I ricercatori hanno scoperto che in alcuni momenti dell'anno dell'acqua salmastra arriva in superficie allo stato liquido
di Eleonora Ferroni
Curiosity, il robottino su sei ruote della NASA lanciato nel novembre
del 2011, ci permette di conoscere Marte in tutte le sue sfaccettature.
Il rover sta esplorando da quasi tre anni (976 giorni marziani) la
superficie del quarto pianeta del Sistema solare studiandone la
composizione e cercando ulteriori prove dell'esistenza dell'acqua e di
vita in un suo lontano passato. E sembra proprio che un gruppo di
ricercatori dell'Università dell'Arkansas abbia provato la presenza di
acqua salmastra sulla superficie di Marte in determinati periodi
dell'anno.
La scoperta è stata resa nota su Nature Geoscience e si basa sui dati
raccolti in oltre due anni nei pressi di un cratere da impatto in una
zona vicino l'equatore del pianeta. Vincent Chevrier, del Center for
Space and Planetary Sciences, ha detto: «Ciò che abbiamo dimostrato è
che in determinate circostanze, e solo per poche ore al giorno, si
possono verificare le condizioni adatte affinché si formi dell'acqua
salmastra in superficie». Questo potrebbe spiegare un fenomeno osservato
dagli orbiter attorno a Marte (come l'High Resolution Imaging Science
Experiment - HiRISE) chiamato recurring slope lineae (RSL),
letteralmente strisce scure di sabbia bagnata che compaiono
stagionalmente (durante i periodi più "caldi") proprio sui pendii
marziani e che potrebbero essere il segno della presenza di acqua sul
pianeta rosso. Come è noto, l'acqua è alla base della nostra vita. Per questo gli
esperti la cercano in lungo e in largo nell'Universo, sperando di
trovare, un giorno, un pianeta simile alla Terra e altrettanto
abitabile. Proprio sul nostro pianeta è stato riscontrato che gli
organismi si adattano e prosperano in condizioni anche estremamente
salmastre. Chevrier, tuttavia, ritiene che su Marte queste condizioni
siano troppo dure per sostenere la vita. Ha spiegato: «Se mettiamo a
paragone le nostre osservazioni sulla termodinamica della formazione di
questa acqua salmastra con la conoscenza degli organismi terrestri, non è
possibile trovare un modo affinché gli stessi organismi sopravvivano su
Marte». Certo è che la vita su Marte, semmai fosse possibile, sarebbe veramente
molto proibitiva: sul pianeta l'escursione termica è proibitiva, il
clima è secco e la pressione atmosferica è 200 volte inferiore rispetto a
quella sulla Terra. Semmai venisse trovata una goccia di acqua pura
sulla superficie del Pianeta rosso, questa gelerebbe o bollirebbe in
pochi minuti. E su Marte questo è possibile proprio perché l'atmosfera è
quasi inesistente.
Nel 2008 il lander della NASA Phoenix è riuscito a identificare
perclorato di sodio in alcuni campioni di suolo raccolto su Marte: i
sali perclorati riescono a mantenere l'acqua allo stato liquido anche a
temperature inferiori allo zero (Phoenix è atterrato proprio in una zona
- quella polare - dove non si va oltre -20°), assorbendo l'umidità
dall'atmosfera. Si tratta di sali rari da trovare sulla Terra, ma
potrebbero essere presenti appunto sul Pianeta rosso rendendo possibile,
quindi, la presenza di acqua liquida. A Curiosity è toccato l'onore di
confermare la presenza di questi perclorati anche nel suolo equatoriale,
inviando a terra anche dati relativi all'umidità e alla temperatura del
terreno durante le diverse stagioni marziane.
Con questi dati i ricercatori sono arrivati a confermare le loro
ipotesi: esiste acqua salmastra allo stato liquido, i cui campioni
potranno essere raccolti con le future missioni su Marte. E anche se
questo tipo di acqua non sembra in grado di sostenere la vita, potrebbe
essere in ogni caso una risorsa vitale per future missioni missioni
umane.
Fonte
Quanto è limitata la scienza umana di questo secolo?
Molto a giudicare dalla poca lungimiranza dello scienziato medio terrestre,che crede solo a ciò che vede. E quindi solo a ciò che percepisce con sensi imperfetti e limitati. Ma che scienza sarà mai, una scienza che non va al di la del proprio naso? Lo scienziato vero, sa, che la scienza vera è altra cosa, perchè va al di là della limitata percezione umana. Questo concetto andrà di gran moda, fra qualche decennio. Mentre della cosidetta scienza attuale, fra soli venti anni, si riderà fragorosamente! Io lo faccio già da ora.
Ve la ricordate questa immagine pubblicata su questo blog dal sottoscritto? Che cosa mostra?
Mostra pozzanghere d'acqua su Marte!
Ron Levin, un fisico di frontiera del JPL provò a rendere nota la notizia, ma fu subito richiamato all'ordine dalla NASA. Ma sta di fatto che su Marte scorre acqua liquida in superficie in alcune ore del giorno. Nel sottosuolo invece scorre copiosa da un canale all'altro, popolata da innumerevoli forme di vita acquatiche, dalle più semplici a quelle più complesse dalle quali discendiamo. Chi legge questo blog, sa quante volte ho ribadito questa mia affermazione. Piano, piano, sta arrivando la verità! Tenetevi forte.
Oliviero Mannucci
P.S. Mi volevo levare un sassolino dalla scarpa, salutando "l'esobiologo" ( si fa per dire) Bianciardi dell'Università di Siena, il quale, quando lo informai della scoperta, sostenne che non era vero niente, e che lui non ne aveva mai sentito parlare. Bè adesso lo sa, su Marte, c'è acqua salata! Io oramai classifico gli scienziati in due tipi: quelli pre curvatura, che ancora sostengono che se c'è vita intelligente nello spazio non la potremo mai incontrare a causa delle grande distanze intestellari, e quelli che invece conoscono il viaggio a curvatura ( la NASA ci sta lavorando, ma sta molto più avanti di quanto ci è dato sapere), e che quindi sanno che gli extraterrestri esistono, sono in mezzo a noi, e spesso l'incontriamo senza rendercene conto!
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