A PayPal 128 milioni di utenti terrestri non bastano, vuole conquistare anche lo spazio. Galactic sarà la prima valuta virtuale creata appositamente per le transazioni compiute lontano dalla crosta terrestre
Non so voi, ma io ogni volta che leggo notizie che hanno lontanamente a che fare con “colonie lunari”, “viaggi turistici nello spazio” o che in generale facciano riferimento alla “futura vita nello spazio”, mi disinteresso automaticamente. Cercate di capirmi, sono cresciuto negli anni ’80, rimpinzandomi di film e fumetti che volevano farmi credere che superata la soglia del''anno 2000 avremmo cominciato a espanderci nello spazio profondo, poi però siamo arrivati al 2013 e, invece di continuare a guardare le stelle, ci siamo incurvati a guardare gli schermi di smartphone sempre più avanzati. La notizia di cui voglio parlarvi oggi però è molto più affidabile, e il motivo è semplice: parla di denaro. Anzi, parla di pagamenti nello spazio.
Dopo essere diventata un punto di riferimento mondiale per i pagamenti e i trasferimenti digitali di denaro, PayPal ha deciso che la crosta terrestre è un orizzonte troppo ristretto per il suo business, ed è pertanto arrivato il tempo di guardare allo spazio. Per esplorare la possibilità di introdurre pagamenti virtuali nelle stazioni spaziali e nelle future strutture di alloggio extraterrestri, PayPal ha preso contatti con persone e entità di riferimento nel settore, come il SETI Institute e Buzz Aldrin, e con quelle compagnie che si apprestano, di qui a qualche anno, a pubblicizzare i primi viaggi turistici nello spazio aperti al pubblico, come la Virgin Galactic , la Space X e la compagnia russa Orbital Technology, che punta entro il 2016 ad aprire il primo albergo spaziale della storia.
“Anche lassù avremo bisogno di un modo per pagare quello che ci serve, anche se ancora non è chiaro come.” Si legge nell’annuncio ufficiale diramato da PayPal “Ecco perché oggi annunciamo la nostra intenzione di rendere PayPal un punto i riferimento per affrontare le sfide presentate da questi nuovi tempi. Siamo la sola compagnia che si è occupata di risolvere il problema dei pagamenti extraplanetari.”
Il nuovo PayPal Galactic verrà presentato nella giornata di oggi presso la sede del SETI Institute, con un’apposita conferenza che si occuperà di sviscerare “problemi” come: quale valuta utilizzare per transazioni cash-free interplanetarie, la necessità di un adattamento dei sistemi bancari e anti-frode, nuove regolamentazioni da introdurre etc.
Per quanto possa suonare assurdo, il progetto PayPal Galactic si dimostra lungimirante per un motivo molto semplice. Già oggi esistono persone che per necessità si trovano a passare lunghi periodi nello spazio. Queste persone, come tutte le altre, hanno bisogno di acquistare beni digitali come ebook, software, o magari un regalo da inviare ai propri cari sulla Terra. Insomma, già oggi ci sarebbe un limitato bisogno di una valuta “spaziale”. Poi, se davvero compagnie come la Orbital Technolgy riusciranno a convincere qualche facoltoso sognatore a comprarsi una vacanza nello spazio, questi avrà bisogno di una valuta per effettuare transazioni durante la vacanza, o per acquistare beni digitali e non dallo spazio. Dal momento che un sistema di trasporto spaziale di valute fisiche è poco sostenibile (oltre che poco sicuro, immaginatevi un veicolo portavalori che perde la bussola e milioni di dollari che finiscono nello spazio profondo), la necessità di una valuta digitale extraterrestre risulta decisamente utile.
Lo so, alcuni di voi continuano a guardare di sottecchi questo articolo. Dopotutto si parla di vacanze spaziali e alberghi extraterrestri. E vi potrei anche capire, non fosse che nel progetto Galactic sono coinvolti enti del calibro del SETI Institute e PayPal. Insomma, se qualcuno si sta seriamente occupando di questioni poco affascinanti come le transazioni economiche, significa che questa volta la “conquista dello spazio” è davvero vicina.
Fabio Deotto
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