E’ noto che, spesso, gli scienziati siano riluttanti a discutere
apertamente della possibilità della vita extraterrestre e del fenomeno
UFO
Anche se il grande pubblico è particolarmente interessato
all’argomento, la comunità scientifica sembra evitare accuratamente
l’argomento attraverso un silenzio autoimposto, non importa quanto sia
forte l’evidenza.
Il negazionismo della maggioranza degli scienziati, secondo cui la
vita extraterrestre non può esistere nelle nostre immediate vicinanze,
tanto più il controverso fenomeno UFO, sembra essere una regola non
scritta a cui si attengono come una sorta di dogma, un atteggiamento
completamente opposto a quello della ricerca scientifica, che necessità
di curiosità, onestà intellettuale, assenza di pregiudizio e ricerca,
tanta ricerca.
Un contributo al dibattito viene da due ricercatori. Il primo è di N.
Chandra Wickramasinghe, professore di matematica applicata e astronomia
presso i College University di Cardiff, Galles. Il secondo parere è di
Eric Davis, fisico della propulsione e ricercatore pressol’Institute for
Advanced
Studies di Austin.
Nalin Chandra Wickramasinghe è nato nel 1939 in Sri Lanka. Ha studiato astrofisica all’Università di Cambridge, dove è stato allievo di Fred Hoyle,
noto al grande pubblico soprattutto per le sue argomentazioni non
convenzionali e per svariate teorie non ortodosse entro la comunità
scientifica.
Ha conseguito il dottorato di ricerca nel 1963. Ha scritto più di 30
libri, è un prolifico blogger ed è considerato un esperto nell’uso
dell’astronomia all’infrarosso, disciplina con cui si studia la materia
interstellare.
“Il mio coinvolgimento personale in questa in questa materia risale
al 1970, quando, insieme con il compianto Fred Hoyle, stavo indagando la
natura della polvere interstellare”, spiega Wickramasinghe. Il
ricercatore scoprì che le molecole organiche si stavano accumulando
nelle nubi interstellare a ritmo elevato.
Le polveri interstellari, che fino ad allora si pensava fossero
composte di ghiaccio e di materia inorganica, mostravano complessi
polimeri organici di possibile provenienza biologica.
“Queste scoperte sorpresero molto gli astronomi”, ricorda il
ricercatore. “Per lungo tempo, la comunità scientifica resistette alle
nostre conclusioni, secondo le quali tali molecole possono essere
rilevanti per la nascita della vita sulla Terra”.
Hoyle e Wickramasinghe furono i primi ricercatori a ipotizzare una
correlazione tra nubi interstellari e vita biologica terrestre,
sviluppando la teorie della Panspermia.
“Il primo sentore di una censura relativa alla vita extraterrestre la
avemmo quando ipotizzammo che questa correlazione potrebbe esserci
anche con altri pianeti del cosmo. Quando nel 1982, presentammo un
progetto di ricerca per verificare le nostre ipotesi, venne rifiutato
per cpnsiderato privo di valore scientifico!”, continua Wickramasinghe.
Anche quando fu fatta la scoperta inattesa che le comete contenessero
materia organica, le teorie della panspermia di Hoyle e Wickramasinghe
furono decretate come tabù da tutte le riviste scientifiche e dalle
istituzioni rispettabili.
Un altro episodio emblematico avvenne qualche anno dopo. Richard B. Hoover,
uno degli astrobiologi più importanti impiegati al NASA Marshall Space
Flight Center, tra il 1997 e il 2011 ha eseguito delle nuove analisi sul
famoso meteorite Murchison, caduto in Australia nel 1969.
“Utilizzando la tecnologia attualmente a disposizione, nell’ultimo
studio pubblicato nel 2011, Hoover conclude il meteorite contiene
fossili microbici in grande quantità”, racconta Wickramasinghe. “Il
furore con cui è stata salutata questa ultima pubblicazione e la
condanna di riviste come Science e dei capi della Nasa, dimostra che le
tattiche precedenti di insabbiamento, sono state sostituite dagli
sproloqui stridenti e dagli insulti personali”.
“Se fossimo vissuti nel medioevo, non vi è dubbio che Hoover, Hoyle e
me, avremmo fatto una brutta fine”, continua amaro Wickramasinghe.
Intatto Hoover ci ha rimesso lo stipendio. Nel 2011, infatti, la Nasa ha
deciso di mettere fine alla sua collaborazione con l’astrobiologo, dopo
45 anni di onorata carriera, con all’attivo numerose pubblicazioni
scientifiche.
Wickramasinghe, tuttavia, ha l’impressione che le cose stiano
iniziando a cambiare, se non altro perchè la resistenza ai fatti e la
censura, a lungo andare si riveleranno inutili. L’universo ha sempre
l’ultima parola!
Ma, oltre a quello della vita extraterrestre, c’è un altro tema molto
più controverso e censurato, sia dalla comunità scientifica che dai
media. L’argomento viene spesso e volentieri negato, oppure viene
bollato dai think tank della scienza come ‘ridicolo’.
Tuttavia, anche su questo argomento le cose sterebbero cominciando a cambiare.
Ne
è convinto Eric Davis, un ricercatore dell’Institute for Advanced
Studies di Austin, impegnato nella ricerca di nuovi sistemi di
propulsione interstellare.
“Gli UFO sono fenomeni reali. Sono oggetti artificiali sotto
controllo intelligente. Sono sicuramente il risultato di una tecnologia
estremamente avanzata”, dice Davis all’Huffington Post.
Il ricercatore spera che i suoi studi di fisica sulla propulsione un
giorno possano permettere all’uomo di spostarsi nel cosmo allo stesso
modo.
Tuttavia, egli è consapevole che nessuno scienziato è attualmente
disponibile a discutere del tema UFO. “Si sbagliano. Sono ingenui,
ostinati, gretti, impauriti e timorosi. Sembra che si tratti di una
parolaccia e di un argomento proibito. La scienza richiede una mente
aperta”, continua il fisico.
“Non bisognerebbe ridere delle persone, ma mostrare loro rispetto.
Gli scienziati hanno bisogno di tornare a utilizzare il metodo
scientifico per capire cose sconosciute e insolite. Il soggetto UFO è
uno di queste”.
Davis recentemente ha vinto un premio della American Institute of
Aeronautics and Astronautics per il suo studio “ Space Warp: più veloci
della luce”, e conosce molti colleghi che silenziosamente si occupano
del fenomeno UFO.
“Ci sono molti scienziati che sono a conoscenza di elementi oggettivi
e dati reali, ma non usciranno mai allo scoperto per pubblicare i loro
studi, perchè temono la derisione dei loro colleghi. L’impatto sulla
loro carriera potrebbe essere dannoso”, dice Davis.
“Nessun ente è disponibile a finanziare la ricerca. La National
Science Fundation non accetta il tema UFO come oggetto di uno studio
scientifico”. Eppure, sorprendentemente, diversi autorevoli scienziati
si sono occupati del fenomeno per decenni. L’astronomo J. Allen Hynes,
ex consulente scientifico della US Air Force, ha studiato gli UFO per 20
anni, nell’ambito del Blue Project Book concluso nel 1969.
In buona sostanza, Davis ritiene che il dominio sulle indagini sugli
UFO, in realtà non è nelle mani degli scienziati. E di chi, allora? “E’
sotto il controllo dell’intelligence militare”, suggerisce. “Il fatto
che oggetti sconosciuti stiano volando attorno al nostro pianeta non è
considerato un argomento per la scienza. Perchè? Perchè la scienza si
deve occupare dei fenomeni naturali, è gli UFO non lo sono”.
Fonte
No comments:
Post a Comment
Note: Only a member of this blog may post a comment.