Secondo un recente studio, nel sottosuolo salato del Polo Sud sarebbero
presenti comunità microbiologiche. In assenza di luce e a decine di
gradi sotto zero -
Un ambiente gelato, privo di luce, ad altissima salinità si direbbe
del tutto inadatto alla vita di qualsiasi organismo e tale, del resto, è
stata da sempre l'analisi che ha interessato il sottosuolo delle Valli
secche di McMurdo. Il nome, del resto, dice tutto, dal momento che
questa regione si presenta piuttosto triste anche in superficie e si è
attestata come l'area più estesa del Polo Sud priva di ghiacci perenni.
Proprio le caratteristiche geologiche, infatti, fanno sì che in estate i
ghiacci si ritirino dalla zona, portando alla luce le "valli secche".
Una recente analisi condotta attraverso sensore elettromagnetico montato
su un elicottero ha rilevato la presenza nel sottosuolo di una fitta
rete di canali nella quale circolano "fiumi" salmastri adatti alla vita.
La ricerca è stata pubblicata dalla rivista "Nature Communications"
da Jill Mikucki, professore dell'Università del Tennessee che ha
condotto lo studio in collaborazione con colleghi di diverse università
statunitensi. Lo studio si è concentrato sulle Blood Falls, traducibili
letteralmente come "cascate di sangue" per via del colore di queste
emersioni di liquido rosso. Il particolare colore di queste "cascate" è
dovuto all'ossido di ferro contenuto nel liquido, ma ciò che è emerso
dalla ricerca è che nei condotti delle Blood Falls sarebbero presenti
dei microbi, che confermerebbero appunto la possibilità di vita in
ambienti estremi. Ampiamente sotto i zero gradi centigradi, in ambienti
salmastri privi di luce la vita sarebbe possibile, il che porterebbe a
vedere in maniera diversa non solo l'Antartide e non solo la Terra, ma
l'Universo.
No comments:
Post a Comment
Note: Only a member of this blog may post a comment.