Per secoli ha suscitato timore negli uomini che non ne comprendevano
il significato, oggi l'eclissi di Sole è un evento che richiama curiosi
e appassionati
La mattina di venerdì 20 marzo, il Sole viene nuovamente oscurato dalla Luna. E il fenomeno, che si presenta totale in Artico, cioè con pieno oscuramento, in Italia sarà parziale, intorno al 70%. Il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr)
invita a seguire il fenomeno in diretta streaming dall'Artico, punto
massimo dell'oscuramento del Sole, dove sono riprese da poco le attività
scientifiche presso la base 'Dirigibile Italia
' nelle Isole Svalbard. L'appuntamento è dalle ore 10,10 alle 12,15 sul sito del Cnr all'indirizzo http://media.src.cnr.it/direttastreaming/6. Il picco di massima oscurità, cioè quando la Luna si sovrappone perfettamente al Sole,
sarà visibile dalle 11,10 alle 11,13. Ed il fenomeno, oltre ad essere
uno spettacolo suggestivo, è anche un'occasione imperdibile per chi fa
ricerca. "L'eclissi produce un calo veloce della radiazione solare e,
di conseguenza, dell'energia disponibile per i processi chimici e
dinamici soprattutto negli alti strati atmosferici", spiega Claudio Rafanelli, direttore dell'Istituto di acustica e sensoristica del Cnr (Idasc-Cnr) di Tor Vergata (Roma).
"Questo perché la radiazione solare -continua Rafanelli- scompare del tutto nella zona d'ombra,
ma resta in parte sia nella sua componete diffusa, sia in quella
diretta nella zona di penombra". Per il mondo della ricerca, afferma
ancora il ricercatore, " il fenomeno è importante perché è l'unico momento in
cui è possibile osservare la corona solare e studiarne la composizione e
la dinamica. Negli altri momenti la radiazione proveniente dal sole è
così intensa da mascherarne la visione".
L'Italia, e il Cnr in particolare con l'Istituto di scienze
dell'atmosfera e del clima (Isac) e l'Idasc, è coinvolto in ricerche
legate allo studio della radiazione solare. "La stratosfera è una zona
tra circa 10 e 50 km di altezza dove si presentano numerosi reazione fotochimiche.
Alcune di queste sono fondamentali per dare vita allo strato di ozono e
definire la concentrazione di questo gas alle diverse altezze" dice
Vito Vitale, dell'Isac-Cnr.
"E' quindi ragionevole aspettarsi -osserva lo scienziato- che la
rapida diminuzione di radiazione conseguente all'eclissi sia in grado di
cambiare l'intensità di tali processi e
quindi influenzare il profilo di concentrazione di ozono". L'Idasc-Cnr
ha attivo dal 1994 un progetto di ricerca sulle concentrazioni di Ozono stratosferico in Antartide,
in Argentina e a Ny Alesund (isole Svalbard). Questi studi consentono
di verificare l'efficacia dei programmi internazionali di protezione
dell'ozono. Riguardo i progetti del Cnr in Artico, Enrico Brugnoli,
direttore del Dipartimento di scienze del sistema Terra e tecnologie per
l'ambiente, riferisce che "sta per iniziare una nuova campagna di misure in Artico,
in particolare proprio alle isole Svalbard". "Ad esempio, in
collaborazione con i norvegesi, stiamo realizzando, presso la 'Climate
change tower', un piccolo pozzo che -annuncia- ci consentirà di misurare lo stato del permafrost e del ghiaccio alla base della torre".
Fonte
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