Un dispositivo elettronico, da indossare sulla cintura, in grado di monitorare i movimenti e segnalare un’eventuale pausa superiore al minuto e mezzo, imposto ad alcuni dipendenti dell’autogrill MyChef. La notizia arriva da oltreconfine, dal giornale francese Le Monde, ma porta dritto dritto in Italia. E più precisamente all’area di servizio autostradale che si trova all’uscita Pioppa Ovest, sull’autostrada A14, Bologna-Taranto.
Secondo
il quotidiano transalpino, nel bar, gestito dal gruppo francese Elior,
i lavoratori sono stati costretti a mettere una sorta di cintura
capace di trasmettere segnali elettronici a una centrale operativa. Il
sistema riesce a rilevare la posizione dei dipendenti e a mandare un
avviso quando una persona resta senza muoversi, per un periodo
superiore ai 90 secondi. Un sistema di controllo a distanza, insomma.
Pubblicato
il 18 marzo, in poche ore l’articolo di Le Monde è rimbalzato in
Italia. E anche tra i tavoli del MyChef qualcuno lo ha letto. “Non si
tratta di un vero e proprio braccialetto elettronico come scrivono –
precisa un dipendente al fattoquotidiano emilia romagna, mentre dà il
resto di un pacchetto di caramelle – ma di un dispositivo agganciato
alla cintura, con un sistema gps integrato”. È
pomeriggio, il cassiere non lo indossa: “Ce l’hanno solo quelli del
turno di notte. Hanno detto loro che serve per garantire la sicurezza,
dato che con il taglio del personale qui sono rimasti solo in due a lavorare dopo mezzanotte”.
Nessuno però conosce esattamente il funzionamento. Le informazioni sono confuse. Alcuni lo definiscono “simile a un walkie talkie“.
Altri una sorta di salvavita: ”Se non ti senti bene e non ti muovi,
vengono a soccorrerti”. Il sospetto, azzarda sottovoce qualcuno, è che
venga sfruttato anche per mantenere sotto osservazione i
ritmi di lavoro. Perché se una persona è immobile, non vuol dire per
forza che abbia un malore o che stia subendo una rapina. Potrebbe
trattarsi semplicemente di una sosta fuori programma. Parlarne
apertamente però è vietato, e così, dopo due parole, la maggior parte
dei lavoratori taglia corto: “Non ne so nulla – alza le spalle una
ragazza – e comunque sono informazioni riservate”.
L’azienda non smentisce
anche se ci tiene a portare la sua versione. Secondo il gruppo
francese, un colosso presente nelle strade e nei centri commerciali di
tutta Italia, si tratta di un sistema antirapina,
adottato per garantire la sicurezza di coloro impiegati nei turni
notturni, che scatta quando una persona resta sdraiata a terra.
Intanto,
i sindacati sono già sul piede di guerra. La notizia ha avuto
l’effetto di una doccia fredda. “L’azienda ci aveva proposto l’utilizzo
di questo attrezzatura circa 15 giorni fa, a margine di un incontro
sulla flessibilità” racconta Malgara Cappelli, alla guida della Fisascat Cisl
di Bologna. “Ma avevamo subito detto no. Non avremmo mai immaginato che
l’azienda potesse procedere senza l’accordo”. Ora le sigle promettono
battaglia. Il prossimo passo sarà chiedere una verifica
dell’ispettorato. “Ci è stato presentato come un dispositivo che parte
quando una persona è distesa, così da avvertire subito i soccorsi. E
invece ci hanno raccontato che si attiva anche quando si rimane immobili
per più di 90 secondi, collegandosi con una centrale operativa che
nessuno sa dove si trova”.
Le
segnalazioni, aggiunge, possono scattare anche se un dipendente si
ferma per dare un’informazione al cliente. È capitato. “Si tratta di
una cosa aberrante”. Nei prossimi giorni, quindi, il
sindacato si muoverà su due fronti. “Da una parte l’azienda non può
pensare di ridurre il personale, lasciando solo due persone di notte
(una per reparto), per poi occuparsi della sicurezza
con dei sistemi elettronici. Dall’altra, lo strumento prefigura una
forma di controllo a distanza. Senza contare che non sappiamo nemmeno
come e da chi sono gestite le informazioni trasmesse alla centrale”.
Giulia Zaccariello
tratto da http://www.ilfattoquotidiano.it
No comments:
Post a Comment
Note: Only a member of this blog may post a comment.