Se la Terra fosse un pianeta extrasolare apparirebbe come un mondo abitabile? : Negli ultimi anni, la ricerca di pianeti extrasolari potenzialmente abitabili ha fatto passi da gigante ma non abbastanza. Siamo in grado di scoprire mondi simili alla Terra, nella zona abitabile della loro stella, dove l'acqua liquida potrebbe esistere ma i nostri strumenti non sono abbastanza potenti da confermare la presenza di vita. Un ottimo spunto per migliorare le nostre conoscenze è proprio la Terra, che di fatto, ad oggi, è l'unico pianeta confermato abitabile ed abitato.
Bisognerà guardarlo da lontano, come fosse un pianeta extraterrestre, per cercare le firme rilevatrici di vita in atmosfera e negli oceani.
Il team della missione della NASA Lunar Crater Observation and Sensing Satellite (LCROSS) ha avuto un po' di tempo per approfondire l'argomento nella fase estesa del programma. Così, invece, di continuare a studiare la Luna, il loro target era diventato la Terra. "La sonda LCROSS ha osservato la Terra e ha rilasciato dati sull'ozono nell'atmosfera terrestre e anche sull'acqua liquida", ha detto il ricercatore Tyler Robinson, post-dottorato presso il NASA Ames Research Center di Mountain View, in California. "Abbiamo usato questo metodo anche per mettere a punto le simulazioni su come apparirebbe una Terra lontana".
Il loro studio "Detection of Ocean Glint and Ozone Absorption Using LCROSS Earth Observations" è ora disponibile in pre-pubblicazione su Arxiv ed è stato accettato dalla rivista Astrophysical Journal.
Ne ha parlato il sito astrobio.net.
The
Lunar CRater Observation and Sensing Satellite (LCROSS) observed the
distant Earth on three occasions in 2009. These data span a range of
phase angles, including a rare crescent phase view. For each epoch, the
satellite acquired near-infrared and mid-infrared full-disk images, and
partial-disk spectra at 0.26-0.65 µm (?/?? ~ 500) and 1.17-2.48 µm (?/??
~ 50). Spectra show strong absorption features due to water vapor and
ozone, which is a biosignature gas. We perform a significant
recalibration of the UV-visible spectra and provide the first comparison
of high-resolution visible Earth spectra to the NASA Astrobiology
Institute's Virtual Planetary Laboratory three-dimensional spectral
Earth model. We find good agreement with the observations, reproducing
the absolute brightness and dynamic range at all wavelengths for all
observation epochs, thus validating the model to within the ~10% data
calibration uncertainty. Data-model comparisons reveal a strong ocean
glint signature in the crescent phase data set, which is well matched by
our model predictions throughout the observed wavelength range. This
provides the first observational test of a technique that could be used
to determine exoplanet habitability from disk-integrated observations at
visible and near-infrared wavelengths, where the glint signal is
strongest. We examine the detection of the ozone 255 nm Hartley and
400-700 nm Chappuis bands. While the Hartley band is the strongest ozone
feature in Earth's spectrum, false positives for its detection could
exist. Finally, we discuss the implications of these findings for future
exoplanet characterization missions.
LCROSS,
il cui obiettivo primario era cercare tracce di acqua sul nostro
satellite, terminò la sua missione nel 2009, schiantandosi contro la
superficie della Luna, nel cratere Cabeus vicino al polo sud. Circa un
decennio prima, la missione della NASA Lunar Prospector aveva
trovato accenni di idrogeno nei crateri dei poli lunari, nelle zone
permanentemente in ombra. LCROSS aveva seguito a queste ricerche e nel
momento dell'impatto, osservazioni supplementari con altri veicoli
spaziali e strumenti, come quelle della sonda della NASA Lunar
Reconnaissance Orbiter (LRO), confermarono la presenza d'acqua nel
cratere. La missione, quindi, era stata un successo, trovando le
evidenze della presenza di acqua sulla Luna.
Ma la domanda era: LCROSS sarebbe riuscita a rilevare anche l'acqua presente sulla Terra? Gli
scienziati erano curiosi, soprattutto considerando che i nostri oceani
creano una forte riflessione a specchio, tanto da far apparire la Terra
come una falce dal punto di vista della Luna (immagine in apertura). La
sonda eseguì, perciò, tre sessioni di osservazione nel 2009,
nonostante non fosse stata progettata per osservare un pianeta da
quella distanza. I risultati mostrarono che, non solo LCROSS era
riuscita a vedere il riflesso dei mari ma i dati erano anche molto
diversi da quelli che ci si aspettava. "Ho trovato il fatto che avesse
rilevato il riflesso sorprendente per due motivi", spiega Robinson.
"Il
riflesso osservato dalla navicella era in disaccordo con alcune
osservazioni effettuate da terra". Alcuni ricercatori, infatti, avevano
cercato di prevedere il luccichio terrestre osservando la Luna, durante
la sua prima ed ultima fase, studiando la luce cinerea,
ossia la luce del Sole, che riflessa dalla Terra, illumina la porzione
in ombra della Luna. Ma queste osservazioni avevano predetto una
riflessione molto più forte rispetto a quella rilevata dalla squadra
LCROSS.
Altra sorpresa è stata studiare lo spettro del bagliore:
la riflessione non ha risposto allo stesso modo ma era molto più debole
in alcune lunghezze d'onda, come filtrata da qualche fenomeno
atmosferico. "Inoltre, la Terra in fase crescente, grazie al mare, può essere due volte più brillante. Questo potrebbe essere un effetto significativo se stiamo guardando un pianeta extrasolare", ha aggiunto Robinson.
Un
indizio sicuramente interessante ma l'autore avverte che, se notassimo
questo comportamento in un mondo alieno, non significherebbe
automaticamente che il luccichio arrivi da grosse masse d'acqua liquida.
"Ci potrebbero essere altre spiegazioni", sottolinea, come le nuvole o
le regioni polari coperte da calotte ghiacciate. Ma a questo dato, si
potrebbero aggiungere altri indicatori di vita, come l'ozono:
"L'ozono è un potenziale indicatore chiave della vita ed appare
maggiormente nelle osservazioni ultraviolette della Terra", ha detto.
"Allora, i telescopi futuri potrebbero usare le lunghezze d'onda
ultraviolette per individuare più facilmente i gas di biosignature".
Commento di Oliviero Mannucci: un esperimento simile venne fatto con la Voyager 1, poco dopo la sua partenza venne rivolta verso la Terra, e usando le apparecchiature presenti a bordo, venne radiocomandata da Terra per vedere cosa avrebbe detto del nostro pianeta. I dati furono sconfortanti. La Terra risultava, non avere acqua, non avere ossigeno, non avere vita, insomma un pianeta deserto ed inospitale. La notizia venne messa a tacere in un men che non si dica, ma io mi ricordo bene quando accadde questa cosa, ne parlo un giornale o due in Italia, e poi la notizia venne fatta scomparire. Evidentemente la NASA, negli ultimi anni qualche progresso l'ha fatto.
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