Le missioni spaziali robot di oggi sono molto attente ad evitare di trasportare dalla Terra forme batteriche che potrebbero contaminare la superficie di Marte o altri pianeti. Ma le cose potrebbero cambiare se, grazie ad un progetto finanziato dalla Nasa, verranno sfruttati i microbi come fonte di energia praticamente infinita per la prossima generazione di esploratori robotici.
Queste cellule a combustibile microbico potrebbero alimentare i robot spaziali quasi all'infinito, cioè fino a quando i batteri avranno piccole quantità di cibo necessarie a restare in vita e a creare energia elettrica attraverso le loro reazioni chimiche. Ciò potrebbe offrire un'alternativa alle missioni spaziali che, per le batterie, si affidano all’energia nucleare o solare.
Lo scorso maggio il rover Nasa Spirit fu dichiarato ufficialmente morto dopo che il rigido inverno del pianeta rosso aveva privato di luce i suoi pannelli solari. “Sia che tu stia guardando satelliti o esploratori planetari, avere un sistema di alimentazione che non dipende dal Sole, dal ciclo giorno-notte, dai materiali pericolosi come agenti chimici aggressivi nucleari o di altro tipo, significa trovare moltissimi modi di ampliare la durata delle missioni scientifiche”, ha detto Gregory Scott, ingegnere di robotica spaziale presso lo US Naval Research Laboratory.
Le celle a combustibile microbico non alimenteranno in tempi brevi robot grandi come il rover Curiosity, anche se la tecnologia sperimentale potrebbe arrivare a farlo: esse manterranno piccole quantità di energia elettrica che possono caricare lentamente una batteria finché ci sarà energia sufficiente ad alimentare uno strumento scientifico o a far muovere un piccolo robot.
Questo processo potrebbe teoricamente far procedere qualsiasi piccola missione spaziale per tutto il tempo necessario. “Trattandosi di organismi viventi, hanno una durata molto lunga," ha riferito Scott all’Innovation News Daily. “La colonia batterica vivrà fino a quando gli verrà fornito cibo (nel nostro caso, lo zucchero) o uno degli altri combustibili a biomassa che stiamo cercando. La colonia sarà in grado di sopravvivere più o meno a tempo indeterminato”.
Antonino Neri
Fonte: http://www.nextme.it
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