Questo uno degli articoli usciti in questi giorni che si riferisce a fatti recenti e non a quelli del 2004
Canneto di Caronia. Gli incendi misteriosi erano dolosi, niente alieni o autocombustione
A quanto ricostruito dai Carabinieri, però, dietro gli incendi non c’era nessun mistero: si trattava infatti di roghi dolosi messi in scena dal ventiseienne con la complicità del padre
Un arresto e un avviso di garanzia sono stati eseguiti a Caronia (Messina) per i misteriosi incendi che si sono verificati nei mesi scorsi nella frazione costiera di Canneto. All'alba i carabinieri hanno arrestato, ai domiciliari, un giovane, Giuseppe Pezzino, di 26 anni e notificato un avviso di garanzia al padre, Nino Pezzino, diventato il presidente del comitato locale di residenti che chiedeva aiuti economici alle istituzioni per i cittadini colpiti dalla calamità le cui cause non erano state individuate nonostante numerosi sopralluoghi da parte di studiosi e rilevamenti scientifici.
Entrambi sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di incendi avvenuti nei mesi scorsi a Canneto di Caronia. Eseguite anche varie perquisizioni.
Con l'operazione si chiude una lunga indagine dei carabinieri che, sotto il coordinamento della Procura di Patti, hanno tentato di risolvere il giallo degli incendi, in apparenza spontanei, ripresi di recente a Canneto di Caronia, dove già a partire dal gennaio del 2004 si era assistito a inspiegabili casi di combustione.
I misteriosi roghi erano ricominciati dal luglio 2014. Secondo le indagini si sarebbe trattato di episodi dolosi, inscenati dal ventiseienne con la complicità del padre. Ad incastrare il 26enne sarebbero stati dei video che avrebbero provato che il responsabile era proprio lui, come sospettato dagli investigatori.
Fonte
Questo l'articolo uscito su l'Espresso all'epoca dei fatti
E. T. parla siciliano
Per due anni esperti e scienziati hanno studiato i misteriosi fuochi spontanei scoppiati nelle case del paesino di Caronia. E hanno redatto un rapporto riservato: armi segrete oppure marziani
Scorrendo le pagine del
documento, sembra quasi di leggere la trama di un episodio inedito della
serie di 'X Files'. La missione, questa volta, si svolge nel basso
Tirreno. Il contenuto del dossier è estremamente serio: è localizzata
qui, probabilmente attorno alle isole Eolie, la misteriosa "emissione
elettromagnetica focalizzata e concentrata", della durata di pochi
nanosecondi che ha generato i fuochi di Caronia.
Ecco finalmente il principale sospettato per i fenomeni di autocombustione nelle case di decine di siciliani, registrati dal gennaio del 2004, che hanno condotto nell'isola scienziati di tutto il mondo a caccia della soluzione del 'giallo dei fuochi spontanei'. Che, dopo tre anni di studi e rilievi tecnologici non ha più segreti, ma due inquietanti ipotesi stampate nero su bianco nel quarto rapporto riservato consegnato un mese fa dal gruppo di studio interistituzionale creato dalla presidenza del Consiglio nel 2005.
Un fascicolo riservato, consegnato a Palazzo Chigi al vertice della Protezione civile: la causa sono "test militari segreti o esperimenti alieni". Le formule utilizzate sono quelle di un testo da guerra dei mondi: "Tecnologie militari evolute anche di origine non terrestre potrebbero esporre in futuro intere popolazioni a conseguenze indesiderate. Gli incidenti di Canneto di Caronia potrebbero essere stati tentativi di ingaggio militare tra forze non convenzionali oppure un test non aggressivo mirato allo studio dei comportamenti e delle azioni in un indeterminato campione territoriale scarsamente antropizzato". Fantascienza?
Per spiegare le ragioni di più di 180 roghi spontanei con elettrodomestici staccati dalla rete elettrica improvvisamente in fiamme, navigatori satellitari squagliati e cellulari impazziti, padre Gabriele Amorth, nel 2005, scomodò persino il diavolo, dopo che gli scienziati del Cnr, dell'Istituto nazionale di geofisica e di laboratori di mezza Europa avevano alzato bandiera bianca. Il governo Berlusconi ci volle vedere chiaro e creò una task force con tecnici di carabinieri, aeronautica e Marina militare, insieme agli esperti della Protezione civile e a un ricercatore della Nasa ingaggiato negli Usa. Risultato: l'estensione del campo di indagine a 309 strani episodi verificati lungo l'asse tirrenico, ma anche nel canale di Sicilia, per i quali, dopo tre anni, sono state escluse tutte le possibili cause naturali.
Ecco finalmente il principale sospettato per i fenomeni di autocombustione nelle case di decine di siciliani, registrati dal gennaio del 2004, che hanno condotto nell'isola scienziati di tutto il mondo a caccia della soluzione del 'giallo dei fuochi spontanei'. Che, dopo tre anni di studi e rilievi tecnologici non ha più segreti, ma due inquietanti ipotesi stampate nero su bianco nel quarto rapporto riservato consegnato un mese fa dal gruppo di studio interistituzionale creato dalla presidenza del Consiglio nel 2005.
Un fascicolo riservato, consegnato a Palazzo Chigi al vertice della Protezione civile: la causa sono "test militari segreti o esperimenti alieni". Le formule utilizzate sono quelle di un testo da guerra dei mondi: "Tecnologie militari evolute anche di origine non terrestre potrebbero esporre in futuro intere popolazioni a conseguenze indesiderate. Gli incidenti di Canneto di Caronia potrebbero essere stati tentativi di ingaggio militare tra forze non convenzionali oppure un test non aggressivo mirato allo studio dei comportamenti e delle azioni in un indeterminato campione territoriale scarsamente antropizzato". Fantascienza?
Per spiegare le ragioni di più di 180 roghi spontanei con elettrodomestici staccati dalla rete elettrica improvvisamente in fiamme, navigatori satellitari squagliati e cellulari impazziti, padre Gabriele Amorth, nel 2005, scomodò persino il diavolo, dopo che gli scienziati del Cnr, dell'Istituto nazionale di geofisica e di laboratori di mezza Europa avevano alzato bandiera bianca. Il governo Berlusconi ci volle vedere chiaro e creò una task force con tecnici di carabinieri, aeronautica e Marina militare, insieme agli esperti della Protezione civile e a un ricercatore della Nasa ingaggiato negli Usa. Risultato: l'estensione del campo di indagine a 309 strani episodi verificati lungo l'asse tirrenico, ma anche nel canale di Sicilia, per i quali, dopo tre anni, sono state escluse tutte le possibili cause naturali.
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