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Thursday, May 28, 2015

Il nucleare in Cina non e' sicuro. Ma si costruiscono altri reattori



Già 3 province hanno scelto le aree che ospiteranno i nuovi impianti nucleari della Cina, come parte dello del piano di sviluppo dell’energia atomica. Ma uno degli scienziati cinesi più famosi, He Zuoxiu, cerca di mettere in guardia: il Paese non sta investendo abbastanza nei controlli di sicurezza

 http://www.voxeurop.eu/files/images/article/BURKI-nucleaire.jpg
I nuovi obiettivi cinesi riguardano la costruzione di impianti nucleari che, a quanto pare, saranno strutture particolarmente pericolose. A dirlo è un fisico, che sta cercando di mettere in luce come, in caso di incidenti, sarebbero contaminati i fiumi da cui attingono acqua milioni di persone, senza contare le falde acquifere.


Nel 2011 la Cina aveva sospeso l’approvazione alla costruzione di nuovi reattori, sull’onda del disastro di Fukushima, ma poi ha prevalso la voglia di superare il Giappone per capacità nucleare al 2020 e di diventare nel giro di una decina d’anni il leader mondiale nell’utilizzo di energia nucleare.

In un certo senso, gli Stati Uniti stanno supportando queste scelte, visto che Barack Obama recentemente ha annunciato il progetto di rinnovare la cooperazione in questo settore per poter vendere più reattori progettati proprio negli Usa.

Ufficialmente il governo cinese afferma che l’espansione nucleare sarà utile a ridurre l’inquinamento atmosferico e i gas serra, tagliando anche la dipendenza dalle importazioni di gas e petrolio. Ma gli scienziati avvertono che in Cina circolano due voci: una ha come priorità quella della sicurezza, l’altra parla di sviluppo cieco.

E He Zuoxiu parla di corruzione, di poca competenza a livello manageriale e di “pazzia” nel decidere di voler costruire 58 GW di potenza atomica al 2020, con obiettivi ancora maggiori, fino a 100-200 GW. Secondo lo scienziato, la soluzione migliore sarebbe quella di completare la costruzione degli impianti già approvati per poi avere a disposizione un paio di decenni per farli funzionare in maniera sicura, prima di pensare ad un’ulteriore espansione.

“La Cina al momento non ha abbastanza esperienza da avanzare giudizi ed escludere incidenti. I controlli dopo Fukushima hanno fatto emergere alcuni problemi, ma soltanto quelli minori, e le conclusioni finali sono state che il nucleare cinese è sicuro. Ma erano controlli basati su vecchi standard, gli stessi standard che avevano già bisogno di miglioramenti”. Senza contare che a Fukushima avevano ammesso di aver fallito proprio nel prevedere misure adeguate in caso di terremoti e tsunami, anche a causa del timore di proteste.

Anna Tita Gallo

Fonte 

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