Mars Express torna nelle vicinanze della luna di Marte Phobos e il radar italiano MARSIS ne ausculta le profondità. Quasi fosse un dottore con il suo stetoscopio, la sonda dell’Agenzia Spaziale Europea è tornata nelle vicinanze della luna marziana effettuando una serie di flyby tra il 20 dicembre e il 16 gennaio scorsi. Il passaggio più vicino è stato ad appena 111 km di distanza, il 9 gennaio, il terzo più ravvicinato in tutta la missione.
Durante questa attività sei dei sette strumenti di telerilevamento a bordo sono stati impegnati nell’acquisizione di dati ad alta risoluzione, nuovi dati che aiuteranno a capire il mistero che circonda la formazione delle lune marziane e saranno inoltre utili a completare le informazioni che la sonda russa Phobos-Grunt, che avrà il compito di prelevare campioni della luna di Marte e che dovrebbe partire entro la fine dell’anno, riporterà sulla Terra.
Fondamentale il ruolo del radar italiano a multifrequenza MARSIS, frutto della collaborazione dell’ASI con l’Università La Sapienza di Roma e il JPL della NASA, e realizzato dalla Thales Alenia Space, che è riuscito a registrare echi da Phobos durante il flyby. MARSIS ha infatti raccolto due segmenti di dati contenenti 6.000 echi singoli in 50 secondi di operazioni con una frequenza di 4 MHz. La distanza tra Mars Express e Phobos durante l’acquisizione dei dati variava tra i 180 e i 230 km.
Il radar ha potuto osservare zone non esplorate durante l flyby precedenti, con una nuova impostazione del software di bordo per aumentare il rapporto segnale-rumore delle misure.
“Ora abbiamo dati di una qualità molto migliore rispetto al passato”, ha detto Andrea Cicchetti, il manager delle operazioni MARSIS, “ma tutto è stato perfetto. Abbiamo guadagnato forse 10 dB nel rapporto segnale/rumore, e vediamo caratteristiche che sarebbero state al di sotto del livello di rumore, se non avessimo cambiato i parametri del software a bordo”.
“Questo è il nostro colpo migliore nel rilevare echi dall’interno di Phobos”, ha aggiunto Roberto Orosei, Vice MARSIS Principal Investigator. “È vero che solo dopo simulazioni accurate di scattering elettromagnetico di superficie potremo sapere se le caratteristiche trovate nei dati siano echi dall’interno della luna o riflessi dalla sua superficie frastagliata. Però se in passato nessuna rivelazione di echi del sottosuolo poteva essere confermata, questa volta abbiamo dati di un livello superiore e anche in caso di un risultato negativo, saremo in grado di avere maggiori indicazioni sulla struttura interna di Phobos”.
“Questa è una ulteriore dimostrazione delle enormi capacità dei cosiddetti “radar sounder”, come MARSIS e SHARAD sulla sonda MRO (Mars Recoinassance Orbiter) della NASA, entrambi orbitanti intorno a Marte” dice Enrico Flamini, Chief Scientist dell’ASI. “Dobbiamo essere molto orgogliosi del fatto che l’Italia sia il paese leadership in questa tecnologia perché questi strumenti forniscono per la prima volta la possibilità di avere una visione di ciò che è nascosto sotto la superficie di un pianeta o, in questo caso eccezionale, di Phobos”, conclude Flamini.
Fonte: http://www.media.inaf.it/
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