L'ombra del dittatore russo dietro la creazione dell'Area 51.
di Alessio Lana
L'Area 51 è il frutto di un complotto sovietico. Da 60 anni la base militare americana più chiacchierata del mondo scatena le più fantasiose teorie complottistiche e l'ultima, in ordine di tempo, porta la firma di un'accreditata giornalista a stelle e strisce.
Con i suoi 26 mila metri quadrati, l'Area 51 è il più grande appezzamento di terreno controllato direttamente dal governo Usa. Eppure, ufficialmente, non esiste, non è mai stata riconosciuta. Deve la sua notorietà interstellare a un noto incidente accaduto l'8 luglio 1947, quando vennero trovati i resti di uno strano velivolo vicino alla cittadina di Roswell, nel New Mexico.
L'ALIENO DI ROSWELL. Subito dopo l'accaduto, le autorità dissero che si trattava solo di un pallone sonda ma gli ufologi ancora non ci credono. Secondo loro il relitto era un Ufo e la base in mezzo al deserto del Nevada avrebbe ospitato il suo pilota, l'extraterrestre più famoso del mondo dopo Et. Lì il piccolo essere sarebbe stato studiato e vivisezionato. A sostegno di questa ipotesi, sono fioriti foto e filmati - tutti confutati dalla scienza. E l'ostinato silenzio degli Usa circa le attività della base non ha aiutato a spazzare via i dubbi.
LA NUOVA IPOTESI. Da oggi però i fan della guerra tra i mondi avranno nuovo materiale da scartabellare alla ricerca di prove. È appena sbarcato nelle librerie americane Area 51, corposo tomo firmato della giornalista investigativa del Los Angeles Times Annie Jacobsen. Nel libro si sostiene che nel 1947, a Roswell, cadde davvero un disco volante guidato da umanoidi ma la fantascienza non c'entra nulla. C'entrano i russi.
IL DRONE PRIMA DEL DRONE. Secondo l'autrice, il velivolo ritrovato è in realtà un mezzo telecomandato, una sorta di antenato dei moderni droni. Un'ipotesi che ha un riscontro storico. Si sa con certezza che i sovietici subito dopo la Seconda Guerra mondiale stavano sviluppando i progetti aeronautici dei fratelli Horten, due inventori nazisti impegnati nella ricerca delle ali volanti, aerei composti solo da una gigantesca ala, senza fusoliera. Ma mentre i nazisti s'ingegnavano a cercare l'arma definitiva, Stalin voleva sfruttare il terrore, l'emozione in grado di fermare anche la più forte delle potenze.
Stalin, il re della cinematografia fantascientifica
La ricetta sovietica era semplice: un finto disco volante poteva suscitare timore ma la presenza di strani esseri a bordo avrebbe seminato di sicuro il panico. I cittadini americani avrebbero chiesto chiarimenti ai propri governanti e questi, pur di non apparire incauti, avrebbero sprecato ingenti risorse in studi del tutto inutili. Come i terroristi dell'11 settembre, Stalin aveva pensato di piegare la potenza a stelle e strisce con un terrorismo di impronta cinematografica.
L'UFO DI MOSCA. L'ufo c'era già: il nuovo velivolo dei fratelli tedeschi aveva una forma così innovativa da sembrare fantascientifico però mancavano gli extraterrestri. Secondo Jacobsen, a Roswell ssono state trovate davvero creature strane: non alieni bensì due 13enni truccati in modo da somigliare a mostri venuti dallo spazio. Dopotutto non serviva che guidassero il finto Ufo, visto che era radiocomandato.
Forse erano semplicemente ragazzini deformi dalla nascita o sottoposti agli assurdi esperimenti di qualche medico privo di scrupoli. Per questo apparivano bassi e tarchiati, macrocefali, con gli occhi enormi e gli arti sottilissimi.
MONTAGNE DI MONTATURE. Il libro racconta come all'inizio gli Usa fossero caduti nella trappola. Una volta scoperta tutta la congettura, avevano reagito però con una ulteriore montatura. Adottando in pieno la linea di Stalin avevano a loro volta fabbricato nuovi alieni e nuovi Ufo da usare contro i propri nemici. Urss compresa.
Tra macchinazioni e contromacchinazioni, Jacobsen copre 544 pagine di inchiostro che portano a una sola certezza: è ancora possibile guadagnare un mucchio di denaro con un segreto di Pulcinella che dura da 60 anni.
La Paglia smonta l’UFO di Stalin: le falle di un teorema
La vicenda dell’ “UFO di Stalin” tiene banco, su scala internazionale, tra gli appassionati, minori entusiasmi tra gliufologi. Tra chi assume una posizione molto critica, in merito alla vicenda del presunto complotto sovietico alla base dell’ UFO-crash di Roswell vi è Roberto La Paglia. Il saggista e ricercatore , con sarcasmo e amarezza, commenta una vicenda, quelle delle presunte rivelazioni nel libro della Jacobsen, che a suo avviso allontano da ciò che è stato quell’episodio, Roswell appunto, oltre che gli albori della tematica UFO in generale. In una nota ufficiale il fondatore e responsabile di UFOSigns commenta la vicenda fornendo ulteriori particolari.
Riceviamo e pubblichiamo:
“Affermare che il fenomeno Ufo sia il prodotto di una mistificazione messa in atto da un piano nato nell’Area 51 significa rinnegare e cancellare i dati storici che ci riportano a una realtà ufologica già presente in epoche più remote; inoltre, anche da un punto di vista logico, appare abbastanza strano che il leader di un paese profondamente legato agli ideali del Comunismo abbia stretto un patto del genere con un esponente del Nazismo quale era Mengele.
Inoltre: quale tipo di velivolo avrebbero usato i Russi per arrivare in America, o meglio ancora in Nevada, senza effettuare scali ed eludendo le difese americane in un tragitto di circa mille chilometri nello spazio aereo USA? Che senso ha fare sbarcare dei finti alieni in suolo americano per creare il panico? Sarebbero stati catturati molto presto e l’intero piano sarebbe andato in fumo.
La Jacobsen prova a rispondere a queste domande, e lo fa in maniera altrettanto imbarazzante e fantasiosa, ovvero allo stesso modo con il quale ha scritto il libro: i nani erano in realtà dei bambini tredicenni, deformi dalla nascita, modificati ancora di più da Mengele per assomigliare ad alieni; gli americani avrebbero scoperto la frode ma avrebbero allo stesso tempo taciuto
tentando di replicare il velivolo russo per ricambiare lo “scherzo”! Tutti converranno che la nascita del fenomeno Ufo viene riportata soltanto simbolicamente all’avvistamento Arnold; sappiamo che questa tematica ha una storia molto lunga e antica, radicata in periodi storici duranti i quali dell’Area 51 non esisteva neanche un ipotetico pensiero.Il caso si basa sull’intervista rilasciata nel 2007 (subito dopo la declassificazione dell’Area 51) da cinque militari in pensione: Hugh Slater, 87 anni, colonnello nel 1960, Edward Lovick, 90 anni, addetto ai test dei mezzi aerei, Kenneth Collins, 80 anni, Thornton Barnes, 72 anni, Harry Martin, 77 anni; i militari dichiararono che la struttura segreta aveva operato in un programma CIA volto a realizzare aerei spia in sostituzione degli U 2. Questi nuovi velivoli sarebbero stati volutamente connessi al fenomeno Ufo per depistare i ricercatori. Ancora una volta inutile commentare, esprimo soltanto un forte rammarico nel vedere come viene trattata la notizia; mentre nei siti, nei blog e nei forum ufologici d’oltreoceano tutti sono intenti a sbellicarsi dalle risate, in Italia si punta ancora una volta al sensazionalismo, ratificando quasi la ricerca della Jacobsen come verità finalmente rivelata“. (Foto: Media NF/PhotoFunia)
Fonte: http://notiziefresche.info
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