La Terra, presto, potrebbe perdere il suo primato come unico pianeta a possedere vaste riserve di acqua. E Marte, obiettivo di numerosi studi, potrebbe essere il pianeta che potrebbe strapparglielo. Gli scienziati, infatti, hanno analizzato il contenuto di acqua di due meteoriti provenienti dal pianeta rosso. La scoperta è a dir poco accattivante: la quantità di acqua nel mantello marziano è di gran lunga superiore rispetto a quanto prima si ritenesse ed è persino molto simile a quella della Terra.
La ricerca è stata eseguita dallo scienziato Francis McCubbin dell'Università del New Mexico ed effettuata insieme al team della Canergie Institution di Erik Hauri. I risultati ottenuti non riguardano solo quanto già si conosce del pianeta Marte, ma si interrogano soprattutto sulla modalità in cui l'acqua sia giunta sulla sua superficie. Inutile dire che la presenza di acqua nel sottosuolo rinfresca le attese di quanti ipotizzano che il pianeta possa effettivamente ospitare la vita.
Gli scienziati hanno analizzato alcuni particolari meteoriti, chiamati shergottiti, originati dalla parziale fusione del mantello marziano e di proporzioni abbastanza piccole. Questi si sarebbero cristallizzati sotto la superficie. "Abbiamo analizzato due meteoriti che hanno avuto storie molto diverse", ha spiegato Hauri. "Uno era stato sottoposto ad una notevole miscelazione con altri elementi durante la sua formazione, mentre l'altro no. Abbiamo analizzato il contenuto di acqua nell'apatite minerale e abbiamo trovato che vi era poca differenza tra i due, anche se la chimica degli oligoelementi era marcatamente differente. I risultati suggeriscono che l'acqua è stata incorporata durante la formazione di Marte e che il pianeta era in grado di immagazzinare acqua al suo interno durante la differenziazione del pianeta".
Si stima che questi due meteoriti siano giunti sulla Terra appena dopo essere stati espulsi da Marte, ossia qualcosa come 2,5 miliardi di anni fa. E si tratta di corpi rocciosi decisamente importanti per gli scienziati poiché i soli in grado di fornire risposte adeguate riguardo i processi geologici e l'evoluzione del pianeta.
Attraverso il contenuto dei due oggetti, gli scienziati hanno potuto calcolare quanto le rocce marziane contengano in termini di acqua: si parla di una stima tra le 70 e le 300 parti per milione di liquido. "C'è stata una sostanziale evidenza della presenza di acqua liquida sulla superficie marziana per un certo tempo", continua Hauri. "E' stato sconcertante, perché le stime precedenti per gli interni del pianeta davano invece una scarsa presenza di acqua. Questa nuova ricerca suggerisce che i vulcani potrebbero essere stati il veicolo primario per far raggiungere all'acqua la superficie". I dati acquisiti durante la ricerca dagli scienziati sono stati determinati tramite nuove tecniche come la spettrometria di massa di ioni secondari (SIMS).
La ricerca, pubblicata sulla rivista Geology, apre nuove prospettive riguardo la formazione di molti altri pianeti. Come lo stesso McCubbin dichiara: "Non solo questo studio spiega come Marte abbia ottenuto la sua acqua, ma fornisce anche un meccanismo per lo stoccaggio dell'idrogeno in tutti i pianeti terrestri, al momento della loro formazione".
Risposte queste che attendono l'arrivo di Curiosity sul pianeta rosso, previsto per il mese di agosto. Per il momento gli scienziati della Nasa si stanno concentrando sull'area di atterraggio del piccolo rover.
Federica Vitale
Fonte: http://www.nextme.it
Commento di Oliviero Mannucci: Marte, nel sottosuolo è ricco di acqua calda, lì vivono una serie di forme di vita, dalle più piccole a quelle più grandi che potremo definire pesci. Prima o poi la NASA ufficializzerà tale scoperta, nel frattempo sta facendo di tutto per non far trapelare la notizia. Questa informazione l'ho avuta da personale scientifico di mia conoscenza, lavorante all'interno dell'ente spaziale statunitense, che però, per ovvie ragioni, vuole rimanere anonimo. Mai come in questo caso si può dire che la verità prima o poi verrà a galla.
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