arzo 2012
Il Poligono di Quirra, dove si testano armi e munizioni, è responsabile dell'aumento di tumori e leucemie nell'aria circostante
C'è del Torio radioattivo nelle salme dei 12 pastori riesumati a Quirra, in Sardegna. È questa l'ultima svolta nelle indagini relative al poligono di Quirra, la base militare sarda per i test delle armi che da oltre trent'anni è responsabile di una serie di gravissime malattie per la popolazione della zona.
Secondo il procuratore di Lanusei Domenico Fiordalisi è la prova che c'è un nesso fra le numerose morti sospette per tumori e leucemie tra i civili e l’inquinamento causato dagli esperimenti su armi e munizioni, e dallo smaltimento illecito di rifiuti. A chiarire che tale sostanza ritrovata nelle salme venga proprio dalle armi, è stata anche la presenza del cerio, un metallo praticamente assente in natura ma che viene usato per fabbricare artificialmente il torio, usato nelle armi, che è stata rilevata.
Così nella lista degli indagati della procura dell'Ogliastra entrano tutti i soggetti che per anni si erano affannati a dire il contrario. Fra di loro Walter Mura, sindaco di Perdasdefogu, il paese più vicino alla base e anche quello più colpito dalle malattie. Assieme a lui altri diciannove indagati, compresi sei generali, due colonnelli, il medico del poligono, Pierluigi Cocco, il docente universitario senese ed esperto ambientale, Francesco Riccobono.
E a buon titolo avrebbe potuto entrarci persino Veronesi, che neanche un anno fa, di fronte a chi gli chiedeva della situazione di Quirra, rispondeva che “ L’uranio impoverito non fa niente. Sono radiazioni alfa, con un range di un decimo di millimetro: uno se lo può anche mettere in tasca. Non è pericoloso”.
Intanto però la situazione a Quirra è sempre più critica. Recenti ricerche compiute dalle Aziende sanitarie di Cagliari e Lanusei hanno rilevato, tra i residenti nelle aree circostanti il poligono, una percentuale anomala di tumori al sistema emolinfatico, in particolare leucemie, con punte superiori al 60% negli insediamenti più vicini al poligono.
Anche Legambiente ha cercato di sollecitare le indagini e di mettere termine al masacro. “Basta tentennamenti: è urgente intervenire subito con la bonifica delle zone più contaminate e contemporaneamente stabilire una moratoria per le esercitazioni militari – ha dichiarato il presidente di Legambiente Sardegna Vincenzo Tiana -. I risultati delle analisi sulle salme hanno confermato la gravità di una situazione che denunciamo da anni. Ora non è più consentito rimandare le decisioni ad ulteriori verifiche. Bisogna intervenire subito per mettere in sicurezza la popolazione e ristabilire l’equilibrio ambientale gravemente compromesso”.
“Ci auguriamo – ha aggiunto il presidente nazionale Vittorio Cogliati Dezza - un rapido intervento da parte dei Ministeri dell’Ambiente e della Salute per la valutazione rigorosa, con le procedure della VIA, della VAS e della compatibilità paesaggistica, del danno ambientale e sanitario mentre chiediamo al governo, ma anche alla Regione, di ridiscutere l’intero quadro delle servitù militari in Sardegna, per garantire a questa terra uno sviluppo più sano e compatibile con la riconversione del territorio ad usi civili”.
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Fonte: http://www.ilcambiamento.it
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