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Friday, April 6, 2012

Russia: ok al razzo nucleare per i viaggi planetari

Sarà impiegato plutonio per dare energia a un propulsore che darà la spinta accelerando gli ioni di xenon

Il progetto del motore  nucleare russoIl progetto del motore nucleare russo
MILANO - Nel 2009 lo avevano annunciato: «Nel 2102 lo faremo funzionare». E così sta accadendo. Gli scienziati russi hanno iniziato la sperimentazione delle varie parti del sistema di propulsione nucleare di cui dotare sonde interplanetarie e future astronavi umane. Il razzo nucleare russo sta nascendo a Skolkovo. «Attualmente stiamo collaudando diversi tipi di propellente e poi passeremo ai disegni definitivi», precisa Denis Kovalevich, alla guida del gruppo di ricercatori.

MANCATA COLLABORAZIONE USA - Nel 2010 Anatoly Perminov, allora presidente dell’agenzia spaziale russa Roskosmos, aveva confermato l’esistenza del programma annunciando che avrebbe esteso la proposta di collaborazione anche agli Stati Uniti. La lista dei potenziali Paesi coinvolgibili includeva pure Cina, Giappone, Germania, Francia e Gran Bretagna. Tra l’altro i ricercatori russi e cinesi lavorano da anni su questo fronte in forma non ufficiale. Da Washington risposte non ne sono arrivate e così Mosca ha proseguito autonomamente secondo un piano condiviso da Roskosmos e Rosatom, il grande gruppo nucleare russo. Nel 2010 il governo russo ha autorizzato il finanziamento di 17 milioni di dollari, come prima parte del costo del programma per i prossimi cinque anni di 247 milioni di dollari.

PLUTONIO - Il motore nucleare utilizzerà il plutonio e produrrà energia per un propulsore ionico che impiega lo xenon accelerando gli ioni da cui deriverà la spinta. Nello stesso tempo il generatore da 150 kilowatt fornirà anche l’energia necessaria a tutti i sistemi di bordo. Per il momento non sono forniti altri dati tecnici.

PROGETTI E IMPIEGHI - Razzi nucleari erano stati studiati nei decenni passati sia negli Usa (progetto Rover) che in Russia (progetto RD-0140). I russi, però, con un piano più esteso che è proseguito fino agli inizi degli anni Novanta. Negli stessi anni anche la Nasa aveva ripreso in considerazione il tema, salvo interrompere tutto nel 2003. Finora la Nasa ha fatto ricorso a generatori a radioisotopi sulle sonde che viaggiano lontano dalla Terra, come Cassini su Saturno e New Horizon verso Plutone. Ne è dotato anche il rover Curiosity che sbarcherà su Marte in agosto e ciò gli consentirà di restare attivo molto più a lungo dei predecessori oltre a funzionare anche durante l’inverno marziano. Ma la sua potenza generatrice è contenuta: 125 watt.

FUTURO - Gli scienziati russi in realtà non hanno mai smesso di occuparsi di questa frontiera della propulsione spaziale, perché è l’unica che consenta di affrontare viaggi anche ai confini del sistema solare accorciando i tempi di volo. Infatti questo ricordano oggi i ricercatori impegnati nel nuovo progetto, che prevede un primo collaudo in orbita nel 2014 e un secondo più completo nel 2017. Una missione interplanetaria è invece prevista nel 2025.

Giovanni Caprara

Fonte: http://www.corriere.it

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