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Thursday, June 21, 2012

“L’astronave dentro di noi” – La mia intervista all’attore Marco Columbro

Nell’Aprile 2000 l’attore Marco Columbro mi concesse una lunga intervista che fu pubblicata come cover-story sul secondo numero del mensile “Stargate”, uscito nelle edicole nel mese successivo.

L’intervista può essere riprodotta integralmente a condizione che siano indicati i nomi di Marco Columbro e dell’autore.

“Quella umanità che rimane sulla Terra, che si spera sia stata selezionata in qualche modo - non si sa da chi e come – farà finalmente rifiorire una civiltà basata su valori interiori e umani reali, dove l’uomo sia veramente libero da dogmi e da religioni, da concezioni puramente di potere”. Marco Columbro

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Maurizio Baiata: Allora, Marco, cosa sono gli UFO? Non crediamo sia importante stabilire se si tratti di macchine, viti e bulloni, ma se dietro ci sia un’intelligenza, un’anima, una spiritualità o un percorso parallelo al nostro. Abbiamo capito che una parte di queste macchine interagisce con l’entità che le pilota.

Marco Columbro: Sono in realtà macchine biologiche e questa secondo me è la cosa più importante da capire. E sotto certi aspetti è la Merkaba esoterica: prima si costruisce l’astronave dentro noi stessi, perché attraverso quella che è in qualche modo un’evoluzione biologica e spirituale di un essere umano si arriva ad essere noi stessi degli strumenti viaggianti. Dopo di che questa tecnologia tu la puoi applicare esteriormente a un oggetto, ma diventa in qualche modo un prolungamento di te stesso. È un modo di pensare le cosiddette astronavi.

In realtà credo che le civiltà che ci visitano da migliaia e migliaia di anni siano molte, non certo identificabili con questo e quest’altro. Anche se qualcuno l’ha fatto, ci saranno aspetti puramente tecnologici di una civiltà altamente tecnologica, ma come dicevi giustamente te, la tecnologia deve in qualche modo essere parallela all’evoluzione spirituale. Altrimenti si rischia che la tecnologia, come stiamo facendo noi, diventi un puro strumento di potere per soggiogare l’umanità e poi questo ti si ripercuote contro come un boomerang, come è sempre accaduto dai tempi di Atlantide a oggi, se Atlantide è esistita – dobbiamo tener conto dei racconti che abbiamo – e così è avvenuto. Noi in qualche modo siamo una seconda Atlantide. Siamo a una soglia molto vicina… o all’auto-distruzione, quindi a desertificare il nostro pianeta.

Avverrà qualcosa? Questo è il grande interrogativo. Ogni tanto mi chiedo: e adesso cosa succederà? Come usciamo da una situazione del genere? Abbiamo un potere occulto che ci governa attraverso le multinazionali e il potere economico da centinaia di anni, per cui i governi, le malattie, l’AIDS, la fame. Tutte cose che evidentemente sono state create apposta per mantenere questo famoso gregge di sei miliardi di persone come tale. Perché abbiamo avuto la religione che ha detto: non ti preoccupare, ci penso io, non andare a ricercare lontano la verità o chi sei, questa è la verità. Qualunque religione, che ti ha ottuso la mente e non ti ha dato strumenti di ricerca.

Poi è arrivato il potere politico e ideologico che ha detto: io risolverò i tuoi problemi sul piano economico, della famiglia, del lavoro, non ti preoccupare, vota per me. Poi è arrivata la scienza, con i suoi sacerdoti e i suoi dogmi e ha detto: ma non stare a romperti la testa con la metafisica: esiste solo ciò che si vede e si tocca. L’umanità, per migliaia di anni, ha vissuto su queste tre mani fortissime, che l’hanno resa davvero un’umanità gregge, senza saperle o volerle dare la possibilità di diventare, attraverso gli strumenti, un’umanità in cui ognuno fosse ricercatore di se stesso o che potesse se non altro verificare i dogmi che gli venivano imposti. Oggi l’umanità quale via di uscita ha?

E allora ci si chiede: “Aspettiamo che arrivino delle civiltà in nostro aiuto…”. Secondo me questa non è una visione giusta. Altro scenario: arriva un grande cataclisma, di quelli terrificanti come già sono avvenuti. Quell’umanità che rimane sulla Terra, che si spera sia stata selezionata in qualche modo - non si sa da chi e come – farà finalmente rifiorire una civiltà basata su valori interiori e umani reali, dove l’uomo sia veramente libero da dogmi e da religioni, da concezioni puramente di potere. Forse, però, la grande domanda che ci dobbiamo porre da qui ai prossimi 15 anni è davvero questa: cosa dobbiamo fare noi ogni giorno?

M.B.: Il nostro è un pianeta in trasformazione. Il nostro processo interiore agisce da moltiplicatore e l’esplorazione diviene da interiore a planetaria. Lo testimoniano le piramidi? Perché se ne parla tanto? Sembra che questo sia il momento di attivare un grande potenziale interiore e forse ne usciamo…

Marco Columbro: Sono perfettamente d’accordo. Se dobbiamo dar credito ai messaggi di maestri orientali o occidentali e prendiamo i contattisti oggi più conosciuti, come Barbara Marciniak e altri, è chiaro che si parla di 2012, 2017 come una scadenza importante per questo cambiamento di coscienza dell’umanità, sorta di salto dimensionale sul quale in qualche modo la Terra e i suoi abitanti, intesi come regno minerale, vegetale e animale e l’umano, sono in corsa.

È pur vero che negli ultimi 10 anni c’è stato un aumento esponenziale dell’attenzione al mondo extraterrestre. Pensiamo solo a tutti i film girati in America sul tema. Alle pubblicità andate in onda, in cui in uno spot su cinque, su otto c’è dentro un extraterrestre. Dobbiamo fare attenzione a questi messaggi, perché non sono casuali. Se il mondo della pubblicità ti lancia l’immagine dell’extraterrestre più volte, l’alieno che prende il cellulare e se lo porta su Marte, vuol dire che evidentemente non c’è la possibilità a livello di diffusione ministeriale o pubblico, ci si serve di quei canali che arrivino a tutti, cioè la televisione. La pubblicità ha indici d’ascolto pazzeschi, perché va sempre in onda prima di un programma importante, in prima serata. C’è da pensare che anche i creativi abbiano ricevuto, forse inconsapevolmente, una sorta di segnale o di messaggio, che poi si traduce in: “Oh, mi è venuta un’idea, mettiamoci un extraterrestre”. Oppure usano l’extraterrestre consapevolmente, perché se ne interessano. Tutto questo ti fa pensare che nei prossimi 10 anni accadrà qualcosa di molto importante.

M.B.: Premesso che sugli UFO è stato certamente attuato per 40 anni un processo di acculturazione delle masse, oggi il timore dello shock culturale dovrebbe essere superato.

Marco Columbro: Secondo me c’è un altro pericolo: che ci sia una deificazione da parte dell’umanità. L’ottanta percento dell’umanità è legato alla religione, su sei miliardi, ben il 70% segue una religione: cristiana, islamica, buddista, o ebraica. Il desiderio di deificazione, di avere qualcosa superiore a noi che ci guidi, un grande pater celeste, è ancora forte in una gran parte dell’umanità… se domani dovessero scendere le astronavi sulla Terra, a Washington, a Mosca, come alcuni dicono, intanto bisogna vedere chi saranno questi visitatori, interrogativo non trascurabile, e poi il rischio è che essi siano vissuti dai terrestri come angeli, cioè, che si faccia di loro i creatori di un’altra religione. Ecco perché alcuni maestri dicono: “Attenzione, riconoscerete i vostri fratelli al momento in cui verranno sulla terra per rendervi liberi, non per portarvi un’altra religione o per adorarli, ma per darvi gli strumenti per diventare veramente liberi”.

M.B.: Alex Collier, fra i contattisti, consiglia di non fidarsi di nessuno che venga a portarci un presunto messaggio.

Marco Columbro: Esatto: lo dice anche Rahmta, lo dice la Marciniak nel suo libro “Earth”… e siccome chi si occupa di queste cose in fondo ha il grande desiderio di mettersi a tavolino con i Pleiadiani e dire loro:“Finalmente siete arrivati voi a risolvere i nostri problemi, cosa facciamo?”, o altri che vedono il ritorno degli dei, di Abramo, di Elia, dopo cinque o seimila anni sulla Terra a portarci il loro messaggio di pace e amore, ancora una volta dobbiamo fare attenzione. Siamo in una fase di passaggio e in ogni fase di passaggio c’è una gran confusione.

E i più giovani? La generazione dei videogiochi e internet, non è informata. Come si sente e cosa fa il papà Marco Columbro, da questo punto di vista?

Marco Columbro: Io ho un bambino di sei anni, Luca, che vive con la mamma. Intanto per lui il concetto di astronave è un gioco, lui gioca spessissimo con le astronavi. Poi, io mi occupo di astrologia da tanti anni, e al computer ho un programma di astronomia. Luca si siede con me al computer, gli mostro tutto il sistema solare, le foto delle galassie e lui si diverte. Poi, siccome ha un bel caratterino, ogni tanto fa finta di essere un professore di astronomia e si mette a spiegare come è venuto sulla Terra e non ti dico cosa viene fuori… gli chiedo: “Ma tu da dove vieni?” e lui risponde: “Dal pianeta Roma”. Però, Luca vive con due genitori: con la madre, insegnante di meditazione trascendentale che si occupa di medicina ayurvedica, e quindi vive in un ambiente in cui si cerca il meno possibile di dare dogmi e atteggiamenti fideistici, ma lasciarlo libero. Prima di tutto, deve conoscere il più possibile, magari tutte le religioni che ci sono, poi farà la sua scelta, e non incanalarlo verso una scelta.

Già, questa generazione, bambini di sei, sette anni, trovo che siano delle anime con una marcia in più rispetto alla mia. C’è una bella differenza, ma anche con i bambini di dieci, quindici anni fa. Fanno più attenzione a quello che riguarda il“fuori la Terra”, tutto ciò che è legato al cielo, alle stelle e hanno una maggior sensibilità nel percepire e captare le sensazioni e le atmosfere, sono estremamente perspicaci. Quindi io credo che questa sia l’umanità che nel 2012, 2020 avrà 20, 26 anni e dovrà affrontare un mondo che probabilmente avrà un’ipertecnologia, ma che forse avrà vissuto dei fatti anche drammatici e dovrà rimboccarsi le maniche… un’umanità che forse per certi aspetti non navigherà in buone acque, ma mi auguro che sia anche un’umanità che avrà buttato via certe cose che ormai non servono più, che ha passato al setaccio e ha tenuto solo le cose veramente importanti.

M.B. Noi invece…

Marco Columbro: Noi invece ci ritroviamo con una cultura di 2000 anni, ormai vecchia e obsoleta che fa ridere, fumettistica, non solo da un punto di vista religioso, ma anche politico-sociale e anche scientifico per certi aspetti. Oggi uno che vuole in qualche modo verificare e staccarsi da queste cose deve fare quella che io chiamo “opera da salmone”, cioè andare controcorrente, perché come dice un maestro Zen, solo i pesci morti seguono la corrente, quelli vivi vanno contro. Oggi devi per forza andare contro corrente, ossia fare un grosso lavoro, faticare per cercarti delle fonti di contro informazione, perché altrimenti se tu non fai questa operazione critica per cercare le fonti di contro informazione, sarai completamente rincoglionito dalla televisioni, dai telegiornali, dai giornali, dalla Hack, dalla chiesa, e continuerai a vivere come sonnambulo e come uno zombie su questo pianeta.

M.B.: Con la rivista “Stargate” persone famose, come te, Antonello Venditti e altri hanno raccontato le proprie esperienze. Era ora!

Marco Columbro: Questo è importante, è fondamentale, è proprio un tema che mi è caro. Ho iniziato la mia ricerca spirituale a 30 anni, ho avuto una maestra spirituale che mi ha introdotto all’esoterismo cristiano e poi sono andato avanti a ricercare per conto mio e ho iniziato a fare conferenze di esoterismo soprattutto in Lombardia. Poi ho avuto la possibilità di conoscere dei maestri orientali, ho intervistato il Dalai Lama, ho fatto dei film, dei video che sono una parte del mio cuore, che ho fatto veramente con tanto amore, però a un certo punto mi sono chiesto: ho iniziato come attore in teatro, poi sono arrivato in televisione, ho dovuto imparare a fare il presentatore, controvoglia perché sono attore, poi sono tornato al teatro finalmente, poi mi sono chiesto, perché sono diventato famoso? Solo per fare un po’ di soldi e firmare autografi? Per me il mondo dello spettacolo è un modo di lavorare, finché mi piace lo faccio, quando non mi piace più, arrivederci e grazie. Ho capito, un po’ di anni fa, che in realtà il mio essere popolare e il mio interessarmi e fare ricerca da 20 anni erano in qualche modo legati. Quando ha iniziato a fare delle conferenze 15 anni fa, ci venivano 20, 40 persone; uscito dall’anonimato, ce n’erano settecento e quindi ho capito la potenza e la forza di essere dei personaggi conosciuti e usare questo strumento della popolarità per fare divulgazione. Non per fare proselitismo, ma divulgazione. Io infatti mi reputo un divulgatore. Conosco queste cose, ho fatto delle ricerche, degli studi e ve li do. Poi fateci quello che vi pare.

Oggi c’è bisogno di un’opera di contro divulgazione, compensare quella divulgazione che ci è stata propinata per tanti anni con tutta quella serie di notizie che sono state censurate perché l’inquisizione esiste anche oggi, insieme all’eresia. La chiesa, la politica e la scienza continuano a pensare che ci sono gli eretici. Non li uccidono più, non li mettono sul rogo, ma gettano discredito, lo strumento che oggi sostituisce i roghi. Cioè io discredito una persona tramite televisione, che in questo senso è un mezzo straordinario, ti racconto un sacco di favole e la gente a casa le beve tutte, perché purtroppo la TV, qualunque cosa dica, viene creduta.

Un esempio: qualche mese fa, il TG2 all’una dice nei titoli di testa: “Vi mostriamo le prime immagini del virus HIV che entra nella cellula umana.” Sono rimasto strabiliato. So che quello che dicono sull’AIDS è una bufala pazzesca, ho letto i libri di Duesberg, ho fatto conferenze, allora mi metto in attesa e dopo alcuni servizi la giornalista annuncia: “Ecco il servizio sul virus HIV che entra…” parte e si sente la voce fuori campo che dice: “Vi proponiamo la simulazione al computer del virus HIV che entra nella cellula”. La simulazione?? È come se dicessi “Baiata spaccia coca alla stazione di Roma al telegiornale. Dopo di che ecco la simulazione di Baiata che spaccia coca. Ma ti rendi conto di quanti milioni di persone guardavano il telegiornale in quel momento ed erano convinti che quello fosse il virus dell’HIV che entrava nella cellula? Te lo fanno passare così rapidamente per cui quello è stato un vero atto criminale. Ma tutti i giorni noi abbiamo telegiornali che sul piano culturale, sul piano della coscienza ti rendono più scemo di quello che sei e, se non sei ben sveglio e attento, ti bevi tutto.

M.B.: Presumo che i tuoi colleghi siano a conoscenza dei tuoi interessi. Con nessuno di loro, con l’ambiente in generale, c’è una qualche interazione, un collegamento?

Marco Columbro: Io non frequento personaggi del mondo dello spettacolo. Ho pochi amici che condividono con me una certa visione della vita, che vedo al di fuori del mio lavoro. Ho capito da alcuni anni una cosa: nell’ambiente televisivo vige il concetto dello spettacolo, l’ironia, la presa in giro, soldi, ascolti e denaro. La televisione dovrebbe fare controinformazione. Io vorrei andare in tv e dare informazioni che non sono mai state date. Una sorta di telegiornale di controinformazione, come il tuo giornale.

Maurizio Baiata, Stargate, Aprile 2000.

Nei quasi 12 anni trascorsi dall’intervista a oggi, con Marco Columbro abbiamo continuato a condividere l’ideale della libera informazione, giungendo molto vicini a realizzare il sogno di un programma televisivo insieme. Anche se la rivista Stargate cessò le pubblicazioni alcuni mesi dopo l’uscita di questa intervista, essa per me resta l’esempio di una linea editoriale che meglio ha coniugato tutte le tematiche a noi più care, facendo reale controinformazione e, per il suo supporto, ringrazio ancora l’amico Marco Columbro.

Fonte: http://mauriziobaiata.net

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