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Wednesday, December 29, 2010

Quei Vip in coda al citofono di Gene Homer all'italiana


TEATRO/1. Le sparate del comico di Fidenza, quasi emulo di Simpson
Gnocchi a Montecchio con "Cose che mi sono capitate": un catalogo tanto improbabile quanto ridicolo nel suo legarsi alla stretta attualità

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Il monologo di Gnocchi a Montecchio Maggiore. D. MARZOTTO

Gianmaria Pitton

17/12/2010 MONTECCHIO MAGGIORE

Non si può certo dire che Gene Gnocchi non abbia conoscenze altolocate. Se a uno capita che gli suonino al citofono, per dire, Angelina Jolie, il Papa e Gheddafi, significa che qualche entratura ce l'ha. E poi lo cercano tutti per chiedergli di risolvere problemi: Angelina Jolie non trova babysitter per i suoi 80 figli, 40 naturali e 40 adottati, che si rivelano una tale calamità da rendere necessario l'intervento di Bertolaso. Il Papa vuole svecchiare la sua immagine e cerca chi gli traduca in latino le barzellette di Berlusconi. Gheddafi, poi, è stato invitato all'Onu ma non sa come coordinare il kalashnikov alla sahariana. Ma come, lo rimprovera Gnocchi, nella tua tenda condominio (sì, tenda condominio. Chi di noi non ha mai visitato la tenda condominio di Gheddafi?) vive anche Just Cavalli, domanda a lui che è stilista. No, risponde Gheddafi, con lui non ci parlo, mi ha zebrato i carri armati che adesso quando vado a fare la guerra sembra un gay pride, ho dovuto nominare generale dell'esercito Lele Mora.
Quando si hanno conoscenze di questo genere è facile che succeda di tutto. Gnocchi lo racconta in Cose che mi sono capitate, l'altra sera al teatro Sant'Antonio, ricorrendo alla cifra stilistica su cui basa il suo umorismo: se altri comici esagerano parlando di fatti di vita normale, così da metterne in evidenza l'aspetto grottesco, Gnocchi le spara altissime, a partire dall'introduzione, quando chiede agli spettatori qualche minuto di pazienza perché prima dello spettacolo deve compilare un questionario per diventare astronauta. Ha mai incontrato alieni? Sì, Cicchitto. Quant'è lungo un anno luce? E se è bisestile? Ha mai fatto parte di gruppi terroristici? Sì, un gruppo che univa fondamentalisti islamici e testimoni di Geova: facevano esplodere i citofoni.
Il citofono è presenza ricorrente nello spettacolo. Viene da immaginare casa Gnocchi, a Fidenza, dove quando squilla il citofono può essere letteralmente chiunque a trascinare Gene, che non dice di no a nessuno, in avventure surreali ed esilaranti. Il citofono diventa anche strumento di lavoro, perché Gnocchi tra i suoi mille impieghi ha fatto anche lo sbobinatore delle intercettazioni delle citofonate. Ma era un po' noioso, così ha ripiegato su altre cose, come una ditta che posava la granella sul Buondì, oppure il comunicatore di cattive notizie: chi ha detto a Veronica Lario che Berlusconi, quando ha preso in testa il souvenir del duomo di Milano, non si è fatto niente? Chi ha detto a Bersani che era diventato segretario del Pd?
Il paragone sembrerà azzardato, ma Gene Gnocchi ricorda Homer Simpson: un uomo medio a cui capitano cose pazzesche che lui vive e poi racconta con molta semplicità, stupendosi dello stupore degli altri. In una puntata geniale, un personaggio si sorprende che Homer abbia girato per il mondo, conosciuto presidenti, viaggiato in una navetta spaziale. «Ma come – gli dice Homer – tu sei mai andato nello spazio?». «Non so se qualcuno di voi – dice Gnocchi al pubblico – non sia mai andato in camporella con la Prestigiacomo», e l'effetto straniante scatena la risata. I molti impegni del comico limitano, per così dire, lo spettacolo a una serie di racconti, senza una cornice in cui inserirli, come accade invece in lavori strepitosi, fin dal titolo, come La constatazione amichevole nei tamponamenti tra mietitrebbie.
Ma si ride molto e di gusto – a patto di accettare l'originalità di Gnocchi. Lui è bravissimo a non perdere un colpo mentre inanella aneddoti su aneddoti, introducendo di volta in volta elementi che producono altre storie, e con espressioni del viso che a volte sono meglio della battuta. E le barzellette di Berlusconi per il Papa? «Santità – risponde Gene – sono così vecchie che nascono già in latino!».

Fonte: http://www.ilgiornaledivicenza.it

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