Statistiche

Monday, October 22, 2012

2013: Negli USA sarà obbligatorio il microchip sottocutaneo






Ecco come in USA viene pubblicizzato il microchip sottopelle che consentirà di tenere sotto controllo l'intera popolazione.




Senza di esso non si potrà acquistare nulla perchè su di esso saranno inclusi tutti i dati personali, compreso il conto in banca, e se qualcuno si ribellerà allo stato basterà che nella sala dei bottoni qualcuno decida di spengere il microchip e si diventerà immediatamente dei criminali da arrestare.

Nel video seguente la spiegazione di come funzionerà il controllo sociale....




Microchip sottocutaneo obbligatorio presto anche in Italia ?!? 

 

Tutto comincerà così: 

 

Bancomat obbligatorio per pagamenti di 50 euro?

06/09/2012 - L'agenda digitale del governo prevede l'obbligo di accettare pagamenti elettronici per ogni acquisto o parcella superiore a quella cifra anche nei piccoli negozi. Per combattere l'evasione. Ma non mancano le perplessità. E molti esperti dissentono

Bancomat obbligatorio per pagamenti di 50 euro? 
Dopo l’abbassamento a mille euro della soglia dei pagamenti in contanti il governo è intenzionato ad imporre un ulteriore stretta agli acquisti e parcelle saldate con monete e banconote.
UN NUOVO LIMITE POSSIBILE – Lo ha rivelato ieri l’agenzia di stampa TMNews anticipando il contenuto della cosiddetta Agenzia digitale che sarà contenuta nel secondo decreto sviluppo. La bozza del secondo ‘Crescitalia’ (il primo provvedimento è stato approvato a giugno), contiene norme per la semplificazione burocratica e la digitalizzazione del paese, prevede un’estensione dei pagamenti elettronici, con bancomat o carta di credito, a tutte le spese superiori ai 50 euro. Il tetto, valido sia per il commercio che per artigianato e professioni, dovrebbe entrare in vigore il primo luglio 2013, ad un anno esatto dall’introduzione del limite dei 1000 euro: tutti gli esercenti in sotanza dovranno dotarsi di un dispositivo per ricevere pagamenti elettronici. Obbligatoriamente. Ovviamente nessuno garantisce, o è costretto a giurare, che quanto emerge oggi (le informazioni sono riprese da Repubblica) arrivi poi ad un via libera definitivo o non venga fortemente ridimensionato. Il dibattito è comunque aperto, ed anche stavolta, c’è da giurarci, sarà intenso.

VECCHIO DIBATTITO – Il drastico e repentino abbassamento del tetto ai pagamenti in contanti (nel caso odierno parliamo però di mera estensione della possibilità di pagare con carta elettronica) ha sempre sollevato in Italia un aspro confronto tra favorevoli e contrari. Ai tempi del governo Prodi (Tommaso Padoa Schioppa all’Economia con Vincenzo Visco vice), ad esempio, nel 2006, il centrodestra ostacolò in maniera arcigna il piano che prevedeva che dal 2008 le parcelle dei professionisti sarebbero state pagate in contati fino ad un massimo di 100 euro. Giulio Tremonti, responsabile dell’economia della compagine berlusconiana, tuonava: “Il decreto non vi riempirà le casse erariali, ma vi svuoterà le urne elettorali”. E ancora: “Non è un messaggio di lealtà fiscale, ma un messaggio di occhiuta incombente presenza dello Stato sui cittadini”. Fu proprio lui, successivamente, nel maggio 2010, ad abbassare il tetto ad ogni tipo di pagamento in contanti ai 2.500 euro. Lo stato di emergenza in cui sono stati chiamati ad intervenire i tecnici, dunque, ha vanificato il muro contro muro tra maggioranze ed opposizioni e reso momentaneamente il clima del dibattito più disteso.I CONTRO – Chi si oppone ai pagamenti elettronici estesi fino alle spese di importo basso sostiene che troppe persone, soprattutto dipendenti pubblici ed anziani non sono abituati ad utilizzare soldi virtuali. Gli italiani utilizzano contante per il 50% in più rispetto agli altri Paesi europei. La tracciabilità dei flussi di denaro può in alcuni casi, dunque, generare caos anche per banali compravendite. Non è un caso se nel luglio scorso, da quando pensioni e stipendi superiori ai mille euro non possono più essere più incassati in contanti, l’Inps ha previsto un periodo transitorio di tre mesi per chi non aveva ancora un conto. L’Istituto continua a pagare le mensilità, in assegni però, in attesa che il pensionato si decida ad aprire una pratica bancaria. Poste e banche versano, dunque, il contante su un conto trasnitorio, per poi trasferirle al conto del pensionato. Le somme accantonate saranno restituite all’Inps una volta scaduto il termine del 30 settembre. Evidentemente non tutti pronti per pagare di più digitando un PIN.

Fonte: http://www.giornalettismo.com

E quandoi si arriverà al microchip sottopelle obbligatorio ecco cosa accadrà a chi verrà spento il microchip o a chi riuscirà a non farselo innestare...



Microchip neurale: Italia, Germania e Israele in prima linea per il Nuovo Ordine Mondiale

microchip-cerebrale.jpg











Inarrestabile! Il progetto di impiantare un microchip nella nostra testa continua ad appassionare l'élite illuminata e l'impressione che se ne ricava è che costoro abbiano anche una certa fretta. Non c'è verso: prima o poi troveranno la scusa giusta per impiantarci questo benedetto - o maledetto - chip. Non è una caso che per giustificare l'impianto del piccolo marchingegno vengano carezzate le corde più sensibili dell'animo umano: una volta è per tenere sotto controllo la salute, un'altra volta è per garantire la sicurezza e l'impegno scolastico degli studenti, un'altra volta ancora per consentirci di comunicare con una sorta di telefono cellulare impiantato nel nostro corpo.
Questa volta tocca di nuovo alla medicina. Come riportano i maggiori siti di informazione italiana (La Stampa, Ansa, Libero, ecc..), un consorzio tra scienziati italiani, israeliani e tedeschi coordinato da Stefano Vassanelli, neurofisiologo al Dipartimento di Scienze biomediche dell'Università di Padova, ha sviluppato un microchip al silicio impiantabile nel cervello e capace di stabilire una comunicazione bi-direzionale e ad alta risoluzione con neuroni cerebrali - alquanto inquietante -.
Nelle intenzioni dichiarate dai ricercatori, la nuova tecnologia sviluppata in CyberRat rappresenta la base di partenza per lo sviluppo di nuovi sofisticati strumenti sperimentali utili a capire come le reti complesse che i neuroni creano nel cervello interconnettendosi sono in grado di elaborare le informazioni e, meraviglie delle meraviglie, in futuro l’applicazione di questa tecnologia sarà utilizzata per la creazione di neuroprotesi “intelligenti”, capaci di registrare l’attività cerebrale ad alta risoluzione, elaborare delle risposte mediante microelaboratori su chip e stimolare il cervello in un circuito ibrido neuro-elettronico (stronzate tecnicomediche, n.d.r.). Questo approccio sarà di grande aiuto per la terapia di malattie neurologiche, tra cui il Parkinson e l’epilessia.
Non è chiaro se l'impianto del microchip è definitivo o temporaneo. Non sono chiare le controindicazioni per una tecnologia così invasiva, che, come dichiarato dai ricercatori, è in grado di "stabilire una comunicazione bi-direzionale", cioè il chip è in grado sia di trasmettere dati che di riceverli. Ricevare dati per fare cosa? Manipolare le aree del cervello colpite dal Parkinson? E se fosse possibile manipolare le aree del cevello sane? Ai posteri l'ardua sentenza.

Fonte:  Fonte: http://ilnavigatorecurioso.myblog.it

 

 






No comments:

Post a Comment

Note: Only a member of this blog may post a comment.