Contrariamente alla Terra, la nostra Luna non presenta vulcani attivi e quindi tracce del suo passato, nonostante l’attività vulcanica di miliardi di anni fa. Recenti dati suggeriscono che nel sottosuolo lunare vi è abbondanza di magma liquido perché una parte delle rocce che vi risiedono si pensa che siano fuse. Gli scienziati hanno ora identificato una probabile spiegazione a questa tranquilla vita superficiale: la roccia fusa negli strati più profondi potrebbe essere così densa da essere troppo pesante per risalire in superficie. La squadra è stata guidata da Mirjam van Kan Parker e da Wim van Westrenen dell’Università di Amsterdam, oltre a scienziati delle università di Parigi, Lione, Edimburgo e dell’European Synchrotron Radiation Facility (ESRF) di Grenoble. Per i loro esperimenti i ricercatori hanno prodotto delle copie microscopiche di roccia lunare raccolta dalle missioni Apollo. Hanno poi successivamente misurato la loro densità con i raggi X. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Geoscience il 19 Febbraio 2012. Cinque decenni dopo le missioni Apollo, la formazione e la storia geologica della Luna continuano a detenere molti segreti. Gli astronauti non solo hanno portato 380 Kg di rocce lunari sulla Terra, ma hanno anche installato numerosi strumenti scientifici sulla superficie lunare. L’anno scorso gli scienziati della NASA hanno pubblicato un nuovo modello degli strati interni lunari, e Renee Weber con i suoi colleghi, sostengono che le parti più profonde del mantello lunare che si affacciano sul piccolo nucleo metallico, sono parzialmente fuse, sino al 30%. Sulla Terra tali corpi di magma tendono a muoversi verso la superficie creando le eruzioni vulcaniche. Se gli interni del nostro unico satellite naturale contengono tanto magma, perché non avvengono simili eruzioni sulla sua superficie? La forza motrice per il movimento verticale del magma è la differenza di densità tra il magma e il materiale circostante solido, dirottando lentamente il magma liquido verso l’alto come una bolla. Le pressioni e le temperature vicino al nucleo della Luna sono più di 45.000 bar e misurano circa 1500°C. È possibile generare queste condizioni estreme con piccoli campioni, riscaldandoli con una corrente elettrica mentre vengono sottoposti alla forza di una pressa. Misurando l’attenuazione di un potente fascio di sincrotrone di raggi X che attraversa il campione sia solido che fuso, può essere misurata la densità ad alta pressione e ad alta temperatura. “Abbiamo dovuto utilizzare il più brillante fascio di raggi X per questo esperimento, perché il campione magma è così piccolo e confinato in un massiccio contenitore altamente assorbente. Senza un fascio luminoso di raggi X, non si può misurare queste variazioni di densità“, dice Mohamed Mezouar dall’ESRF. Le misurazioni presso l’ESRF sono state combinate con simulazioni al computer per calcolare la densità del magma in ogni posizione della Luna.
Fonte: http://www.meteoweb.eu
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