Statistiche

Thursday, June 23, 2011

Il capo della NASA a Roma parla del futuro dei viaggi spaziali e non menziona nessuna catastrofe imminente

Ecco due articoli che chiariscono molto bene che il capo della NASA ha solo dato delle direttive di tipo generale, ma non riferite a nessuna catastrofe imminente come voleva far credere qualche ufologo della Domenica



IL CAPO DELLA NASA CHARLES BOLDEN ANNUNCIA: "PREPARATEVI ALLE CATASTROFI"(?)

Il direttore della NASA Charles Bolden ha mandato un messaggio “alla famiglia della NASA” talmente ambiguo, talmente pieno di piccole "sorprese", e talmente suscettibile di lettura da angolazioni diverse, che lasciamo siano i nostri utenti a commentarlo.

A cura di Massimo Mazzucco



TESTO DEL MESSAGGIO

"Vorrei solo qualche minuto per parlare a tutti voi nella famiglia della NASA sulla preparazione per le emergenze. Quella della NASA è un'organizzazione assolutamente unica. Siamo l'unica organizzazione nel governo federale che è responsabile per la sicurezza ed il benessere della gente non solo qui sulla Terra ma anche fuori da questo pianeta.

Nella mia esperienza alla direzione degli astronauti, e nella mia esperienza come Marine in attività, abbiamo sempre parlato dell'importanza della preparazione delle famiglie, e di avere un adeguato programma di supporto familiare. E io temo che il nostro programma non sia valido quanto dovrebbe esserlo.

Quindi chiedo a tutti voi della famiglia della NASA, sia che abitiate sulla West Coast, …

… sulla costa Est, sulla costa del Golfo, sui Grandi Laghi, pensate ai disastri naturali che potrebbero avvenire nella vostra zona, pensate ad attacchi come l'11 settembre, che possano arrivare da forze esterne, e parlate con le vostre famiglie dei vostri compiti, e di quello che loro debbono fare per prepararsi ad eventi imprevisti.

Mettete a punto un piano di preparazione familiare, in casa vostra. Pensate ad una strategia di comunicazione per la famiglia. Dove possiamo riunirci tutti, se arriva un'emergenza e ci troviamo tutti in punti diversi della città? Cosa faremo? Ci chiameremo fra di noi con il cellulare? Pensate a cose del genere. Se avete animali pensate ad un piano di emergenza per gli animali. Come fare a garantire che qualcuno pensi a loro, se vi trovate tutti sparpagliati in luoghi diversi? Se poi qualche membro della vostra famiglia ha delle necessità speciali, preparatevi anche per quelli.

La cosa più importante per noi, al fine di portare al termine con successo la nostra missione, è che la nostra gente, le nostre famiglie soprattutto, vengano protette, in modo da poter venire al lavoro tranquilli che nel caso di una emergenzale nostre famiglie saranno protette.

Quindi torno a chiedervi di riunire le vostre famiglie e pensare a cosa dovreste fare in una situazione di emergenza. Spero che adotterete il programma di preparazione delle famiglie, mentre tutti ci prepariamo al meglio per affrontare queste emergenze. Sappiate quello che fate. Sappiate che cosa farete, che cosa vorrete che faccia la vostra famiglia nel caso di una emergenza. Ma soprattutto siate preparati."

Fonte: http://www.segnidalcielo.it/

Turisti nello spazio?

Incontro con l'amministratore della Nasa Charles Bolden, che ha tenuto una lectio magistralis all'Università La Sapienza di Roma

c

di Emanuela Gialli

La Facoltà di Ingegneria civile e industriale dell’Università La Sapienza, di via Eudossiana, è ospitata nel Chiostro della Chiesa di San Pietro in Vincoli, a due passi dal Colosseo. Ma è proprio nella Chiesa che abbiamo incontrato, prima dell’impegno accademico, l’Amministratore della Nasa, Charles Bolden, accompagnato dai vertici dell’Agenzia Spaziale Italiana. Anche noi, in attesa della conferenza stampa organizzata all’Università, stavamo visitando San Pietro in Vincoli, dove i turisti si accalcano per ammirare il Mausoleo di Giulio II, uno dei capolavori di Michelangelo Buonarroti, che raffigura Mosè nel momento della scrittura delle Dodici Tavole.

Dopo le scale del sagrato, sotto il sole capitolino, altre scale: quelle dell’Università. In cima, una folla di studenti, alcuni seduti sul prato del Chiostro, con i libri di studio sulle gambe incrociate. “Study”, dirà loro qualche ora più tardi Bolden, durante la “lectio magistralis” in stile Usa, priva cioè di quell’austerità cui siamo abituati nei nostri contesti. E’ fantastico ritrovarsi studenti tra gli studenti. Perché i giornalisti non dovrebbero mai perdere la sana abitudine di studiare, di prepararsi, prima di affrontare gli eventi che sono chiamati a seguire.

Con questo spirito entriamo in una delle aule sotto del colonnato del Chiostro, per la conferenza stampa dell’Amministratore della National Aeronautics and Space Administration degli Stati Uniti, Bolden. Afroamericano, ex astronauta, è stato chiamato nel 2009 dal Presidente Obama a guidare le politiche spaziali e aeronautiche degli Usa. E’ nato nella Carolina del Sud il 19 agosto. Sotto il segno del Leone. Ha 65 anni. E’ stato comandante di due delle quattro missioni spaziali cui ha partecipato. Ha servito gli States in Vietnam, come pilota da caccia, nei Marines. Appena insediato, ha avuto l’onere di annunciare la chiusura del Programma spaziale Constellation, lanciato da Bush nel 2004, che avrebbe dovuto portare di nuovo l’uomo sulla Luna e l’atterraggio su Marte.

Nella conferenza stampa sul Bilancio Nasa per il 2011, nel febbraio del 2010, Bolden diceva: “ Il Presidente ha aumentato il bilancio della Nasa per i prossimi cinque anni di 6 miliardi di dollari. Abbiamo convenuto che per muoverci in avanti in questo secolo ancora giovane, abbiamo bisogno di un rinnovato impegno per l’invenzione e lo sviluppo, la creatività e lo spirito imprenditoriale che è alla base del carattere del nostro Paese”. E’ forse per questo motivo che non si è scomposto più di tanto, anzi ha sorriso, alla domanda che gli abbiamo rivolto nell’incontro con la stampa, che ha preceduto la lezione con gli studenti.

Mr. Bolden, abbiamo letto che ora, con la fine dei voli dello Shuttle, si attuerà una collaborazione con i privati. Ci chiedevamo se, a fronte degli impegni di Cina e Russia a mantenere i collegamenti tra la terra e la Stazione spaziale internazionale, questo ingresso dei privati nei viaggi aerospaziali degli Usa da e per l’Iss, se è corretto quello che abbiamo letto, rischia di rendere più ‘commerciali’ quelli che sono gli obiettivi comunque della ricerca spaziale.

Bolden sostanzialmente ci ha risposto che ci sono due linee di azione parallele. Da una parte, i voli nello spazio, dall’altra la ricerca. I trasporti spaziali sono stati già ampiamente sperimentati, dunque chiedere che a sostenerli, dal punto di vista finanziario ed economico, siano le industrie tecnologiche e le imprese di settore è giusto. Altro è invece la ricerca scientifica, che ha bisogno dell’intervento umano. E qui ci ha amabilmente detto: “Se lei seguirà la lezione agli studenti – la seguirà sì?- si renderà conto dei risultati ottenuti e di quelli che gli uomini potranno ancora ottenere”.

Nella conferenza del 2010, Bolden aveva spiegato: “Stiamo per iniziare a utilizzare la Stazione Spaziale Internazionale come laboratorio nazionale, scopo per cui è stata immaginato. C’è così tanto da sapere prima di potersi avventurare in sicurezza e per lungo tempo fuori dell’orbita terrestre”. E ancora: “La Commissione Augustine (sul futuro dei Programmi Spaziali Usa, ndr) ha osservato che il vettore pesante per raggiungere la Luna non sarebbe stato disponibile fino al 2028 o 2030 e dunque che non c’erano ‘sufficienti fondi per sviluppare il lander lunare’”. Dunque, la strategia degli Stati Uniti è e sarà quella di portare avanti i programmi sulla Iss, almeno fino al 2030. Sempre dalla conferenza del 2010: “Collaboreremo con l’industria aerospaziale per fornire mezzi di trasporto degli astronauti verso la Iss, con la creazione di almeno 5 mila nuovi posti di lavoro, garantiti dalle imprese. La Nasa assegnerà fondi pubblici, per aumentare la capacità del settore commerciale a sostegno del trasporto di equipaggi nello spazio ”.

Ad aprile di quest’anno il Congresso degli Stati Uniti ha approvato il “Commercial crew program”, da attuare in più fasi. Con concorso pubblico sono state selezionate cinque, grandi aziende, i cui nomi sono stati resi noti. A loro andranno fondi pubblici. Per la seconda fase, ora in atto, c’è stato già un finanziamento di 270 milioni di dollari. Ma torniamo alla Lectio Magistralis di Bolden, ieri, nella Facoltà di Ingegneria della Sapienza di Roma. Ci spostiamo di aula. Passiamo alla Uno. Ma prima, nel Chiostro incontriamo il presidente dell’Asi, Saggese.

Presidente, affidare il trasporto degli equipaggi dalla Terra alla Stazione Spaziale ai privati, non può finire per introdurre un pericoloso, e definitivo, “elemento turistico” nella ricerca spaziale? Non si rischia una contaminazione?
Già ci sono stati sette turisti che hanno visitato la Stazione Spaziale. Hanno speso 30-40 milioni di euro a viaggio. La scienza non può essere di pochi, ma di tutti. E poi la scienza si avvale già della collaborazione di tutti. Poi certo, qualcuno lo fa per scopi nobili, qualcuno per scopi di divertimento. Si tratterà di spendere correttamente i soldi del pubblico, in modo da raggiungere obiettivi importanti, come la conoscenza dell’Universo e del nostro sistema solare, per capire in che modo si evolverà in futuro.

E’ dunque il momento della lezione agli studenti. La seguiamo fino in fondo. Al termine, incontriamo il professor Marcello Onofri, direttore del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale.

Lo Spazio diventerà territorio dei “privati”?
Siamo passati da un’età pionieristica dello Spazio, circa dieci anni fa, alla maturità tecnologica di oggi, davvero impressionante. Sì, c’è la possibilità che questo mondo produca anche dal punto di vista commerciale. Ma rimane ovviamente il fatto che per andare a fare delle missioni particolarmente complessi e per raggiungere obiettivi complessi è necessario fare ancora molta ricerca scientifica.

L’ingresso dei privati servirà a finanziarla?
Sì, ma direi che la ricerca, perché costa molto, deve restare nelle mani dei Governi. Che devono sapere che se investono un euro in ricerca, quell’euro si può trasformare in attività industriali e in avanzamenti tecnologici.

Ai vostri studenti cosa insegnate? A muoversi nelle istituzioni o anche di aprirsi ai privati?
Il nostro compito è quello di formare delle persone, che possano operare come manager o essere scienziati. E’ un insegnamento a vasto raggio, a 360°.

Quanti se ne sono andati finora?
Oh, tanti. I migliori li ho visti tutti partire.

Finito di parlare con il professor Onofri, ci si avvicina Bolden e chiede: “Ora è più chiaro il Progetto che portiamo avanti?”. “Certamente”, rispondiamo. Ma di Bolden ci ha colpito la passione con la quale ha spiegato gli obiettivi delle strategie della Nasa per la politica aerospaziale. E per questo gli facciamo i complimenti e gli stringiamo la mano. La sua stretta è convinta.

“Do all you with what you have in time that you have in the place that you are”. Questa la frase con cui Bolden ha chiuso la sua lezione.

Fonte: http://www.televideo.rai.it

No comments:

Post a Comment

Note: Only a member of this blog may post a comment.