Uno scienziato ucraino propone alle autorità locali una raccolta fondi per la costruzione di un monumento ai caduti…alieni.
Aleksandr Nalisman ne è più che certo. Le vittime ci sono. E sono tante. Tante da meritare un monumento che ne onori la memoria. Allora perché le autorità ucraine ancora non si sono pronunciate?
Perché il Dr. Nalisman, nella sua richiesta, fa riferimento a vittime extraterrestri. Ad alieni. Morti, per la maggior parte, a causa di sfortunati tentativi di atterraggio sulla Terra.
Aleksandr Nalisman è uno scienziato e vive nell’antica città di Berdichev in Ucraina.
Lì, collabora, studia e lavora con un gruppo di giovani ricercatori affiatati ed appassionati.
La loro ultima iniziativa, però, ha destato parecchie polemiche e curiosità, tanto da attirare l’attenzione del Delovoy Berdichev, il giornale locale, e della RT News che ha diffuso capillarmente la notizia.
Nalisman e colleghi, hanno infatti proposto una raccolta fondi finalizzata alla costruzione di un’opera architettonica per i caduti alieni.
Assurdo, potrebbe obiettare qualcuno, ma lo scienziato è convinto che si tratti di un gesto quasi dovuto, poiché, per citare le sue parole, “L’umanità non ha veramente prestato attenzione alla vita degli alieni”, sottolineando come, spesso, i loro mancati sbarchi sul nostro pianeta, siano purtroppo stati causati da errori tutti umani.
Come nel 1997. Quando un oggetto non identificato si scontrò con un jet di linea dell’esercito ucraino precipitando su Berdichev.
Nalisman racconta come anche in quella occasione l’esercito si sia subito mobilitato per raccogliere ciò che rimaneva dell’ufo senza specificare se a bordo fossero stati ritrovati o meno resti del pilota o dei piloti.
Pare, inoltre, che i militari siano intervenuti con la stessa procedura seguita in ben sei episodi simili, sempre in seguito ad avvistamenti di precipitazioni dal cielo di oggetti volanti.
Si è addirittura ipotizzato che con tutto il materiale raccolto, l’esercito sovietico sia arrivato a ricostruire un prototipo di ufo vero e proprio. Ma nonostante le testimonianze, ancora nessun via libera ufficiale è, ad oggi, arrivato dal governo locale.
E mentre Nalisman afferma di volersi occupare personalmente dei lavori del monumento funerario, le domande e gli scambi di opinione cominciano a circolare sul web: si tratterebbe di una sorta di messaggio di pace? Del tipo: chiediamo scusa ed alziamo bandiera bianca? Oppure si tratta di una provocazione?
A ronzare per le teste ci sono anche altri tipi di domande. Per esempio: quale sarebbe il soggetto giusto da porre come simbolo di queste perdite? Cosa costruire per essere adeguati? Quale bandiera bisognerebbe issare alla sua presentazione ufficiale? Quale inno dovrebbe sollevarsi nel silenzio della commemorazione?
Domande poco epiche. Ma sicuramente più terrestri. (adriana d’agostino)
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