Nel 2020 l’agenzia spaziale statunitense invierà una sonda per capire se la composizione chimica e l’habitat di Europa, il quarto satellite del pianeta, può essere compatibile con la vita extraterrestre.
Luca Pierattini
La Nasa ha dato il via alla missione che porterà a scoprire se Europa, il quarto satellite di Giove, possiede il giusto habitat per ospitare la vita extraterrestre. Nel 2020 partirà la sonda statunitense che rimarrà per tre anni nell’orbita del quinto pianeta del sistema solare per analizzare e studiare la superficie ghiacciata del corpo celeste. Europa ha più o meno le stesse dimensioni della Luna ma per la grandissima quantità di acqua salata unita alla superficie rocciosa è considerata uno dei posti migliori per trovare tracce di vita.
«Secondo le scoperte della missione Galileo di un decennio fa, confermate dalle osservazioni con il telescopio Hubble, sotto lo strato di ghiaccio in superficie c’è un oceano di acqua salata grande due volte quello sulla Terra. Questa missione ci aiuterà a fare grossi passi avanti nella comprensione dell’abitabilità di Europa” ha spiegato John Grunsfeld, il capo del team che sta guidando la missione alla Nasa. Le conoscenze sul satellite risalgono agli anni duemila quando la sonda Galileo orbitò intorno a Giove e riuscì a mappare appena il 10% della sua superficie. «Se abbiamo visto cose incredibili solo sul 10 percento della superficie, è difficile immaginare quali cose incredibili vedremo quando guarderemo il resto di Europa a risoluzione ancora migliore» ha detto uno scienziato del team, Curt Niebur.
Tre anni fa Hubble permise di vedere del vapore acqueo sollevarsi dalla superficie: l’obiettivo è capire se ci possano essere state reazioni chimiche complesse tra tra il mare e la superficie del satellite al di sotto dello strato di ghiaccio. Per fare questo la navicella, alimentata da energia solare, compirà almeno 45 passaggi ravvicinati con le soluzioni tecnologiche più avanzate per capire la composizione chimica del satellite nonché l’eventuale presenza di gayser sotterranei. Questi due fattori saranno fondamentali per capire se l’ecosistema sarebbe in grado di essere abitabile da forme di vita al di fuori della Terra. Una missione considerata prioritaria dall’organismo statunitense e che costerà all’incirca 3 miliardi di dollari.
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