Svelato il mistero della luce di Andromeda
Il bagliore nella galassia è stato causato da un buco nero
Risolta l'origine della misteriosa e intensa luce osservata nella
galassia di Andromeda: è stato il getto di un piccolo buco nero che sta
mangiando la sua stella compagna.
Descritta sulla rivista Nature, la scoperta si deve a un gruppo
coordinato da Matthew Middleton, dell'università britannica di Durham e
dell'Istituto di Astronomia 'Anton Pannekoek' ad Amsterdam. Al lavoro
hanno partecipato gli italiani Massimo della Valle direttore
dell'Osservatorio di Capodimonte dell'Istituto Nazionale di Astrofisica
(Inaf), Marina Orio, dell'Osservatorio di Padova dell'Inaf, Gloria Sala
del dipartimento di Fisica e ingegneria nucleare di Barcellona.
Osservando Andromeda con i telescopi spaziali Swift della Nasa e
XMM-Newton dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), gli astronomi avevano
visto in passato un improvviso bagliore brillare ai raggi X che si è
affievolito nel corso di sei mesi. Per anni si è dibattuto se emissioni
provenissero da buchi neri di piccol dimensioni oppure molto grandi.
La scoperta pubblicata su Nature svela il mistero: il getto luminoso è
stato prodotto da un piccolo buco nero, della massa pari a 10 masse
solari che si nutre della materia della sua compagna stella che sta
ingoiando più velocemente che può. Il bagliore è emesso dalla materia
che cade nel buco nero. L'oggetto produce anche onde radio ed è definito
un microquasar.
''Il tasso di accrescimento di questo oggetto è vicino al limite
teorico'' osserva Della Valle. Per le teorie la sorgente dovrebbe
spegnersi perché ''l'energia della materia in caduta sul buco nero
dovrebbe generare tanto calore e radiazione - spiega Della Valle - da
'soffiare via' il materiale in caduta e spegnere la sorgente ma questo
non accade''.
Il modo in cui questo oggetto divora materiale e cresce, secondo Della
Valle, può chiarire anche il meccanismo in azione nei quasar
(radiosorgenti quasi stellari) che si sono formati nel giovanissimo
universo, 500 milioni di anni dopo il Big Bang, e che hanno poi
redistribuito la materia da cui sono nate stelle e galassie.
''Pensiamo – rileva Middleton - che sia lo stesso meccanismo all'opera
nei quasar dove vi sono buchi neri milioni di volte più massicci.
Tuttavia, nei sistemi più piccoli, le cose accadono più rapidamente e ci
permettono di vedere la fisica al lavoro''.
Fonte: ansa.it
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