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Wednesday, March 18, 2015

CHERNOBYL E FUKUSHIMA: L’ENERGIA ATOMICA IN AZIONE

In una società avanzata e moderna inevitabilmente viene utilizzata l’energia atomica ed impiegati materiali radioattivi. Questi materiali sono usati negli impianti nucleari, nelle attività mediche per la cura e la diagnosi di molte malattie, nell’industria, ad esempio per radiografare le saldature, o nella ricerca per indagare la struttura delle cellule e mettere a punto nuove cure. Ma a Chernobyl il 26 aprile del 1986 un’impressionante somma di fattori, una catena di errori umani nella gestione delle procedure, tra i quali la disattivazione dei sistemi di sicurezza del reattore, le debolezze di progettazione e di fabbricazione del reattore nucleare Rbmk, provocarono l’esplosione e lo scoperchiamento del reattore 4, che a sua volta innescò un vasto incendio. Una nube di materiale radioattivo fuoriuscì dal reattore e ricadde su vaste aree intorno alla centrale rendendo necessaria l’evacuazione di 336 mila persone.

Il disastro di Chernobyl

Chernobyl
Nubi radioattive arrivarono in Europa Orientale, la Finlandia e la Scandinavia subirono alti livelli di contaminazione che raggiunse con indici minori anche l’Italia, la Francia, la Germania,la Svizzera, l’Austria, i Balcani fino a raggiungere le coste del Nord America. Il rapporto ufficiale dell’Onu contò 65 morti accertati e stimato 4 mila decessi dovuti a leucemie e a tumori nell’arco di alcuni anni successivi al disastro. Ma in realtà tra i residenti della Bielorussia, della Federazione Russa e dell’Ucraina, ci sono stati più di 6 mila casi di tumore alla tiroide in bambini ed adolescenti che sono stati esposti alle radiazioni al momento dell’incidente e una forte insorgenza di leucemie associate alle radiazioni. Lo iodio 131 crea danni irreversibili alla tiroide, il cesio 137 e lo stronzio 90 provocano la leucemia e nei casi peggiori il cancro, per non parlare delle mutazioni genetiche, i bambini che nascono con 2 teste o con 6 dita, gli ortaggi che raddoppiano o triplicano la loro forma originale, la fauna marina popolata da una forte quantità di creature defunte.

E quello giapponese di  Fukushima

Ma il disastro provocato dal reattore della centrale nucleare di Fukushima in Giappone, l’11 marzo 2011, a seguito del terremoto e dello tzunami, è stato superiore a quello di Chernobyl, a causa di questo disastro naturale sono morte 18.500 persone. La contaminazione radioattiva si è propagata nell’atmosfera e nell’oceano, contaminando le acque sotterranee, i suoli, il mare e il disastro è in costante peggioramento. Pare che a 4 anni dal disastro i reattori rilascino ancora radioattività. Ogni giorno 300 tonnellate di acque contaminate affluiscono nell’Oceano Pacifico trasportando elevatissimi livelli di radiazioni nucleari che sopravviveranno a noi con un margine molto ampio sempre che non si abbia la buona sorte di non ammalarsi di cancro. Foche, orsi polari, trichechi perdono il pelo e manifestano ferite aperte, i tonni esaminati sono stati contaminati con radiazioni da Fukushima. La radioattività ha creato mostri nel mondo vegetale: arance e albicocche bicolore, frutta siamese, mais a due teste. I bambini esposti al dramma di Fukushima sono soggetti a problemi di obesità, a casi di cancro e problematiche alla tiroide. I problemi fisici che si manifestano nella popolazione influenzano in modo negativo la vita umana e minano una sana sopravvivenza della nostra specie.

Fukushima
 Fukushima

A Fukushima è stata rilasciata una quantità minore di radioattività rispetto a Chernobyl, ma molta di questa si è riversata nell’oceano, i detriti radioattivi stanno invadendo le coste della California con un picco tra il 2014 e il 2020, i fondali sono cosparsi da pesci morti. Fino a marzo del 2012 le creature marine defunte erano circa il 2%, da luglio ad oggi sono salite a circa il 98%. Non si può dimostrare una correlazione con Fukushima, ma non è difficile immaginare uno stretto legame tra i due avvenimenti anche perché negli ultimi 20 anni non si era mai verificato nulla del genere. Le gravi conseguenze hanno attaccato le persone, le piante e la fauna marina. Le centrali nucleari sono state costruite per risolvere, anche se parzialmente, il problema energetico del pianeta. Ma lo sfruttamento dell’energia atomica presenta molti rischi. L’errore umano di Chernobyl o la catastrofe naturale di Fukushima debbono servirci da monito: la tecnologia nucleare non è tecnologia sicura. Le centrali nucleari, anche se costruite con le più moderne tecniche, in caso di eventi imprevedibili possono subire incidenti gravissimi e causare contaminazioni, compromettendo irrimediabilmente l’ambiente circostante, distruggendo la vita delle persone e il futuro delle nuove generazioni.

Il nucleare e le fonti di energia rinnovabili

Molti governi, dopo il disastro di Fukushima hanno deciso di abbandonare gradualmente l’uso dell’energia nucleare. Ma i rifiuti prodotti dalle centrali, se non gestiti in modo corretto, possono diventare pericolosi. I rifiuti nucleari sono radioattivi e lo restano a lungo nel tempo, anche per centinaia di anni, provocando malattie gravi anche mortali sulla popolazione che ne entra in contatto. Invitiamo questi governi a considerare seriamente il problema della gestione delle scorie radioattive che, se non trattate in maniera idonea, possono provocare gravissimi danni. Il crescente bisogno di energia, derivante dalle aumentate esigenze dei cittadini e delle industrie, potrebbe essere soddisfatto attraverso l’utilizzo di energia ‘’pulita’’, cioè dall’utilizzo di fonti rinnovabili come il sole, il vento, e l’acqua. Molti passi in avanti sono stati fatti negli ultimi anni per migliorare la resa e la sicurezza nell’uso dell’energia nucleare ma è necessario investire molto di più su risorse energetiche alternative.
Sfruttando le risorse naturali, ed educando i cittadini ad eliminare i consumi inutili, non saremo indipendenti dai Paesi produttori del petrolio ma almeno potremmo ridurre in modo consistente la domanda energetica. A latere, quella branca che utilizza in medicina sostanze radioattive in campo diagnostico e terapico, attraverso le apparecchiature tomografiche, la diagnostica medico-nucleare, le terapie radio metaboliche, ha aiutato i medici nelle indagini biologico-mediche consentendo di salvare molte vite umane. L’applicazione del nucleare quindi non è soltanto foriera di distruzione, è l’uso che ne fa l’uomo. La scienza è vestita di progresso, per le forze della natura, per ora, come citava Shakespeare nell’Amleto ‘’ il mondo è una bella prigione’’.

Simona Agostini

 

Fonte 

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