Il poderoso ponte anticiclonico che si è venuto a costruire sopra l’Europa centro-settentrionale, fra l’alta pressione delle Azzorre e le propaggini più occidentali dell’anticiclone termico russo, oltre a far piombare nel gelo l’intero vecchio continente, ha determinato un netto rinvigorimento dei secchi e polverosi venti di “Harmattan” (che non sarebbe altro che il corrispondente dell’Aliseo di NE sopra il deserto del Sahara) su tutta la regione del Sahara occidentale e lungo l’Africa sub-sahariana. La notevole differenza di pressione che si è venuta a determinare tra l’area sahariana, sede del robusto anticiclone sub-tropicale del Sahara (che in questo periodo arretra poco a nord del golfo di Guinea), e l’Africa centrale, dove permangono le basse pressioni di origine termica che danno luogo all‘intensa attività convettiva che caratterizza tutta la fascia equatoriale, hanno generato un ulteriore intensificazione dei venti di “Harmattan”, che per giorni e giorni hanno spazzato i deserti del Ciad, del Niger, del Mali e della Mauritania, con intensi venti da E-NE e NE, che hanno raggiunto i 50-60 km/h.
Passando sopra le zone desertiche i sostenuti venti di “Harmattan” hanno sollevato per aria ingenti quantità di polvere e pulviscolo desertico, producendo delle vere e proprie nuvole di polvere che si sono mosse in direzione delle coste dell’Africa occidentale. In molte località dell’Africa occidentale, specie fra Niger, Mali, Burkina Faso, Mauritania, Senegal e nella regione separatista del Sahara occidentale, le tempeste di polvere, prodotte dagli intensi venti nord-orientali provenienti da cuore del Sahara, hanno determinato drastiche riduzioni della visibilità orizzontale, creando non pochi disagi, soprattutto per il traffico aereo, con molti aeroporti chiusi e decine di voli cancellati per la pessima visibilità.
Le nuvole di polvere, sotto la spinta degli intensi venti da E-NE, si sono poi propagate verso l’Atlantico tropicale, raggiungendo persino l’arcipelago di Capo Verde, dove l’enorme quantità di polvere in sospensione ha oscurato il cielo per diversi giorni, dandogli un aspetto giallastro e fosco. La polvere ha anche causato una riduzione della visibilità orizzontale in tutte le isole di Capo Verde, regalando dei paesaggi a dir poco surreali ai tanti turisti presenti nell’arcipelago africano che si aspettavano di vedere delle belle giornate di sole. Il fenomeno è stato ripreso pure dai satelliti della NASA che hanno immortalato l’enorme nuvola di polvere che dal Sahara occidentale si è allontanata verso l’Atlantico tropicale, coprendo i cieli di Capo Verde.
Le immagini fornite dall’Agenzia Spaziale statunitense sono davvero spettacolari. A Praia i venti da NE hanno soffiato con una intensità media sostenuta di oltre i 40-45 km/h. Analoghe velocità si sono raggiunte nelle altre isole dell’arcipelago, perennemente investite dal soffio del costante Aliseo di NE che esce di gran carriera dalle coste dell’Africa occidentale. La grande nuvola di sabbia poi si è spinta in mezzo all’Atlantico tropicale, offuscando i cieli per centinaia di miglia, fino a raggiungere il tratto di oceano a largo di Trinidad e Tobago, la Guyana e il Suriname. A volte, nelle situazioni più congeniali, in mancanza di una solida corrente a getto alle alte quote, la polvere sahariana può raggiungere l’area caraibica e persino il bacino dell’Amazzonia. Lo dimostrano anche recenti studi che evidenziano la presenza di tracce di polvere sahariana nel sottosuolo della grande foresta amazzonica, uno dei più grandi polmoni verde del nostro pianeta.
Fonte: http://www.meteoweb.eu
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