Dopo aver degnamente celebrato il passaggio alla Nuova Era con la nostra festa al B&B Espressione Arte del grande Gerry Lafratta, il tanto discusso 21 dicembre 2012, e goduto della magnifica presentazione offertaci in tale occasione dal mitico Jervé, è giunto il momento di tirare le somme sull’affaire Keshe. Seguire i tre convegni di fila organizzati in Italia nei giorni 15-16-17 di questo mese (a Montichiari, Abano Terme e Bologna) è stato un autentico tour de force, per quanto necessario a cercare di capire se ci troviamo davvero di fronte ad una rivoluzione scientifica e tecnologica epocale, oppure ad una bufala ben architettata e sostenuta… ma in tal caso, a vantaggio di chi? L’ingegner Keshe non è stato di grande aiuto nel cercare di dirimere l’annosa questione: molti dei partecipanti, dopo aver pagato dai 30 ai 50 euro per assistere agli eventi, si aspettavano una dimostrazione pubblica del mitico reattore, o almeno qualche documentazione concreta dei suoi esperimenti, e sono rimasti piuttosto delusi nel sentire e vedere materiale perlopiù disponibile in rete ormai da settimane, se non da mesi, o vedersi propinare alcune sequenze filmate che non mostravano nulla di conclusivo, generando ancor più confusione. Per non parlare poi del “modellino” (o presunto tale) di un reattore, platealmente maneggiato dallo scienziato iraniano con tanto di guanti in lattice…
Paradossalmente, proprio dopo la sua esposizione più riuscita e convincente, almeno secondo me, di quella che è l’infrastruttura teorica della fisica da lui proposta (a Bologna), Keshe si è palesemente innervosito quando gli ho gentilmente fatto notare quanto sopra esposto, evocando le minacce subite dalla sua persona e dai suoi familiari e i pericoli che sta correndo, ricordando i sequestri di materiale subiti dalle autorità del governo belga e della sua stessa persona da quelle canadesi, durante uno scalo in un suo viaggio verso il Messico.
Senza entrare nei dettagli, in varie occasioni ha rilasciato dichiarazioni risultate in alcuni casi palesemente esagerate o quantomeno fuorvianti riguardo a ingegneri italiani che starebbero producendo un prototipo di reattore o aziende nostrane pronte a produrlo in serie. Per non parlare degli enormi problemi logistici e finanziari dei quali si sono fatti carico i vari organizzatori degli eventi, nel gestire un entourage di dieci persone in arrivo da posti diversi presso aeroporti diversi, da sistemare in varie strutture e da spostare a destra e a manca sotto scorta, in una cornice quasi hollywoodiana che sfiorava il grottesco.
Memore dei numerosi annunci eclatanti, poi finiti in una bolla di sapone, dei quali sono stato testimone negli ultimi anni (dall’auto volante di Moller ai vari generatori free energy presentati come pronti per la produzione e commercializzazione e di cui non si è saputo più nulla, come l’Orbo della Steorn) rimango estremamente prudente, ma anche speranzoso che quello di Keshe possa essere davvero il punto di svolta che molti di noi auspicano…
Tom Bosco – Fonte: http://www.nexusedizioni.it/blog/2012/12/28/lenigma-keshe/
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