Spazio: ultima frontiera. Credere che si sia soli nell'universo è come credere che la Terra sia piatta. Come disse l'astrofisico Labeque al palazzo dell'UNESCO, durante il congresso mondiale del SETI di Parigi del Settembre 2008, " SOMETHING IS HERE", "Qualcosa è qui", e I TEMPI SONO MATURI per farsene una ragione. La CIA, l'FBI, la NSA, il Pentagono, e non solo, lo hanno confermato!
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Saturday, May 31, 2014
NASA: veicoli spaziali commerciali made-in-America
La NASA sta progettando di costruire una serie di veicoli spaziali commerciali, diretti verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) nel 2017. Saranno prodotti da aziende private
di Francesco Ballerin
La NASA sta progettando di costruire una serie di veicoli spaziali commerciali diretti verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) per il prossimo futuro, nel 2017. Attualmente sono in atto le certificazioni che consentirebbero all’ente di produrre e posizionare sulla pedana di lancio dei mezzi di trasporto sicuri, affidabili e convenienti. Se, come previsto, il progetto riscuoterà successo, potrebbe diventare una delle missioni spaziali principali della NASA che, dopo la fine del progetto sugli Space Shuttle, è adesso costretta ad affidarsi ai moduli Sojuz del programma spaziale dell’unione sovietica.
Phil McAlister, direttore della sezione commerciale della NASA, dice “Stiamo facendo grandi passi verso il ritorno della capacità da parte degli Stati Uniti di avviare missioni spaziali” e conclude anche “Questa certificazione è importante per garantire che i nostri membri dell’equipaggio vengano trasportati in modo affidabile verso la stazione spaziale, dove stanno conducendo diverse operazioni di ricerca essenziali per far progredire l’esplorazione umana oltre il sistema solare”.
La NASA fino ad ora ha speso un totale di 30 milioni di dollari in contratti, allo scopo di garantire il successo dell’operazione. Tra i candidati troviamo aziende come la Boeing, con il suo CST-100, la Sierra Nevada Corporation, con il veicolo Dream Chaser e la SpaceX, con il modulo Dragon rinominato il “taxi spaziale”. Il candidato che per il momento ha riscosso il maggior numero di consensi è stato proprio il modulo Dragon, per via delle caratteristiche strutturali tra cui la possibilità di atterrare in modo particolarmente morbido praticamente ovunque sulla terra, senza la necessità delle cadute in mare e con la conseguenza di un recupero molto costoso.
Nei prossimi anni, l’importanza di un progetto spaziale americano, autonomo sotto diversi punti di vista, potrebbe diventare strategica per l’accesso allo spazio da parte degli Stati Uniti. Inizialmente il progetto era previsto per il vicino 2015, ma la continua riduzione di budget ha portato inevitabilmente ad uno slittamento generale sulla tabella di marcia.
La notizia non è per gli appassionati del settore una sorpresa inaspettata, dato che l’ultimo viaggio organizzato quest’ultima settimana è costato, in termine di cifre, circa 70 milioni di dollari. La produzione di un sistema più economico per il trasporto spaziale potrebbe avviare negli anni futuri un business turistico basato sullo spazio, in cui i partecipanti non saranno più astronauti addestrati per anni allo scopo di compiere ricerche a gravità zero, ma multimilionari, con il desiderio di spendere qualche soldo in più per farsi un “vacanza particolare”.
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