Sei anni dopo che una sonda spaziale, contenente microrganismi alieni, si era schiantata in una zona al confine fra Stati Uniti e Messico, le autorità terrestri decidono di mettere in quarantena una vasta porzione di territorio, a causa della facilità con la quale le forme di vita aliene si sono adattate al nuovo habitat, riproducendosi e incrementando di numero con un ritmo impressionante. In questo scenario si svolgono le vicende di Andrew (Scoot McNairy), un fotoreporter deciso a fotografare una delle creature da viva, e di Samantha (Whitney Able), la figlia del direttore del giornale per il quale Andrew lavora. I due dovranno affrontare un pericoloso viaggio, attraverso la zona di quarantena, Samantha, infatti, deve tornare a casa dal padre.
Il film d’esordio del regista Gareth Edwards, si presenta come un road movie, dove la componente aliena, gestita con intelligenza e furbizia, non è il centro della storia, bensì la fedele ed inquietante compagna che avvolge i protagonisti durante il loro viaggio. Tutta la vicenda di Andrew e Sam si sviluppa e si dipana, infatti, come se fosse all’interno dei tentacoli delle creature aliene che in diversi momenti del film compaiono a mettere quella giusta tensione, senza la quale sarebbe stato difficile poter tenere viva l’attenzione dello spettatore per tutta la durata del film.
Ci troviamo di fronte, quindi, ad un film ben diverso, ad esempio dal Cloverfield di Reeves e Abrhams, dove i protagonisti scappano verso un’ipotetica salvezza fisica, attraverso una New York disastrata e in preda al panico in seguito all’attacco delle mostruose creature. Al contrario qui i due protagonisti cercano, in modo diverso, una salvezza spirituale, da un mondo nel quale loro si sentono alieni, più degli alieni stessi. Le creature, seppur inquietanti e spaventose, non sono così terrorizzanti come ci si potrebbe aspettare, sia nell’aspetto che nei comportamenti. Le stesse persone che i due incontrano nel loro viaggio, quasi tutti poveri messicani, sembrano molto più preoccupati di come sfamare la propria famiglia, piuttosto che fronteggiare le spaventose creature.
Nel loro viaggio i protagonisti incontrano tanta distruzione, ma essa sembra provocata per lo più dai bombardamenti a tappeto dell’aviazione, che dalle azioni distruttive degli alieni, le quali ci sono, sì, ma sono giustificate dal comportamento che ogni animale avrebbe quando sente minacciata la sua esistenza o quella della sua prole.
Più che a Cloverfield, dunque, il film di Edwards strizza un occhio al District 9 di Blomkamp, dal quale, oltre che alla trovata della zona di quarantena, riprende alcune tematiche come l’alienazione dei protagonisti rispetto ad una realtà che non li rappresenta appieno, ma soprattutto l’accettazione dell’Altro.
Dicevamo quindi un road movie, nel quale i protagonisti svelano al pubblico e a loro stessi, intime parti del proprio essere. Soprattutto Andrew, scoprirà che, quella che all’inizio si presenta come una seccatura (lo scortare la figlia del proprio capo verso una zona sicura lo distoglie dal suo obbiettivo principale, il servizio fotografico sulle creature), si rivelerà un’occasione per fare la conoscenza di una persona che ha più cose in comune con lui di quanto potesse sospettare.
Edwards, con un budget ridottissimo (meno di un milione di dollari), riesce a girare un film intelligente, grazie ad una computer grafic realizzata personalmente dal regista sul proprio computer di casa e curando in prima persona sia la fotografia, sia alcune parti del montaggio. L’operazione Monsters non è perfetta, ha anch’essa i suoi difetti, come qualche piccolo calo di ritmo, ma nel complesso risulta essere un’interessantissima opera prima di un regista che crediamo possa fare ancora molta strada.
Scheda Tecnica
USCITA: Giugno 2010 REGIA: Gareth Edwards SCENEGGIATURA: Gareth Edwards FOTOGRAFIA: Gareth Edwards MONTAGGIO: Colin Goudie, Gareth Edwards MUSICHE Jon Hopkins PRODUZIONE Vertigo Film DISTRIBUZIONE One Movie Entertainment PAESE: Gran Bretagna 2010 GENERE: Fantascienza, Drammatico DURATA 94 min
CAST: Whitney Able, Scoot McNairy, Kevon Kane
Francesco Tamburrino
Fonte: http://www.controcampus.it
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