La zona rossa attorno al Vesuvio è quella che riguarda una grossa fetta di popolazione che, in caso di eruzione dell'unico vulcano attivo dell'Europa continentale, richiederebbe, per essere messa in salvo, l'evacuazione immediata.
L'altro ieri è stata allargata l'area di interesse di questa pericolosa
fascia che, dai 18 comuni interessati dal 2001, è arrivata a 24, a cui
vanno aggiunti anche tre quartieri di Napoli est: San Giovanni a Teduccio, Barra e Ponticelli.
Il Vesuvio non
è affatto un vulcano spento e quindi innocuo, bensì in semplice
quiescenza dal 1944; inoltre essendo di carattere esplosivo, una sua
eruzione sarebbe alquanto pericolosa per tutti i territori limitrofi.
L'area rossa delimitata dalla Protezione Civile e dagli esperti di
settore, si divide in due diverse parti: la prima è quella interessata
da eventuale materiale magmatico incandescente, la seconda invece da
aree dove lapilli e ceneri potrebbero comportare, con il loro peso, il
crollo degli edifici.
In caso di eventuale emergenza, l'evacuazione è
prevista con una tempistica di tre giorni e riguarderebbe al momento
800.000 persone, anche se potrebbe esserci una scrematura a seguito di
prossime analisi che comunque non potrebbe scendere al di sotto della
soglia dei 600.000 abitanti. I cittadini, a seconda del comune di
residenza, verrebbero spostati in altre regioni, dal Piemonte alla
Sicilia.
In questo caso la preoccupazione maggiore è però lo stato della
viabilità stradale non adeguata: questo potrebbe spingere a modificare
il piano che al momento prevederebbe solo l'utilizzo di mezzi su gomma,
estendendolo anche ad altri sistemi di trasporto.
Anche i Campi Flegrei preoccupano.
Non è solo il Vesuvio però ad allertare gli scienziati. I Campi Flegrei hanno
infatti mostrato una movimentazione anomala che ha convinto gli esperti
a passare da un allarme di livello base a uno di attenzione: colpa
dell'accelerazione dei movimenti pari a tre centimetri al mese.
In caso di emergenza, anche qui è predisposto un piano di evacuazione
che coinvolgerebbe 400.000 persone. A differenza del Vesuvio, i timori
maggiori sono però legati all'impossibilità di prevedere dove potrebbe
aprirsi un'eventuale bocca eruttiva.
La Protezione Civile,
che ha dichiarato che vista la complessità della situazione non è in
grado di garantire un piano che prenda in considerazione ogni possibile
aspetto, lancia però un ulteriore allarme: una totale mancanza di presa
di coscienza della popolazione locale dei pericoli, al punto che una
percentuale altissima di popolazione, tra il 70 e l'80% non sa neanche
di vivere al di sopra di un sistema vulcanico.
Gerd Dani
Fonte: http://www.free-italia.net
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