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Friday, February 3, 2012

Acqua sull’asteroide gigante Vesta?

Prima foto di Vesta ad alta risoluzione. Crediti: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA

Prima foto di Vesta ad alta risoluzione. Crediti: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA


Finora generalmente considerato un asteroide privo di acqua, sembra che su circa metà della superficie del grande asteroide Vesta ci sia acqua sotto forma di ghiaccio. Secondo le recenti stime sulla luce riflessa dall’asteroide e sulle temperature medie di Vesta, alcune riserve di ghiaccio potrebbero essersi conservate per miliardi di anni, poiché Vesta è irradiato solo sporadicamente dai raggi del sole.

Addirittura, secondo quanto sostiene Timothy Stubbs del NASA’s Goddard Space Flight Center, ”vicino ai poli Nord e Sud, le condizioni sembrano favorevoli allo scorrere di acque gelide nel sottosuolo”. Stubbs and Yongli Wang del Goddard Planetary Heliophysics Institute hanno pubblicato uno studio sull’asteroide nel numero di gennaio della rivista Icarus. I modelli si basano sulle informazioni ottenute grazie a diversi telescopi, incluso l’Hubble Space Telescope della NASA.

Vesta, il secondo asteroide più massiccio nella fascia compresa tra Marte e Giove, probabilmente non ha nessun cratere sulla cui superficie rimangono ghiacci perenni, poiché l’inclinazione del suo asse è di 27 gradi. La nostra luna invece, che ha crateri permanentemente in ombra, ha un’inclinazione di soli 1,5 gradi. A causa della sua notevole inclinazione, Vesta ha delle stagioni e ogni parte della sua superficie presumibilmente vede la luce durante l’anno.

La presenza o l’assenza di acqua congelata su Vesta suggerisce agli scienziati alcuni spunti sulla formazione e sull’evoluzione del pianetino, sui bombardamenti subiti da comete ed altri oggetti e sulla sua interazione con lo spazio. Dal momento che questi processi sono familiari a molti altri corpi nello spazio, compresi Luna, Mercurio e altri asteroidi, studi di questo tipo sono fondamentali per una migliore conoscenza dell’intero sistema solare.

Sebbene le temperature su Vesta oscillino durante l’anno, il modello mostra che nei pressi dei due poli la media annuale è di circa 128 gradi sotto lo zero. Vicino l’equatore la media annuale è di circa 123 gradi sotto lo zero secondo i risultati dello studio. A queste temperature si suppone che l’acqua riesca a mantenersi gelata.

“In media ai poli le temperature sono più basse rispetto alle zone vicino all’equatore, quindi, in un certo senso, sono ottimi candidati per ospitare ghiacciai” sostiene Stubbs. “Ma sono anche esposti per lunghi periodi, durante le stagioni estive, alla luce solare che minaccia la sopravvivenza dei ghiacciai. Quindi, se dovesse esistere acqua gelata in queste regioni, potrebbe essere sepolta sotto uno strato relativamente profondo di arida regolite.”

“Le basi dei crateri sono in media abbastanza fredde da permettere all’acqua gelata di rimanere sulla superficie, sebbene, in estate, la luce solare potrebbe costringere l’acqua a spostarsi dalla superficie per depositarsi altrove.”

“Le nostre percezioni su Vesta sono state ribaltate in pochi mesi, non appena la navicella Dawn si è avvicinata alla superficie dell’asteroide” sostiene Lucy McFadden, scienziata presso NASA Goddard e collaboratrice della missione Dawn.

Il modello formulato da Stubbs and Wang, si basa sulla forma di Vesta. Prima della missione Dawn le uniche fonti erano delle immagini ottenute dal NASA’s Hubble Space Telescope tra il 1994 e il 1996. Adesso la navicella Dawn e la sua fotocamera ci concedono una prospettiva molto più ravvicinata. “La missione ci fornisce la rara opportunità di osservare l’asteroide per un periodo prolungato, l’equivalente di una stagione su Vesta” conclude Stubbs.

Fonte: http://gaianews.it

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