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Monday, December 6, 2010

LA SFIDA DEL LIBRO DI LESLIE KEAN

Il mondo vada a rapporto sugli Ufo

Scritto da: Flavio Vanetti alle 18:57
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Fonte: http://misterobufo.corriere.it/

Il collega Angelo Pugliese, uno degli amici del nostro blog, ha letto il recente libro di Leslie Kean e ha preparato questa recensione-riflessione che volentieri pubblico.

Leslie Kean UFOs _ _ _ On The Record.jpg
In un contesto, come quello della ricerca legata ai fenomeni ufologici, sempre in bilico tra “scetticismo ideologico” e altrettanto “dogmatismo religioso”, in cui ci si divide in maniera partigiana e a volte “politicizzata” tra “atei” e credenti”, il libro della giornalista americana Leslie Kean “Ufo's, Generals,Pilots,and the Governement officials go on the record” (edito solo in lingua inglese dalla “Harmony books” e reperibile in Italia esclusivamente tramite acquisto on line) è davvero spiazzante e anche “terapeutico”. Spiazzante perché sceglie di costruire un libro di inchiesta individuando quelli che dovrebbero essere dei “testimoni” inattaccabili per la loro credibilità. Ovvero, in primis i piloti di voli di linea o di jet militari (ma anche uomini politici con incarichi di Stato nei loro Paesi) e i relativi superiori. “Terapeutico” perché, evitando di fare incursioni nel “fantastico” e nel “surreale”, decide di affrontare anche l'aspetto politico e sociale legato alla comunicazione del fenomeno Ovni, confrontandosi con Denny Letty, uno degli autori del “Dossier Cometa” (rapporto stilato da establishment scientifico-militare francese sugli Ufo e inviato all'attenzione del Presidente Chirac nel 1999) o facendo proprie le argomentazioni del saggio del 2008 dei docenti di scienze politiche dell'Università dell'Ohio (Alexander Wendt and Raymond Duvall) sui risvolti politici della sola possibile esistenza del fenomeno (“Sovranità e Ufo”). E la terapia, in questo caso consiste appunto nell'individuare anche la patologia per cui il fenomeno tende ad essere negato “a priori”. Non tanto una “cospirazione organizzata”, quanto la teoria del “se faccio finta che non esiste, non esisterà”, che è alla base del rifiuto di creare, nel XXI secolo, agenzie governative (alla luce del sole almeno) che si occupino pubblicamente del fenomeno e che facciano dei rapporti accessibili a tutti. La stessa Kean si definisce “non una credente ma semplicemente una giornalista che ha rispetto per i fatti che va a raccontare”. Fatti che sono da prima narrati oggettivamente in un riepilogo, prima dell'intervista, col “testimone”. La Kean procede con un capitolo introduttivo, sia che si tratti dell'ondata di avvistamenti della Valle dell'Hudson del 1980 o degli Ufo triangolari del Belgio tra il 1989 e il 1990 o di quelli brasiliani del 1976 o delle “Luci di Phoenix” del 1997. Gli episodi vengono poi “interiorizzati” col racconto in “presa diretta” del pilota, del colonello, del generale, gente che in volo o dalla torre di controllo (o magari semplicemente con i propri occhi, in qualche raro avvistamento “a terra” come quelli della notte di Natale del 1980 nel Regno Unito) è protagonista di un evento unico e eccezionale. La prefazione al libro, curata da colui che è stato il Capo di Gabinetto della Presidenza Clinton, John Podesta (e anche capo del “Transition Team” che ha aiutato Obama a preparare il passaggio dalla Presidenza Bush alla propria amministrazione), persona che si definisce “uno scettico curioso”, da sicuramente ancora più credito al lavoro della Kean. Podesta non si è solo limitato a scrivere la premessa al testo, ma ha anche aiutato, attraverso il suo lavoro primario di avvocato, l'organizzazione della giornalista, vale a dire la “Coalizione per la libertà di informazione”: è stata costituita con lo scopo di ottenere la revoca del segreto su migliaia e migliaia di avvistamenti negli Stati Uniti nel 2001. Gli avvistamenti di Teheran, Rendlesham Forest, Cile, Perù, Brasile, ma anche il confronto tra diverse “linee di azione” che potrebbero esserci tra Usa, Gran Bretagna, Francia e il mondo intero sulla gestione complessiva del fenomeno, fanno da sfondo ad un libro che non è solo una inchiesta e non è neanche un saggio, salvo essere entrambe le cose allo stesso tempo. E' un opera, quella della Kean, che vale la pena di valorizzare e di pubblicizzare nella maniera più ampia perché è la prima, dopo tanto tempo, che ha la possibilità di provocare un dibattito a livello di opinione pubblica mondiale sulla “serietà” del fenomeno e sulla incombente “necessità” di “istituzionalizzarlo” per iniziare a “coordinare e preparare” la gente comune, se non a una verità assoluta, almeno a una serie di piccole “ammissioni di “verità”: ovvero, che esiste un fenomeno inspiegabile e che è probabilmente dovuto ad oggetti non irreali ma artificiali, la cui fabbricazione non è ascrivibile alla civiltà umana attuale. A dire ciò non è la giornalista d'oltreoceano, ma i diretti interessati e testimoni che, comunque, di tecnologie aerospaziali se ne intendono. E' auspicabile che qualche casa editrice italiana compri i diritti di questo libro. Ma soprattutto, è augurabile che l'opinione pubblica europea e italiana e (perché no?) anche i politici sappiano fare proprio il desiderio di “maggiori informazioni” su un fenomeno che riguarda praticamente l'intero nostro continente, per non dire il mondo intero.

Angelo Pugliese

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