Nulla è ancora scritto, secondo il responsabile di Opera. Le anomalie nell'esperimento sulla velocità delle sfuggenti particelle sono ancora ancora tutte da verificare
“In realtà è successo quello che avevamo sempre detto che poteva succedere”, riferisce Ereditato. “Abbiamo finalmente trovato un paio di effetti - continua - che potrebbero parzialmente o totalmente spiegare i nostri risultati”. In effetti, i fisici di Opera è da settembre che lavorano alla caccia di qualche anomalia che potesse aver influito sulle loro straordinarie misure . “Non abbiamo mai parlato di scoperta - dice - e abbiamo sempre preferito essere cauti e coinvolgere l’ intera comunità scientifica per aiutarci a capire cosa ci ha portato a ottenere all’inizio una misura così sorprendente”. E ora potrebbe essere arrivato il punto di svolta. “Non sappiamo esattamente quanto queste due anomalie - precisa Ereditato - abbiano influito sui nostri dati. Siamo di fronte a un puzzle davvero complicato: da un lato abbiamo trovato un’anomalia a favore delle misure di settembre, poiché in base ad essa i neutrini risultano essere più veloci; dall’altro lato abbiamo scoperto un effetto che contraddice le nostre prime misure”.
Che questi effetti abbiano falsato le misure, secondo cui i neutrini possono superare la velocità della luce, non lo sappiamo ancora con sicurezza. “Il nostro lavoro - dice Ereditato - non è finito. Abbiamo ancora da fare tanti altri test e tante altre verifiche che sicuramente ci diranno qualcosa in più”. E’ possibile addirittura che vengano fuori altre anomalie. Non dimentichiamoci che nel frattempo ci sono diversi laboratori in tutto il mondo che stanno eseguendo test e verifiche. “I colleghi americani - racconta Ereditato - dovrebbero pubblicare i primi risultati nel giro di qualche mese”. E' la prassi scientifica.
“Ho apprezzato molto la cautela dei ricercatori di Opera nel valutare delle misure davvero straordinarie”, commenta Giuseppe Longo, ordinario di astrofisica all’ Università Federico II di Napoli. “Con misure di questa complessità - aggiunge – l’errore o l’anomalia fa parte del gioco. Non è come cronometrare i tempi di un maratoneta, ma stiamo parlando di misure a limite”. Un’anomalia della calibrazione dell’orologio di riferimento per calcolare il tempo di viaggio della particella, per esempio, non è assolutamente paragonabile a un errore di impostazione dell’orologio che portiamo al polso. “Siamo di fronte - spiega Longo - a esperimenti inediti. Nessuno ha mai indagato quei specifici intervalli di energia come ha fatto il team di Ereditato. Quindi, era plausibile ottenere una misura inedita e straordinaria. Era comunque improbabile che questa misura potesse minare così i fondamenti della fisica moderna, costruiti dopo centinaia e centinaia di esperimenti”.
Gli scenari che abbiamo davanti sono dunque ancora misteriosi: è possibile che si trovino altre anomalie o che si arrivi a scoprire che nessun errore abbia influenzato profondamente la scoperta dei neutrini superveloci. Tutto quindi può cambiare. Per il momento solo un po’ di delusione che però a qualcuno sembra esser stata di conforto. E’ il caso dell’ex ministro Mariastella Gelmini che, nel settembre scorso, in una dichiarazione aveva parlato di un fantomatico e inesistente tunnel utilizzato per misurare la velocità dei neutrini. Ora in un tweet commenta così le ultime novità: “Vicenda neutrini: avevo il sospetto di aver manifestato un entusiasmo eccessivo... Ora mi consolo: non ero solo io a sbagliare...”.
(Credit per la foto: AP Photo/KEYSTONE/Martial Trezzini, File)
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