Identificati da ricercatori australiani impegnati nella mappatura lunare per studiare la storia del sistema solare
SYDNEY
Sono stati identificati 280 nuovi crateri sulla Luna, combinando per la prima volta dati della sua gravità e della superficie.
Il progetto australiano dell’Università Curtin di Perth, guidato da ricercatore spaziale Will Featherstone, ha utilizzato dati di gravità raccolti da satelliti e una modellazione del terreno, per sviluppare una mappa di gravità ad altissima risoluzione della Luna, identificando 280 crateri mai mappati finora, di cui 66 categorizzati come distintamente visibili sia da una prospettiva gravitazionale che topografica.
La modellazione computerizzata dei dati di gravità e di topografia ha rimosso le caratteristiche regionali per rivelare con più dettaglio bacini che resterebbero oscurati usando altre tecniche, scrive Featherstone in una relazione che sta per essere pubblicata sul Journal of Geophysical Research.
«Mappare l’altra faccia della Luna è particolarmente impegnativo perché i satelliti in orbita non possono essere seguiti dalla Terra quando vi transitano», spiega.
I ricercatori contano di conseguire ulteriori scoperte, quando potranno applicare le loro tecniche ai nuovi dati di gravità raccolti dalla missione Grail della Nasa, che si è conclusa quando due satelliti sono stati deliberatamente fatti precipitare sulla superfice lunare lo scorso dicembre, aggiunge Featherstone.
La squadra di ricerca aveva già sviluppato una mappa di gravità di Marte ad altissima risoluzione, che consentirà di conoscere meglio la struttura interna del pianeta. Nell’insieme, i dati raccolti aiuteranno a comprendere meglio la storia del sistema solare, osserva lo scienziato.
Fonte
Il progetto australiano dell’Università Curtin di Perth, guidato da ricercatore spaziale Will Featherstone, ha utilizzato dati di gravità raccolti da satelliti e una modellazione del terreno, per sviluppare una mappa di gravità ad altissima risoluzione della Luna, identificando 280 crateri mai mappati finora, di cui 66 categorizzati come distintamente visibili sia da una prospettiva gravitazionale che topografica.
La modellazione computerizzata dei dati di gravità e di topografia ha rimosso le caratteristiche regionali per rivelare con più dettaglio bacini che resterebbero oscurati usando altre tecniche, scrive Featherstone in una relazione che sta per essere pubblicata sul Journal of Geophysical Research.
«Mappare l’altra faccia della Luna è particolarmente impegnativo perché i satelliti in orbita non possono essere seguiti dalla Terra quando vi transitano», spiega.
I ricercatori contano di conseguire ulteriori scoperte, quando potranno applicare le loro tecniche ai nuovi dati di gravità raccolti dalla missione Grail della Nasa, che si è conclusa quando due satelliti sono stati deliberatamente fatti precipitare sulla superfice lunare lo scorso dicembre, aggiunge Featherstone.
La squadra di ricerca aveva già sviluppato una mappa di gravità di Marte ad altissima risoluzione, che consentirà di conoscere meglio la struttura interna del pianeta. Nell’insieme, i dati raccolti aiuteranno a comprendere meglio la storia del sistema solare, osserva lo scienziato.
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