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Sunday, May 6, 2012

Giappone: “Mai più Fukushima”, tutti in piazza per stop al nucleare


TOKYO, 6 Maggio – Finalmente è stato spento l’ultimo reattore nucleare rimasto attivo in Giappone. La Hokkaido Electric Power, utility dell’isola a nord di Hokkaido, ha disattivato per i controlli di manutenzione ordinaria l’unità 3 della struttura di Tomari, l’ultima attiva tra le 54 disseminate nell’arcipelago. La procedura è partita alle 17:00 (le 10.00 in Italia) e si è conclusa col blocco totale alle 23:00 ore locali (le 18 in Italia).

In questa giornata storica più di 5mila persone hanno manifestato perché si arrivi “subito a un addio definitivo” all’energia nucleare. A Tokyo un lungo corteo ha attraversato le parti centrali della città, intonando slogan quali “Sayonara genpatsu” (“addio alle centrali nucleari!”) e “Mai più Fukushima” sfilando davanti le sedi dei ministeri e il quartier generale della Tepco, gestore della centrale di Fukushima.

Dopo il disastro nucleare di Fukushima dell’11 marzo 2011, la peggiore emergenza dopo Cernobyl, sono emersi forti dubbi sulla sicurezza degli impianti finora considerata come una certezza. La manutenzione ordinaria, obbligatoria ogni 13 mes, dovrebbe durare circa 70 giorni, al termine dei quali l’operatore dovrebbe far ripartire l’impianto. Ma questa ipotesi resta molto incerta. Per il momento nessuno dei reattori fermati per gli stress test obbligatori sono stati riattivati, grazie anche alle forti resistenze delle comunità locali.

Il processo amministrativo di riavvio degli impianti, oltre al via libera dell’authority sulla sicurezza nucleare, prevede che ci sia il consenso espresso di enti locali che ospitano gli impianti. Finora comuni e prefetture non hanno dato la loro approvazione, neanche in quelle zone a forte vocazione nucleare come la prefettura di Fukui, il “cuore atomico” del Giappone, che con 14 reattori su una superficie simile a quella della città di Roma, era l’area più nuclearizzata al mondo.

Il Giappone contava sul nucleare per un terzo della produzione totale di energia, per la prima volta dopo 42 anni non potrà più attingere al nucleare per soddisfare i consumi di energia elettrica del Paese. Alcuni rappresentanti del governo temono il black-out per mancanza di fornitura elettrica durante l’estate e dell’aumento delle emissioni a causa dell’uso di gas e petrolio cui si dovrà tornare. Ma il movimento di opposizione alle centrali nucleari acquista sempre maggior vigore, la folla radunatasi per manifestare non è affatto preoccupata degli allarmi del governo ma è unita contro il nucleare che non ama e non vuole più.

Se, come afferma Ban Ki-moon, Segretario Generale Onu “dobbiamo considerare la questione della sicurezza del nucleare civile con la stessa serietà che riserviamo al problema delle armi nucleari”, preziose e illuminanti sono le parole di Daisaku Ikeda, filosofo e leader buddista della Soka Gakkai Internazionale, nella proposta di pace 2012 Sicurezza umana e sostenibilità: condividere un profondo rispetto per la dignità della vita: “..Per più di trent’anni ho espresso enormi preoccupazioni per le imponderabili implicazioni di un grave incidente in una centrale nucleare. Le conseguenze negative che derivano anche dal funzionamento normale e senza incidenti di questi impianti, in termini di necessità di smaltimento delle scorie radioattive, potrebbero durare centinaia e anche migliaia di anni. A tutt’oggi non è ancora stata trovata una soluzione efficace al problema dello stoccaggio di tali prodotti di scarto altamente radioattivi…Auspico vivamente un rapido passaggio a una politica energetica non più basata sull’energia nucleare. Il Giappone dovrebbe collaborare con gli altri paesi che sono già all’avanguardia nell’introduzione di fonti di energia rinnovabili, e intraprendere progetti di sviluppo congiunti per realizzare riduzioni sostanziali dei costi di tali tecnologie” (Buddismo e Società 152, www.sgi-italia.org )

Marzia Fanciulli

Fonte: http://www.romatg24.it


USCITI I BUOI SI CHIUDE LA STALLA? MEGLIO TARDI CHE MAI

di Oliviero Mannucci

Cari lettori, quello che sta accadendo in Giappone spero verrà preso ad esempio da molti altri paesi nucleari del mondo. Per quanto riguarda l'Italia, come ho sempre detto, se dopo il primo referendum contro il nucleare il nostro governo di allora avesse messo su una task force per lo sviluppo delle energie rinnovabili adesso l'Italia sarebbe avanti a tutto il mondo di parecchi decenni, ma purtroppo sappiamo come sono fatti i nostri politici, hanno sperato fino in fondo di lucrare sul business nucleare, a scapito della salute di milioni di cittadini, ma gli è andata male, per ben 2 volte. E nonostante tutto alcuni di loro ancora non hanno capito niente.


2 comments:

  1. on sait bien les conséquences des usines nucléaires sur l environnement en cas d accident, mais la fermeture de ces usines peut augmenter les tarifs de redevance d éléctricité aux citoyens, puisque ces usines couvrent une large partie sur la consommation électrique!

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  2. Caro lettore, io non parlo francese, ma mi sembra di aver capito che secondo lei lo spegnimento delle centrali nucleari provocherebbe l'aumento delle bollette elettriche. Niente di più falso. Includa nel costo al KW/h anche tutte le spese per lo stoccaggio del materiale radioattivo esaurito e vedrà che l'energia elettrica prodotta dalle centrali nucleari è sicuramente antieconomica. Inoltre lascia in eredità alle generazioni future delle vere e proprie bombe ecologiche. Senza contare tutte le patologie che devono affrontare le persone che vivono presso le centrali nucleari per non parlare dei costi da sostenere in termini economici ed umani in caso di incidente grave. Dall'inizio della produzione dell'energia nucleare, ci sono stati circa 200 incidenti, di cui una decina molto gravi, che hanno segnato la vita di milioni di persone. Per non contare poi il grande danno ecologico.

    Cieli sereni

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