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Saturday, September 7, 2013

Un fiume sotto Fukushima. Ecco come le scorie finiscono in mare

Una vera e propria cascata sotterranea che, passando per Fukushima, ne trascina in mare i detriti radioattivi

 Un fiume sotto Fukushima. Ecco come le scorie finiscono in mare

La fuga d’acqua contaminata dalla centrale giapponese, due anni fa colpita dallo tsunami, si arricchisce di nuovi particolari.
Un video diffuso dal gestore Tepco rivela il transito di un corso d’acqua proprio sotto il reattore numero 1. Finora si è tentato di contenere i danni, ma limitarsi ad aspirarla si è rivelata una battaglia persa in partenza.
In totale, le stime rivelano già la presenza di 400.000 tonnellate d’acqua contaminata da sostanze radioattive. Almeno 300 se ne riversano ogni giorno nel sottosuolo, per poi confluire nell’Oceano.
Con l’annuncio alle porte del paese che ospiterà i Giochi Olimpici del 2020, il governo si è affrettato ad allentare i cordoni della borsa e a promettere un pronto intervento.
Appena pochi giorni fa, l’annuncio che una cifra pari ad oltre 35 milioni di euro sarà destinata alla costruzione di una “gabbia di ghiaccio”.
Dei condotti d’acciaio pomperanno cioè un liquido refrigerante a 30 metri di profondità, ghiacciando così il suolo sottostante al reattore e isolandolo dai corsi d’acqua.
Il via ai test è atteso non prima della metà di ottobre. I costi per la sola sperimentazione sono stimati all’equivalente di quasi 10 milioni di euro. Perché si passi alla fase operativa bisognerà però attendere fino a marzo 2015.
Sul totale dell’operazione – per circa un terzo finanziata dalla Tepco che gestisce l’impianto – il governo ha approvato un contributo pari a quasi 250 milioni di euro.
“Finora abbiamo lasciato che Tepco gestisse una buona parte dei lavori – ha detto il Ministro giapponese di economia, industria e commercio, Toshimitsu Moteghi -. D’ora in poi il governo prenderà in carico quelli più urgenti e fornirà il budget necessario. La speranza è che il nostro intervento contribuisca ad accelerare le procedure”.
Rassicurazioni governative che precedono di poche ore la bacchettata a Tepco dell’autorità di controllo per l’energia nucleare. Ultimo rimprovero in ordine di tempo, quello di una comunicazione confusa sulla reale dimensione della contaminazione a Fukushima.

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