "rafforzati" sulla sicurezza. Una mossa per contenere le importazioni di petrolio e gas che danneggiano la terza economia del pianeta.
"Non sono d'accordo - ha detto con decisione Sayako Kawashima, 35 anni - E' l'occasione per puntare sulle fonti rinnovabili".
La sua posizione e' piu' che condivisa dai partecipanti a quella che e' forse la manifestazioni piu' importante, tra quelle in programma in tutto il Paese. "E' arrivato il momento di mettere in discussione ciò che il governo ha sempre detto sulla sicurezza del nucleare", ha affermato all'Ansa, un signore venuto da Yokohama, alle porte di Tokyo ("dica che sono in pensione", ha sorriso, evitando di dare il suo nome).
Parole che hanno valenza precisa alla luce del freschissimo resoconto degli esperti della Atomic Energy Society of Japan sulle cause del disastro: "Le funzioni di sicurezza non furono particolarmente danneggiate dal terremoto (prima che lo tsunami colpisse la struttura). La causa diretta dell'incidente furono le misure insufficienti per affrontare tsunami, incidenti gravi ed emergenze".
Il movimento "Sayonara Genpatsu", addio alle centrali e al nucleare, ha visto tra i promotori il Nobel per la Letteratura, Kenzaburo Oe e Ryuichi Sakamoto, attore e compositore, vincitore dell'Oscar con 'L'ultimo imperatore'. Quest'ultimo, poco prima dell'avvio del corteo, ha rimarcato che "l'incidente di Fukushima continua ancora oggi", con riferimento alla contaminazione e alle migliaia di persone ancora evacuate. Con un tablet in mano, Sakamoto ha lanciato le note di un brano "emotivo" composto, sulla scia alle disastrose immagini trasmesse dai media, circa un mese dopo il sisma/tsunami di magnitudo 9 sulla scala Richter dell'11 marzo 2011, in omaggio alle persone colpite. Abbattendosi sul nordest del Paese, l'onda anomala di oltre 15 metri colpì l'impianto di Fukushima dando origine alla crisi nucleare, la peggiore dopo quella di Cernobyl del 1986.
La centrale danneggiata, in una situazione ancora precaria visti i tre reattori con il nucleo parzialmente fuso, continua a rilasciare radiazioni in aria e mare, mentre per il decommissariamento ci vorranno tra i 30 e i 40 anni.
Fonte
Migliaia di persone per dire "no e per sempre" all'energia nucleare, insieme al 'No nukes Day'.
Nell'imminenza del terzo anniversario dello scoppio della crisi di Fukushima, lontana dall'essere risolta, le associazioni e i movimenti di cittadini anti-atomo si sono dati appuntamento nel pomeriggio a Tokyo, nel centralissimo parco di Hibiya, prima di dare vita al lungo corteo che ha finito il suo percorso alla Kantei, ufficio del primo ministro, e alla sede del Parlamento.
Al rumore assordante di tamburi (diversi ricavati da bidoni di petrolio) e al suono di chitarre e sassofoni, in migliaia, tra singolari travestimenti, slogan e tante bandiere "Sayonara Nucleare", hanno chiesto che "Fukushima non si ripeta ancora".
E hanno promesso di bloccare i piani del premier conservatore Shinzo Abe, intenzionato a riavviare i reattori fermati nel dopo Fukushima, almeno quella parte dei 48 attualmente esistenti in Giappone che avranno superato i test "rafforzati" sulla sicurezza. Una mossa per contenere le importazioni di petrolio e gas che danneggiano la terza economia del pianeta.
"Non sono d'accordo - ha detto con decisione Sayako Kawashima, 35 anni - E' l'occasione per puntare sulle fonti rinnovabili".
La sua posizione e' piu' che condivisa dai partecipanti a quella che e' forse la manifestazioni piu' importante, tra quelle in programma in tutto il Paese. "E' arrivato il momento di mettere in discussione ciò che il governo ha sempre detto sulla sicurezza del nucleare", ha affermato all'Ansa, un signore venuto da Yokohama, alle porte di Tokyo ("dica che sono in pensione", ha sorriso, evitando di dare il suo nome).
Parole che hanno valenza precisa alla luce del freschissimo resoconto degli esperti della Atomic Energy Society of Japan sulle cause del disastro: "Le funzioni di sicurezza non furono particolarmente danneggiate dal terremoto (prima che lo tsunami colpisse la struttura). La causa diretta dell'incidente furono le misure insufficienti per affrontare tsunami, incidenti gravi ed emergenze".
Il movimento "Sayonara Genpatsu", addio alle centrali e al nucleare, ha visto tra i promotori il Nobel per la Letteratura, Kenzaburo Oe e Ryuichi Sakamoto, attore e compositore, vincitore dell'Oscar con 'L'ultimo imperatore'. Quest'ultimo, poco prima dell'avvio del corteo, ha rimarcato che "l'incidente di Fukushima continua ancora oggi", con riferimento alla contaminazione e alle migliaia di persone ancora evacuate. Con un tablet in mano, Sakamoto ha lanciato le note di un brano "emotivo" composto, sulla scia alle disastrose immagini trasmesse dai media, circa un mese dopo il sisma/tsunami di magnitudo 9 sulla scala Richter dell'11 marzo 2011, in omaggio alle persone colpite. Abbattendosi sul nordest del Paese, l'onda anomala di oltre 15 metri colpì l'impianto di Fukushima dando origine alla crisi nucleare, la peggiore dopo quella di Cernobyl del 1986.
La centrale danneggiata, in una situazione ancora precaria visti i tre reattori con il nucleo parzialmente fuso, continua a rilasciare radiazioni in aria e mare, mentre per il decommissariamento ci vorranno tra i 30 e i 40 anni.
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