Maurizio Baiata: Questo articolo è stato scritto cinque
anni fa da Carlo Barbera, experiencer e grande esoterista, con il quale
ho condiviso momenti fondamentali per la crescita della mia coscienza.
Fu proprio con Carlo Barbera e Corrado Malanga che, una decade fa, demmo
vita al progetto del Gruppo StarGate. Poi le nostre strade ci hanno
condotto su percorsi diversi, eppure connessi.
Da anni Carlo vive nell’isola del vento, Pantelleria.
Il contatto alieno e l’apertura della porta dimensionale
Anch’io sono un “preso” dagli alieni. È
un’esperienza che ha segnato in modo indelebile la mia coscienza e la
mia vita. Non ho mai avvertito il senso di una minaccia in questo,
l’intrusione violenta di entità ostili nel mio spettro di coscienza, né
tanto meno i miei diritti di uomo violati, la mia volontà coercita, la
mia anima depredata di una parte di sé. Ho avvertito un seme ancestrale,
depositato nel profondo di me, che ha germinato nel tempo, nel silenzio
degli anni, nelle mie scelte di vita, nelle mie idee, nel mio desiderio
incondizionato di essere libero.
Questo mi è costato, molto, ma ho pagato
di persona, assumendomi delle responsabilità che non potevo e non volevo
delegare a nessuno, tanto meno a esseri di altri mondi.
Lo
so che come me ci sono uomini, donne e bambini in tutto il pianeta e so
che per alcuni di essi è stata ed è un’esperienza dolorosa, traumatica,
o del tutto inconsapevole. Ciò nonostante è come se sentissi un legame
profondo, viscerale, che mi unisce a tutte queste creature, toccate da
qualcosa di misterioso, di atavico, che così spesso non si riesce a
comprendere, non avendone i mezzi e il giusto supporto o, spesso,
fuorviati come siamo dalla disinformazione o dalle congetture di molti.
Così vorrei fornire una chiave, per coloro che hanno vissuto
un’esperienza analoga alla mia, che possa aprire per loro una porta
verso la comprensione reale di ciò che hanno vissuto e delle possibilità
che ne derivano.
L’Abisso Stellare
Un abisso stellare di perfezione e
silenzio, che inghiotte ogni cosa. Questo ho visto quando ho aperto gli
occhi in mezzo a Loro, nel Maggio del 1984. Già, sono passati più di
vent’anni. “Ti abbiamo analizzato la gola… perché ti servirà molto la
voce” pensò il piccolo alieno macrocefalo e dai grandi occhi a mandorla
che mi fissava con molta attenzione e con una certa perplessità. In
quell’abisso di perfezione e silenzio solamente intuii il perché la voce
mi sarebbe stata così tanto importante. In quei momenti non ebbi
parole, perché tutto era compiuto, perché non c’erano neppure i pensieri
a increspare le acque del lago calmo della mente, solo il colore mi
avvolgeva, le calde e penetranti tinte del sole e il sorriso mite di un
piccolo alieno con gli occhi scuri pieni di stelle.
Poi, quando mi svegliai nel letto, madido
di sudore, con uno scatto mi alzai agitatissimo, come se emergessi da
un pozzo profondo. Sono convinto oggi che quel pozzo fosse il mio
subconscio.
Negli anni successivi entrai nuovamente in quel pozzo,
guidato dalla mano sicura di maestri non umani, conobbi l’oscurità nella
quale mi abituai a riposare, prendendo rifugio in essa, scendendo nelle
profondità della Terra come nel ventre sicuro di una Madre, terribile
ma benigna, dove né luce né suono potevano portare i riverberi di un
mondo esteriore intriso di sofferenza.
Qui, i confini dell’essere
lentamente si diradarono fino a scomparire, lasciando trasparire gli
angoli più remoti di me stesso e, dopo averli invocati, incontrai uno
dopo l’altro i demoni più nascosti, gli incubi banditi dalla mente
cosciente degli uomini.
Imparai a farmi specchio per essi, a
dissolverli riconoscendone la vacuità e a reintegrarli nella mia mente,
sorgente dalla quale avevano avuto origine come una proiezione. Imparai a
godere dello spazio senza confini, del tempo senza limiti, nell’estasi
del corpo divenuto coscienza pura, imparai a lasciarmi precipitare
abbandonato come un figlio nel grembo oscuro della Dea Madre. Così ho
visitato mondi interni e dimensioni e vita che pullula in ogni dove.
La Materia Vivente
Poi, un giorno, credo di essere arrivato
in fondo a quel pozzo, fino a toccare qualcosa di straordinario e di
sconvolgente. Era una materia viva, come viva non è alcuna cosa, sulla
Terra. Era la vita che potevi toccare. Era l’armonia perfetta che
esplode nell’attimo, senza tempo, senza spazio, della dimensione
trascendentale del “qui e ora”. Era una parete, forse di roccia,
straordinariamente radiante, immensamente potente e scintillante, come
un cristallo dalle mille sfaccettature. Toccai con la mano quella
sostanza viva. Fu così che decisi di rendere reale il sogno, eleggendo a
Realtà quel mondo che si manifestava dentro e fuori di me, ritornato
alle sorgenti di me stesso, facendo il mio corpo di quella stessa
materia vivente, mutando in forma, assumendo i miei primitivi attributi
divini ed animali. Divenni sovrano del mio mondo, una nuova stella
accesa nel firmamento celeste per unirsi al coro dell’Assoluto.
Quanti alieni ho incontrato in quel
mondo? Molti, moltissimi, compreso me stesso. Un me stesso molto più
anziano, più evoluto, più saggio e più felice. È lui che invoco quando
apro la Porta dell’Universo Reale innalzando dal fondo dell’Abisso la
mia energia creativa primordiale e trasmuto in materia vivente i dieci
loti del mio corpo, che contengono le dieci virtù divine e i dieci
demoni del desiderio, sino alla sommità della testa, nell’undicesimo
centro della Coscienza Non-Duale, dove dimora il Re e il Dio che sono,
libero e potente.
L’unione appassionata fra essi genera il
frutto del loro eterno amore, un Essere di pura consapevolezza, il Sé
non condizionato dalle portanti sensoriali e dalla mente dualistica, il
Corpo di Arcobaleno che si costituisce dei cinque elementi originali, la
Coscienza Cosmica che noi siamo.
La Porta Dimensionale
Cosa è la Porta Dimensionale? Una
risposta a questa domanda, da me ripetutamente posta a Loro nei nostri
contatti è: “La Porta Dimensionale sei tu”.
Una risposta tanto
enigmatica quanto pericolosa, perché rivoltami in modo personale, come
se essi riconoscessero nella mia persona qualcosa che invece a me è
sfuggito per molti anni. Del resto ho temuto queste parole, per aver
visto in altri come me, venuti prima e dopo di me, innalzarsi in petto
gli idioti demoni dell’ego, e farsi maestri d’illusione, baldanzosi
condottieri di seguaci poi dispersi nella polvere, fuggiti all’amaro
sapore dell’inganno. Ma non mi sono fermato. Ho invece cercato di andare
oltre i falsi giochi della mente, di comprendere il significato di
quelle enigmatiche parole, consapevole che in quell’abisso stellare di
perfezione e silenzio in cui ho trovato rifugio e dimora non vi è
separazione, né differenza, ma gioia senza limiti, sempre nuova
sorpresa, la regalità che tutto possiede senza nulla essere.
Nell’estatico vuoto della mente si sciolgono i pinnacoli di ghiaccio
della separazione, si dissolvono le differenze, si gode della più
entusiasmante integrazione nell’unità, senza confini e senza
definizione.
Non si tratta di uno spazio lontano, di
un punto del tempo a noi remoto, è qui e ora, nel punto in cui siamo in
questo preciso istante. Occorre solo l’enorme coraggio di vedere, la
ribellione di riconoscere a se stessi la propria libertà,
l’autodeterminazione di affermare la propria divinità, la propria
sovranità, su chi e quanto ci rende esseri finiti e mortali, peccatori
imperfetti e colpevoli, servi dei ricatti di un dio che non esiste. Ma
la Porta Dimensionale esiste, esiste nella luce, ed esistiamo noi che la
possiamo manifestare, se rinunciamo con piena volontà ai lacci che ci
vincolano alla morte, se riusciamo ad aprire in noi stessi questo varco
verso la Realtà.
La documentazione fotografica la mostra
come una manifestazione esterna e visibile, in stretta relazione con la
Porta Dimensionale interna che si realizza nel raggiungimento di quello
stato di super-coscienza, estatico e non-duale, che rende possibile il
contato con altre dimensioni e con le infinite entità che vivono
l’universo reale, ma che rende soprattutto possibile l’accesso e la
completa immersione in campi dimensionali dove interagire, muoversi e
operare nel proprio universo magico. Campi dimensionali non condizionati
alle linee illusorie del tempo, in cui la nostra coscienza si proietta
secondo principi di attrazione magnetica e ai quali possiamo
potenzialmente accedere con l’intero nostro essere, trasferendo anche il
nostro corpo fisico sui piani vibratori della Realtà immortale.
La Porta dimensionale sono io quindi?
Certo, perché affermo di aver raggiunto tale stato di coscienza, affermo
di aver toccato quella materia vivente e radiante, e di esserne
divenuto parte. Sono io, come lo possono essere tutti coloro che
raggiungono una tale consapevolezza di sé e del proprio universo
interiore. Naturalmente ognuno troverà la propria via, il proprio metodo
per risvegliare in sé quell’energia cosmica, potente e misteriosa, che
giace sepolta sotto la coltre delle nostre paure e dei nostri incubi. Mi
riferisco a un metodo proprio, spontaneo e originale, non a tecniche
apprese da altri; parlo della via già scritta nelle cellule del nostro
essere, nel codice dei nostri geni, incisa a fuoco nei connotati del
nostro corpo e della nostra anima.
Il mio corpo è scritto come la Terra.
Sulle piante dei piedi porto inciso il Mantra più antico che contiene il
Suono di tutti i suoni. Sulla fronte il sigillo della Antica Sapienza. E
sul petto il Fuoco che divampa nella Terra, e l’Acqua alla radice del
mondo.
È questo il diritto di ciascuno di noi.
“Sceglietevi un’Isola…”
Alcuni uomini, si sa, vogliono negare
tali diritti. E violano, loro sì, e non da ora, la libertà dell’essere,
aggiungendo nuovi incubi e generando nuovi mostri nella mente degli
uomini. Ma questo è un altro discorso e forse non occorre ingaggiare con
essi una battaglia nei termini del nostro negato diritto di
autorealizzazione e di liberazione. Forse, minacciati come siamo nella
nostra libertà, la cosa più urgente da fare è quella di impugnare il
diritto che è nostro e trovare una via di uscita, che sia anche una via
verso una dimensione più “umana”, dove poter vivere in pace la nostra
realtà, crescere e costruire insieme un mondo dove ognuno sia sovrano e
dio del proprio universo, una stella nel firmamento in armonia con le
altre stelle.
A volte credo fermamente che abbiamo
bisogno di un’oasi, un’isola mediamente piccola e sufficientemente
lontana dal “mondo”, uno spazio autonomo, dal punto di vista
dell’esistenza naturale, dove poter pensare, amare, creare, lavorare,
vivere liberamente, senza costrizioni e ricatti, senza schiavitù. Uno
spazio armonico ma soprattutto un luogo di potere, un luogo sacro e
radiante, un chakra nel corpo vivente della Dea, dove poter guarire,
liberarsi, risvegliare l’identità cosmica e multidimensionale che noi
tutti siamo, dove poter aprire i varchi di luce, attraverso i quali
ripercorrere sicuri i passi di ritorno alla nostra origine. È
probabilmente un sogno. Ma già un tempo ho scelto di rendere realtà il
sogno e la voce, la mia energia vivente risvegliata ed espressa,
integrata nello spettro onnicomprensivo della mia coscienza, mi è
servita così tanto per comunicare ai miei simili lo splendore della
nostra originaria natura, la nostra divinità che millenni di falsità ed
oppressione ci hanno negato, la straordinaria opportunità che ci è
offerta di ritornare ad essere liberi e sovrani immortali.
Una nuova
vita, per me, e per molti di coloro che hanno avuto, in un modo o in un
altro, contatti con entità extraterrestri, è ora davvero il sogno più
grande.
Dagli occhi scuri pieni di stelle del
piccolo alieno che più di vent’anni fa mi guardò con una certa
perplessità, qui e ora, dal silenzio abissale della Realtà, emerge il
sussurro di altre parole, un pensiero rimasto inciso nel tempo e mai
dimenticato.
“Ad ogni gesto tracciato, ad ogni parola
pronunciata, nel Vuoto, l’Universo si muove e parla, con te”. È un
invito e un augurio che porgo a quanti hanno voluto comprendere le mie
parole.
Carlo Barbera
Fonte
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