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Thursday, May 31, 2012

L’acronimo dell’astronauta

Scade il 14 giugno il concorso dell'ASI per dare un nome e un logo alla missione di Luca Parmitano, astronauta italiano, quarto designato a salire a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Lo abbiamo raggiunto a Colonia per fare il punto sul suo addestramento.

30.05.2012


Si chiama Disegna e Designa ed è il bando promosso dall’Agenzia Spaziale Italiana tra gli studenti italiani per trovare il nome e il logo della missione spaziale di Luca Parmitano. Maggiore dell’Areonautica Militare, Luca Parmitano è stato selezionato nel 2008 (all’epoca era capitano) dall’Agenzia Spaziale Europea per far parte del corpo astronauti dell’ESA (insieme alla collega Samantha Cristoforetti anch’essa pilota). In virtù degli accordi esistenti tra l’ASI e l’ESA ma soprattutto tra l’ASI e la NASA (l’Italia è l’unico paese europeo ad avere un proprio modulo agganciato alla Stazione Spaziale Internazionale, il PMM. Europeo è poi il laboratorio Columbus e i Nodi 2 e 3), Luca Parmitano dovrebbe volare esattamente tra un anno, lanciato dalla base russa di Baikonur in Kazakhistan, per trascorrere sei mesi sulla casa comune dello spazio. Lo abbiamo raggiunto a Colonia, al centro di addestramento degli astronauti dell’ESA.

Maggiore Parmitano, le è piaciuta l’idea del concorso”Designa e Disegna” per la sua missione?

È ormai una tradizione per l’Italia di avere l’opportunità di accompagnare la missione del proprio astronauta con un nome e un’idea grafica tutta italiana. Sono contentissimo di questa iniziativa, non solo perché coinvolge i giovani di cui io sono un fan, ma anche perché gli ideatori del concorso li hanno chiamati ad esprimersi su una serie di punti le cui iniziali formano l’acronimo del mio cognome.

Manca appena un anno alla missione. Ormai l’addestramento sarà pressante. Dove lo svolge principalmente e quali i compiti principali?

Mi divido tra la Citta delle Stelle di Mosca e Houston, i due centri di addestramento di astronauti della russia e della NASA. L’addestramento verte su quattro punti. In primo luogo sarò il vicecomandante della Soyuz (la navicella russa per la ISS) e quindi devo conoscere tutte le funzioni svolte dal comandante e avrò delle funzioni di supporto nella conduzione della navicella. Questa è la mia principale attività di addestramento e come pilota ne sono molto orgoglioso. Il secondo aspetto del mio addestramento riguarda la conoscenza della Stazione Spaziale Internazionale. Questa è come se fosse una nave spaziale e noi dobbiamo conoscere tutto di essa: come funziona, come gestirla. Una terza parte del nostro addestramento è dedicata all’attività extraveicolare, nelle ormai famose piscine del centro di Houston. Quarto momento è quello dedicato all’addestramento per l’uso del braccio robotico della ISS, utile a tutta una serie di attività.

L’attività extraveicolare è un fiore all’occhiello dell’addestramento di un astronauta. Mai nessuno italiano ha avuto l’opportunità di una passeggiata nello spazio. Lei ci spera?

Ci spero, ci prego, ci passo la notte insonne. Per molti di noi è un sogno e io spero vivamente di poterlo esaudire.

È affaticato? Ormai avrà poco tempo al di fuori dell’addestramento…

Potrà sembrare banale, ma no. L’entusiasmo è tale che non riesco a sentire stanchezza. A volte mi ritrovo a volere che l’addestramento non abbia mai fine, anche se poi sono impaziente di poter volare nello spazio. Quello che sto vivendo è tutto ciò che ho desiderato nella mia vita e non posso certo sentirmi affaticato.

Per concludere un commento su Dragon. Anche lei è convinto si sia aperta una nuova era?

Secondo me questa nuova era ha avuto inizio con la fine degli shuttle. Anche se allora lo abbiamo vissuto come un momento triste è da lì che è iniziata una nuova epoca, che ha portato a sviluppare nuove navicelle spaziali, usando nuove tecnologie e mettendo in campo nuovi possibili protagonisti delle future avventure spaziali.

Ascolta l’intervista audio completa

Leggi e scarica il bando dal sito dell’Agenzia Spaziale Italiana

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