SERBIA,BOSNIA E CROAZIA IN GINOCCHIO DOPO LE ALLUVIONI.NATURALMENTE NON
HANNO SOLDI PER LA RICOSTRUZIONE.DOVRANNO CHIEDERE PRESTITI A BANCHE
STRANIERE(AMERICANE) ECCO IL MIGLIOR MODO PER METTERE IN GINOCCHIO I
POPOLI E RENDERLI SCHIAVI CON.L'USO DI ARMI GEOFISICHE E
METEOROLOGICHE...
LEGGI-http://terrarealtime.blogspot.it/2014/03/il-dominio-del-clima.html
LEGGI-http://terrarealtime.blogspot.it/2013/07/dallo-spazio-riusciremo-controllare-il.html
LEGGI-http://terrarealtime.blogspot.it/2013/07/progetti-militari-statunitensi-per.html
Una cinquantina di morti, decine di migliaia di persone costrette a lasciare le proprie case, danni incalcolabili all'agricoltura e alle infrastrutture: Serbia e Bosnia-Erzegovina sono in ginocchio per le inondazioni più estese e devastanti mai subite finora. Il bilancio delle vittime - almeno trenta morti in Bosnia-Erzegovina e una ventina in Serbia - è purtroppo ancora provvisorio e destinato quasi certamente ad aggravarsi con il progressivo ritirarsi delle acque.
LEGGI-http://terrarealtime.blogspot.it/2014/03/il-dominio-del-clima.html
LEGGI-http://terrarealtime.blogspot.it/2013/07/dallo-spazio-riusciremo-controllare-il.html
LEGGI-http://terrarealtime.blogspot.it/2013/07/progetti-militari-statunitensi-per.html
Una cinquantina di morti, decine di migliaia di persone costrette a lasciare le proprie case, danni incalcolabili all'agricoltura e alle infrastrutture: Serbia e Bosnia-Erzegovina sono in ginocchio per le inondazioni più estese e devastanti mai subite finora. Il bilancio delle vittime - almeno trenta morti in Bosnia-Erzegovina e una ventina in Serbia - è purtroppo ancora provvisorio e destinato quasi certamente ad aggravarsi con il progressivo ritirarsi delle acque.
Si teme infatti l'affiorare di altri cadaveri.
Nei due Paesi balcanici, dove oggi per la prima volta da una decina di
giorni non si sono registrate piogge e in vaste regioni è tornato a
splendere il sole, continuano senza sosta le operazioni di soccorso alle
popolazioni. A migliaia vengono messi al sicuro in alberghi, centri
sportivi, case dello studente, spazi fieristici nelle maggiori città, a
cominciare dalla capitale Belgrado. In tanti vengono ospitati da parenti
e amici. Con unità dell'Esercito appoggiate da elicotteri sono
mobilitati nei soccorsi migliaia di giovani volontari che hanno risposto
ai ripetuti appelli delle autorità. In Serbia, dove gli evacuati sono
stati finora circa 30 mila, le situazioni più critiche restano lungo il
corso del fiume Sava, in particolare a Obrenovac, andata completamente
sommersa e i cui 20 mila abitanti sono stati in gran parte tutti
evacuati. Oggi in quella località si è recato il premier Aleksandar
Vucic, che ha annunciato il ritrovamento di 12 corpi.
Sempre in Serbia sono forti le apprensioni per due grandi centrali
termiche assediate dalle acque - la Nikola Tesla sulla Sava presso
Obrenovac (sudovest di Belgrado, produce il 50% dell'energia elettrica
di tutta la Serbia), e quella di Kostolac, sul Danubio non lontano da
Pozarevac (est di Belgrado). La situazione è leggermente migliorata, ha
detto Vucic, ma la minaccia delle acque non è ancora passata,
soprattutto per le piene di grandi fiumi Sava e Danubio attese a
Belgrado e in altre grandi città.
Secondo la Camera di commercio, circa l'11% di tutte le imprese
registrate in Serbia si trova in Comuni colpiti dalle alluvioni, si
parla di oltre 11 mila aziende e 26 mila negozi.
Il settore agricolo è in ginocchio: distrutti migliaia di ettari
coltivati a mais, soia, girasole, fragile, lamponi, verdure, prodotti
che hanno una voce significativa nell'export della Serbia. Anche le
infrastrutture hanno subito un colpo mortale, in Paesi non certo
all'avanguardia in fatto di strade e autostrade.
Anche in Bosnia-Erzegovina, dove gli sfollati sono non meno di 20mila,
la situazione più critica resta quella lungo la Sava, che ha rotto gli
argini in vari punti. Una grande minaccia è costituita dal moltiplicarsi
di frane e smottamenti, mentre è reale il pericolo dei campi minati
travolti e cancellati dalle acque, con gli ordigni e residuati di guerra
trasportati chissà dove. E mentre il premier serbo Vucic con orgoglio
elogia la macchina dei soccorsi che a suo avviso ha funzionato «meglio
che in altri Paesi più sviluppati del nostro», continua e si intensifica
l'afflusso di aiuti dall'estero, Italia compresa.
No comments:
Post a Comment
Note: Only a member of this blog may post a comment.