(Rinnovabili.it) – Le analisi di sicurezza a Fukushima sono state sommarie e inaccurate. Le conclusioni rese pubbliche oggi dall’AIEA, L’Agenzia internazionale per l’energia atomica, arrivano a quattro anni dalla catastrofe nucleare nella città Giapponese,
e certificano sospetti già diffusi da tempo. Nel luglio 2012, due
relazioni preparate rispettivamente da esperti indipendenti e dal
governo giapponese, erano giunte alla stessa conclusione. L’esecutivo e
il gestore avevano sopravvalutato la sicurezza degli impianti.
Secondo
l’Agenzia internazionale, infatti, l’impianto «ha manifestato alcuni
punti deboli che non sono stati pienamente valutati attraverso l’analisi
delle probabilità di sicurezza, così come raccomandano gli standard
AIEA».
Il testo diffuso stamattina è stato redatto da 180 esperti provenienti da 42 Paesi. Sono 240 pagine che verranno presentate in occasione della riunione annuale dell’agenzia, prevista per settembre.
Secondo lo studio, diverse analisi
condotte tra il 2007 e il 2009 hanno stimato la probabilità che si
scatenasse un terremoto di 8,3 gradi sulla scala Richter al largo della
costa di Fukushima, nel Giappone nordorientale. Una simile eventualità,
avrebbe portato la centrale atomica a subire uno tsunami di circa 15 metri.
Nonostante
questa valutazione, il gestore dell’impianto – la Tokyo Electric Power
(TEPCO) – e le autorità di regolamentazione giapponesi (l’Agenzia di
sicurezza nucleare e industriale NISA) non hanno preso le misure appropriate, dichiarando che «erano necessari ulteriori studi e ricerche».
L’AIEA, dunque, oggi accusa direttamente
il gestore e le autorità statali: «TEPCO non ha preso misure
provvisorie in risposta all’aumento dell’altezza stimata dello tsunami –
dichiarano senza mezzi termini gli esperti – e NISA non ha chiesto a TEPCO di agire prontamente di fronte a questi risultati».
La domanda è: perché si è fatto orecchie
da mercante di fronte a una possibilità, nemmeno tanto remota, che si
verificassero un terremoto e uno tsunami che avrebbero reso insufficienti le misure di sicurezza
per Fukushima? Secondo l’AIEA, ormai pesava «la convinzione, in
Giappone, rafforzata nel corso dei decenni, che la solidità del progetto
tecnico delle centrali nucleari sarebbe una protezione sufficiente».
Sulla base di queste credenze, TEPCO ha ritenuto di non dover spendere denaro e fatica per cautelarsi maggiormente,
proteggendo meglio il sistema elettrico dell’impianto e i generatori di
emergenza. Considerava «improbabile» la combinazione di eventi dell’11
marzo 2011, e cioè uno tsunami innescato da un terremoto di 9 gradi
Richter.
L’evento ha provocato la compromissione del sistema di raffreddamento dei reattori, cui è seguita una parziale fusione del nocciolo e il rilascio di gas radioattivo. Una sciagura che ha disperso in mare tonnellate di acqua contaminata.
Fonte
No comments:
Post a Comment
Note: Only a member of this blog may post a comment.