In mostra alla British Library le opere di un genere tanto amato
(di Carolina Stupino)
Viaggi nel tempo e nello spazio, mondi immaginari e alieni, apocalissi, utopie e distopie: il genere fantascientifico e' variegato quanto antiche sono le sue origini, nella Grecia di quasi 2.000 anni fa. Cosi' si apprende in una mostra che alla British Library di Londra mette per la prima volta insieme decine di volumi e bellissime illustrazioni sull'argomento. E che ci spinge a sfidare la percezione di cos'e' un racconto fantascientifico e quali sono, se ci sono, le sue differenze con la letteratura vera e propria.
Secondo il curatore della mostra Andy Sawyer, professore di studi dedicati alla fantascienza presso l'universita' di Liverpool, il genere e' antico quanto la propensione dell'uomo a porsi domande essenziali sull'esistenza, come perche' siamo qui e cosa ci riserva il futuro. Non si tratta dunque soltanto di un fenomeno di cultura popolare di origine recente, ma di un genere letterario dalla storia antica e rispettabile. Che differenze ci sarebbero, infatti, tra un racconto di Luciano di Samosata del secondo secolo dopo Cristo, che immagina una nave portata dal vento fino alla Luna, e un fumetto di fantascienza? O tra l'Utopia immaginata da Tommaso Moro nel 1516 e un mondo immaginario della serie televisiva Doctor Who? Nonostante le premesse storiche, e' davvero dalla fine del 18esimo secolo in poi che la fantascienza inizia a prendere piede: la rivoluzione Industriale e la tecnologia permettono all'uomo di ampliare i suoi orizzonti e per la prima volta di sognare mondi e possibilita' diverse. Le avventure del barone di Munchhausen, le opere di Jules Verne e di H.G. Wells e innumerevoli altri volumi firmati da decine di autori diversi vengono prodotti, dando origine ai diversi filoni della fantascienza come la conosciamo oggi, un genere letterario che esplora i confini del tempo e dello spazio, inventando possibilita' nuove.
Tra gli oggetti piu' interessanti in una mostra ricchissima di illustrazioni e copertine splendide, si trova una mappa di un mondo fittizio disegnata dalle sorelle Bronte e il 'Codex Seraphinius' un'enciclopedia di un mondo immaginario in un linguaggio inventato, compilata nel 1981 dall'artista e designer italiano Luigi Serafini. Afferma Sawyer: ''La fantascienza ha senza dubbio diviso gli esperti di letteratura per decenni e resta un argomento di dibattito e discussione. Cio' che questa esibizione mostra e' che la fantascienza e' un modo di porsi domande sul mondo, sul suo futuro, e in nostro posto in tutto questo. E che queste domanda hanno radici in una serie ditradizioni e culture letterarie diverse. Cio' che chiamiamo fantascienza ga una lunga tradizione e continuera' a dominare la cultura popolare per molto tempo''.
Fonte: http://www.ansa.it
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