Un manga fa discutere, in Giappone. Si chiama Oishinbo e, questi disegni, popolarissimi, denunciano gli effetti dell’incidente nucleare che ha coinvolto, nel 2011, la regione giapponese di Fukushima.
La rivista Big Comic Spirits qualche giorno fa ha pubblicato l’ultimo episodio di questo manga che, per tre episodi, si svolge proprio a Fukushima, dove lo sceneggiatore, Tetsu Kariya, fa dire ai suoi personaggi delle cose che riaprono una polemica già scatenata dallo stesso disegno a fine aprile.
La rivista Big Comic Spirits qualche giorno fa ha pubblicato l’ultimo episodio di questo manga che, per tre episodi, si svolge proprio a Fukushima, dove lo sceneggiatore, Tetsu Kariya, fa dire ai suoi personaggi delle cose che riaprono una polemica già scatenata dallo stesso disegno a fine aprile.
Il fumetto, infatti accusa “la ditta Tepco e il governo di trattare la situazione in modo irresponsabile” affermando che è necessario aiutare le persone a lasciare questa provincia diventata inabitabile inseguito all’incidente nucleare della centrale Fukushima Daiichi che si è svolto nel marzo del 2011.
Nei precedenti episodi uno dei personaggi disegnato da Akira Hanasaki spiega che molte persone di Fukushima perdono sangue dal naso in modo inspiegabile. Questa semplice frase ha creato delle reazioni a catena alle quali si è aggiunta anche quella del Primo ministro Shinzo Abe. “E’
importante che il paese contrasti in ogni modo queste affermazioni
senza alcun fondamento. Non è stato confermato alcun caso di
collegamento diretto tra la salute di chiunque e le sostanze
radioattive”.
“Immaginavo che evocando questi
sanguinamenti dal naso avrei attivato delle proteste, ma non pesavo che
avrebbe provocato una reazione simile” scrive sul suo blog Tetsu Kariya. “Non capisco perché quando si scrive la verità così com’è si viene criticati” afferma Kariya che sostiene che alla base delle sue parole ci sono due anni di studi.
Per cercare di placare le polemiche la casa editrice del fumetto Shogakukan
nell’ultimo numero, ha concesso dieci pagine di risposta a medici e
scienziati, alle autorità locali implicate (Kawauchi, Osaka, Futaba) e
ai giornalisti.
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