A un anno circa dal disastro nucleare di Fukushima l’emergenza non sembra ancora finita. Sono ancora 100.000 gli sfollati che attendono di ritornare nelle loro case.
-Redazione- 28 febbraio 2012- E’ passato ormai quasi un anno dal maledetto tsunami dell’11 marzo che ha sconvolto per sempre il Giappone. Gli occhi del mondo si sono tutti posati sul Sol Levante nei giorni di estrema tensione quando si temeva la fusione del nocciolo della centrale di Fukushima, poi più nulla. Eppure le cose in Giappone non sono affatto tornare alla normalità, anzi. A quasi un anno dal disastro purtroppo i segni dell’incidente sono ancora ben visibili, e non solo all’interno della centrale nucleare, ma anche nelle contaminazioni di alcuni prodotti alimentari. In base ai dati resi pubblici dalle stesse autorità giapponesi sarebbero ancora almeno 100.ooo le persone che ancora non possono fare ritorno alle proprie case, e probabilmente non potranno farlo fino al 2017.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Aiea sulla situazione all’interno della centrale, l’1% delle circa 14.000 analisi svolte sugli alimenti giapponesi darebbe ancora valori superiori alla norma per il Cesio 137, inoltre una particolare specie di funghi della prefettura di Tochigi continua ad avere restrizioni sulla vendita. A distanza di quasi un anno però non si è ancora raggiunto un accordo riguardo al numero totale di radiazioni rilasciate dopo l’incidente. I dati giapponesi parlano di un valore di 1,7 per 10 alla 16 bequerel totali di Cesio, pari a circa il 25% delle radiazioni che vennero rilasciate a Chernobyl. Altri dati al contrario, pubblicati da uno studio internazionale pubblicato nell’ottobre 2011 dalla rivista Atmospheric Chemistry and Physics, parlerebbero di un valore di radiazioni doppio rispetto a quello diffuso dalle autorità nipponiche. A chi credere? e soprattutto, quali rischi reali per la salute correrebbero i giapponesi? A questo il timore è che si potrà rispondere solo tra qualche anno.
Secondo i dati ufficiali comunque gli sfollati sarebbero circa 128.000, mentre più di 180.000 persone sono state evacuate nei giorni immediatamente successivi al disastro. Tutta la zona circostante la centrale di Fukushima era stata evacuata poche ore dopo l’incidente mentre gli abitanti nell’area nel raggio di 40 chilometri sono stati allontanati nell’arco del mese successivo. In base ai piani predisposti dal governo nipponico almeno 25.000 sfollati non potranno tornare a casa fino al 2017 a causa delle radiazioni. Alcuni degli sfollati invece potranno rientrare già nel 2012 in una zona meno contaminata, sempre se ovviamente vorranno accettare di correre il rischio, seppur minimo, di tornare nelle proprie a case a quasi un anno dal disastro.
Nonostante nessuno parli più del disastro l’allarme in Giappone non è quindi ancora rientrato e una buona parte dell’opinione pubblica locale si dice convinta che il governo abbia cercato in tutti i modi di minimizzare l’accaduto al fine di non provocare ondate di panico incontrollabili.
Fonte: http://www.articolotre.com
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