Fukushima: la Tepco sotto accusa per i "liquidatori" contaminati
Sta diventando un bel problema il caso dei due lavoratori della Tokyo Electric Power Company (Tepco) esposti nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi ad alti livelli di radiazioni che hanno superato il già elevato limite di sicurezza stabilito dal governo giapponese.
Secondo la Tepco nella tiroide dei due uomini sono stati trovati rispettivamente 9.760 becquerel e 7.690 becquerel di iodio-131, il che significa che probabilmente sono affetti da esposizione a radiazioni interne, dopo aver inalato sostanze radioattive. Si tratta di dati superiori più di 10 volte rispetto a quelli riscontrati negli altri lavoratori di Fukushima.
L'azienda nucleare come sempre cerca di scaricare la sua inefficienza sui lavoratori: oggi ha detto che i due lavoratori contaminati, che lavoravano nelle sale di controllo dei reattori 3 e 4, «Hanno preso compresse di iodio solo una volta, due giorni dopo il terremoto».
Ma è chiaro che la distribuzione e l'assunzione delle pillole di iodio doveva essere controllata dall'azienda, tanto che gli esperti di radiologia che hanno esaminato i lavoratori si sono chiesti se la tempistica e il livello di dosaggio di iodio siano adeguati. Solo oggi la Tepco ha detto che sta «Controllando quanto spesso gli altri lavoratori abbiano preso le compresse».
La Nuclear safety commission del Giappone si è detta preoccupata per l'esposizione dei lavoratori di Fukushima Daiichi. Uno dei commissari, Shizuyo Kusumi, ha detto in una conferenza stampa che la commissione «ha dei dubbi sul fatto che le maschere di protezione possano pienamente proteggere i lavoratori dall'esposizione interna. La Commissione studierà i due casi sulla base di dati che devono essere inviati dalla Nuclear and industrial safety agency».
Un altro membro della Nuclear safety commission, Osamu Oyamada, ha pesantemente criticato la Tepco dicendo che è necessaria «Un management completo dell'ambiente di lavoro. Un ambiente migliore dovrebbe essere attuato prima dell'estate. Occorre tenere in considerazione agli effetti del caldo estivo sulla salute dei lavoratori', pur mantenendo l'esposizione alle radiazioni al minimo».
Quella che è sempre più evidente è la lentezza della Tepco ad affrontare il problema della possibile contaminazione interna dei suoi lavoratori/liquidatori di Fukushima Daiichi: ora viene fuori che l'utilty ha iniziato il check-up interno il 22 marzo, 11 giorni dopo il terremoto/tunami e l'inizio del disastro nucleare.
Per ottenere i risultati di un check-up ci vuole una settimana e i "liquidatori" per farlo devono andare all'altra centrale nucleare della Tepco, quella di Fukushima Daini, o al suo Onahama Coal Center ad Iwaki City, nella prefettura di Fukushima. Ad oggi, meno del 40% dei circa 3.700 lavoratori di Fukushima Daiichi sono statio sottoposti ad un check-up interno per l'esposizione alle radiazioni.
La Tepco dice che i due "liquidatori" contaminati sarebbero stati esposti ad oltre 250 milisieverts di radiazioni, il nuovo limite messo dal governo giapponese dopo il disastro nucleare, ma i due uomini erano nella centrale di Fukushima Daiichi già al momento del terremoto/tsunami dell'11 marzo, ma il primo check-up lo hanno fatto solo a metà aprile, più di un mese dopo. La Tepco oggi ammette che «30 operai sono stati esposti esternamente a più di 100 millisievert di radiazioni».
Due tra questi sono quelli esposti il 24 marzo mentre lavoravano con i piedi immersi nell' acqua radioattiva nel seminterrato dell'edificio turbina del reattore numero 3, subendo ferite da radiazioni negli arti inferiori. Uno è stato esposto a 240,8 millisieverts e l'altro a 226,6, i più alti livelli riscontrati fino ad ora sui "liquidatori" esaminati. La Tepco attualmente utilizza 4 dispositivi per misurare l'esposizione alle radiazioni interne, ne dovrebbe introdurre altri 5 a luglio.
Intanto arrivano cattive notizie anche da Iitate e Namie: il ministero della scienza del Giappone ha annunciato che «Il livello di esposizione cumulativa alle radiazioni ha superato il limite del governo per l'evacuazione in due punti a più di 20 chilometri dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi». Secondo il ministero l'esposizione cumulativa ha raggiunto i 20 millisievert in un quartiere del villaggio montano di Iitate, nella prefettura di Fukushima. a circa 33 chilometri a nord-ovest dell'impianto nucleare. Domenica scorsa, il ministero aveva detto che l'esposizione totale alle radiazioni aveva superato il 35 millisievert in un sito di Namie Town, 31 chilometri a nordovest della centrale nucleare.
Sia Iitate che Namie ricadono all'interno della zona di evacuazione ampliata, dove i residenti sono stati invitati ad abbandonare le loro case a causa delle preoccupazioni per i pericolosi livelli di radiazioni. Alcune persone sono già state evacuiate dall'area, al resto dei residenti è stato chiesto di lasciare la zona di 30 km entro la fine di maggio.
Fonte: http://www.greenreport.it
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