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Friday, December 7, 2012

Passerà prima dall’Italia, la sonda tutta europea che esplorerà Mercurio

Antonio Lo Campo


Fra poco meno di tre anni, una sonda spaziale europea lascerà il nostro pianeta, partendo dalla base della Guyana Francese, in America Latina, e si dirigerà verso il pianeta più vicino al Sole, e quello, forse, un po’ meno considerato finora nell’esplorazione spaziale                                                                     




Dopo le molte sonde inviate verso pianeti certamente più interessanti dal punto di vista scientifico, con Marte e Venere in prima fila, ora anche Mercurio, che sembra quasi un gemello della nostra Luna, è diventato un obiettivo di esplorazione interplanetaria di grande interesse.                                         
Tanto che la NASA nel 2004 ha lanciato la sua prima sonda (e prima in assoluto con obiettivo Mercurio), verso questo pianeta completamente butterato di crateri di ogni forma e dimensione; è la “Messenger”, entrata nell’orbita di Mercurio il 18 marzo dello scorso anno e che ora ruota attorno ad esso per effettuare studi, misurazioni sul suo campo magnetico e per scattare fotografie.  Ci è voluto molto tempo per arrivarci (se pensiamo che una sonda raggiunge Marte mediamente in otto mesi), perché Messenger ha dovuto effettuare diversi passaggi – fionda con lo stesso Mercurio, che di volta in volta la facevano riallontanare dal pianeta, fino al definitivo ingresso in orbita.
 
Bepi Colombo, uno scienziato molto legato a Mercurio
Ma la sonda europea promette di effettuare un’esplorazione più ampia del pianeta che dista 58 milioni di chilometri dal Sole, e che ha un diametro poco più grande della Luna, di 4.878 chilometri.  Non è una novità, tanto che le sonde dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) spesso hanno battuto dei primati, come “Giotto”, la prima ad avvicinare il nucleo di una cometa, oppure come le prime e uniche sonde costruite dagli europei per esplorare Marte e Venere, che hanno poi funzionato, e con successo.
La sonda dell’ESA, che porterà con sé un bel contributo scientifico e industriale italiano, è stata battezzata con il nome di un grande scienziato e matematico del nostro paese: Giuseppe Colombo, “Bepi” per gli amici, professore all’Università di Padova e prezioso consulente della NASA. E non poteva essere altrimenti: il nome di Giuseppe Colombo (deceduto nel 1984), è infatti strettamente legato a Mercurio. 
Prima di Messenger e della sonda europea che porta il suo nome infatti, solo una sonda aveva osservato Mercurio da vicino. Ma non era quello l’obiettivo principale della missione.
Il tutto, avvenne grazie alle intuizioni e a una rotta interplanetaria molto intelligente escogitata dallo scienziato italiano, che ben conosceva Mercurio, avendone già prima rivelato gli esatti movimenti attorno al Sole.
E così, la sonda Mariner 10, lanciata dalla NASA nel 1973 venne diretta a Venere, suo obiettivo primario, ma nel sorvolo ricevette una spinta gravitazionale (il solito effetto fionda ancora oggi utilizzato) proprio da Mercurio, che con i calcoli di Colombo poté invece essere visitato per tre volte in altrettanti passaggi ravvicinati, tra marzo 1974 e marzo 1975. Mariner 10 quindi, puntando le sue fotocamere, inviò a Terra ben 12.000 fotografie del pianeta fino a quel momento mai visto così da vicino.
L’aspetto è davvero simile a quello della Luna, ovunque segnato da grandi e piccoli crateri, compreso uno, Caloris Planitia, largo 1.300 chilometri, provocato dall’impatto di un grande asteroide. I numerosi crateri di Mercurio portano i nomi anche di grandi e storici personaggi della cultura, come gli scrittori Boccaccio e Dostoevskij, musicisti come Bach e Beethoven, pittori come Botticelli e Van Gogh, poeti come Leopardi, e uno dedicato a Giosuè Carducci.
 
La sonda Bepi Colombo e il contributo industriale italiano
Ma intanto il lavoro di preparazione della sonda “Bepi Colombo” procede: il lancio infatti, in termini astronautici, è vicino.  Agosto del 2015 è il periodo in cui si aprirà la “finestra di lancio utile” con partenza dalla base europea della Guyana; la sonda dovrà essere lanciata nello spazio con la spinta di un potente razzo vettore Ariane 5, il cui ultimo stadio le fornirà la spinta necessaria per inserirsi nella traiettoria interplanetaria che la porterà in orbita attorno a Mercurio dopo sei anni.
Bepi Colombo è un progetto frutto di una collaborazione tra Europa (Agenzia Spaziale Europea ESA) e Giappone (Agenzia Spaziale Giapponese JAXA) e per il quale la società Astrium Gmbh è primo contraente. La missione si pone come obiettivo lo studio dettagliato del pianeta Mercurio e dell'ambiente che lo circonda, ed è una delle missioni più ambiziose tra quelle programmate dall'ESA.  L’ obiettivo scientifico primario di Bepi Colombo è quello di svolgere per la prima volta una osservazione ravvicinata, completa e sistematica del pianeta Mercurio, sia della sua superficie che della sua magnetosfera. 
La caratteristica tecnica della sonda riguarda lo sviluppo di particolari tecnologie per le alte temperature: infatti la distanza Mercurio-Sole è poco meno  di un terzo della distanza Terra-Sole e si stima che la radiazione solare in orbita intorno a Mercurio sia 10 volte più intensa che sulla Terra.  Per arrivare su Mercurio, la sonda nella parte esposta al Sole sopporterà temperature di circa 300°, mentre all’interno gli strumenti dovranno lavorare a una temperatura che va da 0° a 40°. E’ stato quindi necessario sviluppare materiali e dispositivi ad hoc per tutti gli elementi esposti quali le coperte termiche, le antenne, le celle solari e per i relativi meccanismi di puntamento.
Come detto, il contributo italiano è notevole. E proprio due giorni fa la Thales Alenia Space, ha annunciato la firma del contratto, del valore di circa 200 milioni di Euro, con Astrium Gmbh per la realizzazione di Bepi Colombo. Le due aziende avevano già firmato nel 2007 un’ ‘”autorizzazione a procedere”, dando così avvio al programma.  La cerimonia di firma, si è svolta presso la sede di Thales Alenia Space di Roma alla presenza di Luigi Pasquali, Presidente e Amministratore Delegato di Thales Alenia Space Italia e di Mr Eckard Settelmeyer, Direttore Osservazione della Terra, Navigazione e Scienza di Astrium Gmbh.
 
Una sonda divisa in tre parti
Thales Alenia Space Italia è parte del Team Principale, e coordina un gruppo industriale di 35 aziende europee. In particolare è responsabile dei sistemi di telecomunicazione, controllo termico, distribuzione potenza elettrica, integrazione e prove del satellite completo e di supporto alla campagna di lancio. L’azienda inoltre, sviluppa direttamente il trasponditore in banda X e Ka, il computer di bordo, la memoria di massa e l'antenna ad alto guadagno, una parabola di 1,1 metri di diametro che servirà per comunicare con la Terra ed eseguire l’esperimento di radio scienza durante la missione. Si tratta di una evoluzione dell’antenna realizzata per la missione Cassini-Huygens per lo studio di Saturno e delle sue lune. 
Anche l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), attraverso la comunità scientifica, fornisce un rilevante e diretto contributo alla missione con la realizzazione di ben 4 esperimenti su 11. Si tratta di SIMBIO-SYS, un sistema integrato di osservazione e caratterizzazione della superficie del pianeta, dell’accelerometro ad alta sensibilità ISA e dell’esperimento di radio scienza MORE, basato sul trasponditore di bordo in banda Ka (KaT), e dell’esperimento SERENA, per lo studio dell’ambiente particellare mediante due analizzatori di particelle neutre e due spettrometri di ioni.
“Siamo orgogliosi di questo nuovo contratto – ha commentato Luigi Pasquali, Presidente e Amministratore Delegato di Thales Alenia Space Italia – che ci permette di misurarci con entusiasmanti sfide tecnologiche legate al particolare scenario della missione. L’attività di integrazione e prove del satellite sarà infatti di particolare rilevanza in quanto tutti i vari moduli che compongono il satellite saranno prima assemblati e verificati in modo indipendente e poi alla fine assemblati nella struttura vera e propria del veicolo spaziale per le verifiche finali e la fase di lancio, così come allo stesso tempo siamo molto soddisfatti delle elevate prestazioni dell’ antenna sviluppata da Thales Alenia Space, necessarie e indispensabili per affrontare le severe condizioni ambientali di Mercurio”.

Fonte:  http://www.lastampa.it

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