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Monday, October 1, 2012

Le gru di Sadako sono 110 milioni Pronte a volare da Hiroshima al mondo

IL MUSEO DELLA CITTA' GIAPPONESE NON HA PIU' SPAZIO

 

Anche a Milano potrebbero arrivare gli origami in ricordo della bambina giapponese morta di leucemia dopo la Bomba

Le gru di Sadako sono pronte a volare. Qualcuna è già arrivata a New York, dove è stata esposta al Memoriale dell’11 Settembre. Altre potrebbero presto giungere anche in Italia. Al Museo della Pace di Hiroshima, infatti, dove ogni anno arrivano 10 tonnellate di origami da ogni parte del mondo, comincia a scarseggiare lo spazio per conservare i piccoli manufatti, realizzati in ricordo della bambina esposta alle mortali radiazioni della Bomba di Hiroshima. «Nei contenitori ci sono ormai 110 milioni di gru, pari a circa 95 tonnellate di carta — fanno sapere dal Museo della Pace di Hiroshima —. Cominciamo ad avere problemi di spazio. E comunque pensiamo sia arrivato il momento di condividere il messaggio di Sadako con il resto del mondo».

ATTIVISTA — Di recente, racconta Masahiro Kazui, attivista umanitario ormai trapiantato a Milano, «il comune di Hiroshima ha lanciato un appello attraverso i giornali per trovare una soluzione». La risposta non si è fatta attendere. E un’alternativa è arrivata attraverso un’azienda giapponese di smaltimento della carta che ha proposto di inviare contenitori colmi di gru, a proprie spese, a enti e musei nel mondo disposti ad accoglierle. «Credo — dice ancora Masahiro Kazui — che una città come Milano potrebbe trovare uno spazio per qualche "chilo" di origami. Gli spazi espositivi non mancano: con l’artista Makoto, abbiamo pensato alla Triennale, oppure a un’occasione come l’Expo 2015,che potrebbe addirittura dedicare un padiglione al tema della pace, da perseguire in un mondo disposto a liberarsi dall’incubo nucleare».
LA STORIA — Sadako Sasaki, in effetti, con la sua commovente vicenda, è un simbolo conosciuto in tutti i Paesi. E la quantità immensa di gru che ancora oggi raggiungono Hiroshima ne è la dimostrazione. Aveva soltanto due anni quando, il 6 agosto del 1945, l’Enola Gay sganciò una bomba atomica sulla sua città, Hiroshima. La sua casa si trovava a 1 chilometro e mezzo dall’epicentro dell’esplosione. Sadako fu contaminata dalle radiazioni. Ma i danni emersero soltanto alcuni anni dopo, nel 1954, quando ormai credeva di aver superato il pericolo.

LA LEGGENDA — Sadako fu ricoverata: aveva una grave forma di leucemia. Nella speranza di guarire, la bimba cominciò a realizzare piccole gru di carta. La tradizione giapponese insegna infatti che, dopo aver fatto mille origami, si può esprimere un desiderio. Sadako riuscì a piegare fogli di carta, lavorando giorno e notte, fino a raggiungere l’obiettivo. Espresse il desiderio di guarire e poi ricominciò a fare i suoi piccoli, meravigliosi origami. Non arrivò a duemila: la malattia l’uccise il 25 ottobre 1955, a tre mesi dal suo tredicesimo compleanno. IL FUTURO — Negli anni successivi, piccole gru di carta cominciarono a essere inviate al Museo della Pace di Hiroshima, che a Sadako ha dedicato un monumento vicino al luogo dove la Bomba sprigionò il suo carico di morte. Silenziosi e colorati simboli di speranza, questi origami hanno unito — nel nome della piccola giapponese — i pensieri di bambini e ragazzi di ogni lingua, credo e nazionalità. Forse Milano potrebbe ascoltare l’appello del Museo della Pace e trovare un angolo per far riposare le gru della speranza.



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