Se pensate che il Nexus in discussione sia quello di terza generazione vi sbagliate di grosso: la missione PhoneSat 1.0 vedrà infatti il Nexus One come protagonista, con un periodo ridotto di vita e il preciso obiettivo di immagazzinare immagini del nostro pianeta oltre, ovviamente, ad informare gli scienziati a terra su qualsiasi mal funzionamento del sistema.
Il nano satellite PhoneSat 2.0 espanderà ulteriormente le proprie funzionalità, grazie anche alla maggiore potenza di calcolo del Nexus S, cervello dell’intero sistema che sarà in grado di gestire due bande radio per il controllo diretto da terra, pannelli solari per un periodo più lungo di operatività e GPS transponder.
Secondo la NASA questi progetti permetterebbero di aprire una nuova era low-cost, con satelliti che potrebbero arrivare a costare soltanto 3500$ l’uno ed evidenti vantaggi per sperimentare tranquillamente in orbita senza dover avere un budget spropositato. Entro l’anno sono infatti previsti i primi 3 lanci, con due PhoneSat 1.0 ed un PhoneSat 2.0 pronti allo spazio. Il problema è sempre il medesimo, non rischiamo in questo modo di saturare ancor più l’orbita terrestre già al collasso a causa di eccessiva “spazzatura satellitare“?
Fonte: http://altadefinizione.hdblog.it
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