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Thursday, May 17, 2012

Giappone, scuola radioattiva

Rischi ancora alti, ma si gioca in giardino.

di Davide Illarietti

Scuole radioattive e bambini costretti a giocare in cortili contaminati. Il nuovo anno scolastico - il secondo dallo tsunami dell’11 marzo 2011 - non poteva iniziare peggio per Fukushima tra blackout annunciati e una casa di lingerie che ha lanciato il reggiseno post-nucleare, quasi obbligatorio per far fronte alla crisi energetica. E un monito degli esperti che terrorizza: il rischio di contaminazioni è infatti 85 volte più alto rispetto a Chernobyl.
PICCHI RADIOATTIVI NELLE SCUOLE. L'allarme in Giappone è scattato subito dopo la riapertura delle scuole, ad aprile. A poco più di un anno dall'incidente nucleare nella centrale Daiichi, nella prefettura di Fukushima sono stati registrati picchi di radioattività in più di 20 istituti scolastici: 14 scuole elementari, sette superiori e cinque materne.
REVOCATE LE MISURE DI SICUREZZA. La radioattività ha sforato di gran lunga il livello massimo annuale previsto dalle norme internazionali. Ma le autorità locali hanno revocato un decreto emanato nel 2011, con cui si vietava agli alunni di rimanere in cortile per più di tre ore al giorno. Una decisione che ha provocato proteste crescenti da parte dei genitori, che hanno chiesto immediatamente di reintrodurre il divieto.
Inoltre le donne hanno chiesto più volte al governo (finora inutilmente) di essere sottoposte a una serie di test su larga scala, per evitare il rischio di contaminazione dei neonati durante l'allattamento.
SPENTO ANCHE L'ULTIMO REATTORE. I dati sulla radioattività - raccolti a partire da gennaio dalle autorità locali della città di Koriyama, la più colpita dalle contaminazioni - sono arrivati assieme all'annuncio dei prossimi razionamenti di energia (con possibili blackout) a partire dall'estate.
Per far fronte alla crisi energetica post-nucleare, le scuole devono infatti risparmiare su luce e corrente. Il 6 maggio è stato spento anche il reattore di Tomari, sull'isola di Hokkaido, l'ultimo degli altri 49 che erano in funzione in tutto il Paese. Ufficialmente per lavori di manutenzione, che dureranno 70 giorni. Ma il governo sembra avere intenzione di mantenere il Paese nuclear-free, almeno finché non si sarà risolta la crisi di Fukushima.

Smaltito solo il 12,3% dei detriti contaminati

Eppure i problemi legati al nucleare non sono affatto superati. I grattacapi dell'esecutivo di Tokyo non accennano a diminuire. A cominciare dalle macerie.
Attualmente è stato smaltito solo il 12,3% dei detriti, in gran parte contaminati, lasciati dal maremoto nelle tre prefetture colpite (Iwate, Miyagi e Fukushima). Ma il rischio più alto viene ancora dalla centrale dismessa.
A dirlo è una petizione firmata da esperti nucleari americani e giapponesi e da 73 organizzazioni non governative, che lunedì 7 maggio è stata inviata al segretario generale dell'Onu Ban ki-moon, per sensibilizzarlo sul «gravissimo rischio di catastrofe nucleare» nel reattore di Fukushima Daichii 4.
IL GOVERNO TACE SUI RISCHI. Nella piscina di raffreddamento dell'impianto, infatti, è stata registrata una presenza di cesio-137 equivalente a 10 volte la quantità che venne rilasciata nell'ambiente dall'esplosione di Chernobyl. E secondo gli esperti, il territorio potrebbe subire una contaminazione superiore di 85 volte rispetto a quella presente sul territorio della centrale ucraina. «Esprimiamo la nostra più profonda preoccupazione», si legge nella petizione, «sul fatto che il governo non informi i cittadini circa l'entità del rischio».
SOLDI PUBBLICI ALLA TEPCO. Per il momento, dal governo non è arrivata alcuna risposta in merito. In compenso, il ministero dell'Economia ha annunciato una maxi-iniezione di soldi pubblici nelle casse della Tokyo Electric Power Co (Tepco), il gestore della centrale di Fukushima.
I fondi, per un totale di 1.000 miliardi di yen (10 miliardi di euro), serviranno a risarcire i danni, smantellare l'impianto di Dahici e garantire forniture elettriche stabili ai clienti.
FUKUSHIMA, DANNI PER 5 MLD. Inoltre la società è previsto venga nazionalizzata. Il controllo statale, ha detto il ministro dell'Industria Yukio Edano, «non si chiuderà in uno o due anni». Il piano è di riportate i bilanci della società in pari entro il 2015.
In quest'arco di tempo il governo si è impegnato a concedere un totale di 2.400 miliardi di yen di aiuti specifici per fare fronte alla stima di circa 5 mila miliardi di yen di richieste di indennizzi da parte delle vittime del disastro nucleare di Fukushima.

Martedì, 15 Maggio 2012

Fonte: http://www.lettera43.it

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